Mandic: utilizzo terapeutico della tossina botulinica. Da gennaio si potenzia l’ambulatorio

Negli scorsi giorni presso l’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate si è svolto un incontro formativo – accreditato con crediti ECM e con il supporto della Merz Therapeutics– rivolto in particolare ai medici di medicina generale con l’obiettivo di approfondire un tema importante ma spesso poco noto al grande pubblico: l’utilizzo terapeutico della tossina botulinica in ambito neurologico e riabilitativo. Non si tratta infatti del più noto impiego estetico, ma di un trattamento clinico efficace e sicuro che al Mandic viene praticato da molti anni.
L’incontro, ospitato nell’Aula Riunioni Scientifiche dell’ospedale, ha visto la partecipazione del dottor Lorenzo Lorusso, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia e Stroke Unit del Mandic – ASST Lecco, affiancato dalla neurologa dottoressa Paola Melzi e dal dottor Tommaso Roberto Sellaroli, responsabile della Riabilitazione Specialistica. I tre specialisti hanno illustrato l’esperienza dell’ospedale, spiegando nel dettaglio le potenzialità della tossina botulinica come strumento terapeutico.
La parte scientifica dell’incontro ha chiarito come la tossina botulinica rappresenti oggi una risorsa consolidata nel trattamento di numerose condizioni neurologiche. È infatti molto utilizzata nei pazienti con spasticità, distonie e dolore muscolare cronico, e trova quindi applicazione anche in patologie come l’ictus, la sclerosi multipla, le paralisi cerebrali infantili e le distonie focali, tra cui il torcicollo spasmodico, il blefarospasmo e il crampo dello scrivano. Viene inoltre impiegata con successo per l’emicrania cronica, per la scialorrea e per alcuni disturbi urinari di origine neurologica. Inserita in un percorso riabilitativo personalizzato, questa terapia consente di ridurre l’ipertono muscolare, migliorare la funzionalità motoria, prevenendo il dolore e il rischio di retrazioni muscolari.
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Da sinistra, il dottor Tommaso Roberto Sellaroli, la dottoressa Paola Melzi e il dottor Lorenzo Lorusso
Durante l’incontro è stato più volte ribadito il ruolo fondamentale del medico di base, che ha il compito di cogliere i campanelli d’allarme che possono indirizzare il paziente verso lo specialista. Situazioni come un blefarospasmo persistente, forme di distonia, spasticità, torcicollo anomalo, eccessiva salivazione o sudorazione anomala devono essere riconosciute tempestivamente, poiché proprio da qui può partire un percorso terapeutico che, grazie alla tossina botulinica, migliora sensibilmente la qualità di vita del paziente.
All’ospedale di Merate la terapia con tossina botulinica è attiva da molti anni grazie a un ambulatorio multidisciplinare che coinvolge neurologi e fisiatri e, in alcuni casi selezionati, anche specialisti della pneumologia. I pazienti, spesso affetti da patologie croniche, vengono trattati con iniezioni programmate ogni quattro o sei mesi, secondo un piano personalizzato che tiene conto della risposta clinica. Gli effetti collaterali sono rari e generalmente lievi, e ogni seduta è preceduta da una valutazione del miglioramento ottenuto. L’iniezione viene effettuata con il supporto dell’elettromiografia, insieme a quello ecografico, che consente agli specialisti di individuare con precisione il muscolo da trattare e garantire così un intervento mirato ed efficace. L’accesso alla terapia avviene esclusivamente tramite prescrizione dello specialista, come previsto dalla normativa.
Un dato significativo emerso durante la giornata riguarda il numero, in costante crescita, dei pazienti seguiti dal Mandic: sono ormai oltre un centinaio ogni anno. Per rispondere a questa crescente richiesta, a partire da gennaio 2026 l’ambulatorio raddoppierà le sue aperture, passando da una a due sedute mensili. Si tratta di un potenziamento importante, che permetterà di ridurre i tempi di attesa e di garantire un servizio più capillare e tempestivo.
L’esperienza maturata negli anni dal team del Mandic rappresenta una risorsa preziosa per il territorio. La tossina botulinica, se utilizzata all’interno di un percorso clinico integrato, può realmente fare la differenza nella vita quotidiana dei pazienti affetti da patologie neurologiche croniche e complesse. L’incontro ha avuto anche il merito di rafforzare la collaborazione tra medicina generale e specialistica, un passaggio fondamentale per intercettare in modo precoce i bisogni dei pazienti e avviarli verso trattamenti efficaci e personalizzati.
E.Ma.
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