Airuno: 35 anni del gruppo Alpini tra memoria e futuro

Tra il silenzio rispettoso e le note del Corpo Musicale “G. Verdi”, Airuno ha celebrato i suoi Caduti nella mattinata di domenica 30 novembre. L'evento ha rappresentato il cuore della festa per il 35° anniversario di fondazione del Gruppo Alpini del paese, un’occasione che ha unito memoria, comunità e orgoglio per il servizio civico delle Penne Nere.
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La giornata centrale delle celebrazioni ha seguito il programma avviato sabato 29 novembre, con la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti di Aizurro e il momento di raccoglimento al cimitero in memoria degli Alpini scomparsi, proseguendo poi in serata con il concerto del Corpo Musicale “Marco d’Oggiono” al CineTeatro Smeraldo. Domenica, il corteo e le onoranze hanno portato la festa nelle strade del paese, tra bandiere, gagliardetti e applausi della comunità, mentre le Penne Nere hanno reso omaggio a chi ha posato lo zaino a terra e hanno lanciato un appello alle nuove generazioni.

Al Monumento ai Caduti, il capogruppo Raffaele Tavola ha aperto gli interventi con un saluto alle autorità civili e militari, alle associazioni, agli alfieri “svegliatisi all’alba” e a tutti coloro che hanno voluto partecipare. Dovuti e sentiti i ringraziamenti agli Alpini di Airuno per l’impegno degli ultimi anni e quanti li sostengono con continuità. Poi, il momento più intenso: Tavola ha letto uno a uno i nomi dei 31 Alpini “che hanno posato lo zaino a terra”. Una litania che ha attraversato decenni di storia locale e che, a ogni nome, ha trovato risposta nel grido corale “Presente!”. Il capogruppo ha ricordato anche la storia interna del Gruppo, rendendo omaggio a chi lo ha preceduto e soprattutto al suo fondatore, Eugenio Manzocchio, la cui opera è documentata negli archivi interni. Poi il passaggio più urgente, affidato a poche parole nette: le forze attuali sono solide, ma serve “una iniezione di energie nuove”. Un invito aperto alle iscrizioni, rivolto a chiunque voglia avvicinarsi allo spirito alpino.

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I discorsi istituzionali sono proseguiti con l'intervento del sindaco Gianfranco Lavelli, il quale ha esordito scusandosi ironicamente per il suo “assurdo cappellino azzurro”, spiegando di non aver svolto il servizio militare e ammettendo che, in una giornata come questa, se ne sente “un po’ in colpa”. Il primo cittadino ha definito il Gruppo Alpini un “pilastro fondamentale” per Airuno, ricordando come molte opere realizzate nel corso dei decenni siano state portate avanti con discrezione, senza clamore. Tra queste ha citato: la costruzione della Baita, divenuta punto di ritrovo per il paese; la ristrutturazione delle sette cappelle della Rocchetta; i lavori ai servizi sempre alla Rocca e alla scala santa; il cortile dell’Oratorio; la partecipazione volontaria, insieme alla raccolta fondi, per l’hospice 'Il Nespolo'. A tal proposito, il Sindaco ha evidenziato che furono proprio gli Alpini a crederci per primi, quando in pochi ne avevano compreso la portata. Parlando di ricambio generazionale, Lavelli ha ricordato che la leva obbligatoria in Italia è sospesa dal 2005, non abolita, e ha accennato alle recenti discussioni in Germania, Francia e Italia su una possibile sua reintroduzione in forme diverse. Un tema, ha osservato, che potrebbe riportare vitalità nei gruppi d’arma: “sarebbe una buona notizia per gli Alpini”. Il Sindaco ha poi affidato alle Penne Nere un compito “oggi ancor più delicato di ieri”: trasmettere il proprio patrimonio di esperienza e amore per il paese ai giovani. Non un pensionamento, ha precisato, ma un accompagnamento. Fare crescere la nuova generazione “sulla via dell’impegno e dell’amore verso la comunità”.
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Il presidente della Sezione ANA di Lecco, Emiliano Invernizzi, ha chiuso gli interventi con un discorso di forte impronta etica, ricordando da subito che l’Associazione è nata per mettersi al servizio delle comunità e che questo ruolo è rimasto invariato da oltre cento anni. Invernizzi ha descritto l’ANA come una struttura rigorosa, talvolta percepita come rigida, ma aperta ad accogliere chiunque condivida valori radicati nelle tradizioni familiari e territoriali, respingendo l’idea che il mondo alpino sia “sorpassato ed obsoleto. Poi la riflessione più dura: “La storia dell’uomo non è fatta di pace: è fatta di lotta”. Una lotta quotidiana contro il male, contro il disimpegno, contro il ritiro individualista. La pace, ha detto, “è un tratto piccolo, mai duraturo”, e richiede impegno costante. Con ciò, Invernizzi ha criticato una certa educazione contemporanea che “coccola troppo” e rischia di condurre all’indifferenza. “I giovani - ha affermato - devono essere educati alla preoccupazione, intesa come senso del dovere e attenzione verso il mondo. Non chiudendosi in sè stessi, ma aprendosi agli altri”. Il Presidente provinciale ha poi ringraziato il Gruppo e la comunità per la collaborazione, ricordando le difficoltà a entrare nelle scuole a causa di un “regime delle ideologie”, ma ribadendo la piena disponibilità dell’Associazione a trasmettere la propria esperienza a chiunque ne percepisca il valore.
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In chiusura Invernizzi ha annunciato una notizia di rilievo per il territorio: l’alpino Felice Longoni, capogruppo della sezione di Cernusco-Lombardone, è stato nominato Coordinatore di Protezione Civile del Secondo Raggruppamento (Lombardia ed Emilia-Romagna) dal Consiglio direttivo nazionale il 27 novembre.
Le celebrazioni sono proseguite con la Santa Messa nella parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, impreziosita dal coro “Stelutis”, e il pranzo sociale a Odiago di Pontida, momento conviviale che testimonia la vitalità della comunità.
Una giornata che non è stata soltanto un tributo alla memoria, ma anche un richiamo a mantenere vivo l’impegno civile, a non lasciare che l'indifferenza o la rassegnazione oscurino i valori delle Penne Nere: un faro acceso da 35 anni che continua a chiedere nuove mani pronte a custodirne la luce e a trasmetterne la guida alle generazioni future. 
M.Pen.

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