Monastero della Bernaga: dopo una notte di lavoro dei vvf quello che resta del convento. Le monache a Ponte Lambro

Sono state accolte nella comunità di Ponte Lambro le 21 monache romite sfollate dal Monastero della Bernaga, distrutto da un devastante incendio.
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Riuscite a sfuggire alle fiamme, divampate attorno alle 20 e che in poco tempo si sono propagate a tutta la struttura, le suore dopo un'oretta trascorsa in carico ai soccorritori, con la vicinanza dellapopolazione di Perego accorsa numerosa, sono state trasferite nell'istituto delle Piccole sorelle della Carità dove resteranno probabilmente per un po' di tempo. Sarà il vescovo, informato già ieri sera dal vicario monsignor Gianni Cesena giunto in loco con il parroco don Raffaele Lazzari, a decidere i prossimi passi. Ad Agra, in Piemonte, le romite avevano fino a un anno fa un secondo convento, ora chiuso e passato ai monaci ortodossi e quindi la possibilità di restare “in casa” è sfumata”.

Le condizioni della struttura, ubicata in via Lissolo e che domina La Valletta brianza sono pesantemente compromesse.
Questa mattina dopo una notte di lavoro, alle 7 restavano solo un paio di mezzi di vigili del fuoco con l'autoscala per lo spegnimento anche degli ultimi focolai. Dal tetto, infatti, nella parte posteriore sinistra (guardando la facciata) era visibile ancora del fumo salire al cielo dalle macerie.
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A terra travi, tegole, pezzi di intonaco. I resti di una corsa contro il tempo da parte degli uomini del 115 per spegnere le lingue di fuoco che si stavano mangiando quello che è poi il simbolo religioso di un intero territorio.
Visto dall'alto il monastero che ieri divampava di lingue di fuoco, è oggi un tappeto nero di cenere fumante. Le travi sono state incenerite completamente e sono crollate sul pavimento. Sotto sembra che i locali, a parte l'acqua rovesciata per spegnere il rogo, siano salvi e non siano stati intaccati dalle fiamme. Certo il ranno resta enorme.
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20251012_083059.jpg (389 KB) Dall'esterno le finestre si aprono sul vuoto e sul cielo grigio. Le grondaie sono crollate a terra o sono “in bilico” tanto che via Lissolo è stata chiusa in entrambi i sensi, perchè la percorrenza davanti al convento risulta rischiosa per il crollo di calcinacci o altri elementi della struttura.

Questa mattina davanti alla transenna decine di persone hanno fatto la spola guardando sconfortate il monastero in un'atmosfera cupa e mesta. Per tutto il territorio rappresenta infatti un simbolo
Qui sono transitati tantissimi prelati, dal cardinale Carlo Maria Martini al Cardinale Ravasi fino a San Carlo Acutis che a sette anni aveva ricevuto la Prima Comunione.
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Quello andato danneggiato non è solo un pezzo di religiosità ma una parte importante di storia, arte (sono infatti custodite diverse opere di valore, sembra scampate miracolosamente all'incendio e alle operazioni per spegnerlo, e ora messe al sicuro) e tradizioni. Qui, infatti, le suore realizzavano preziosi lavori di artigianato e manifattura tessile, che non è ancora chiaro se siano stati compromessi.

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Ieri, spaventate e spaesate, le monache sono state tenute al riparo dal personale del soccorso e dalla popolazione. Non erano agitate, non facevano trasparire angoscia. Solo poche parole: “E' terribile, ma siamo tutte salve e stiamo bene”.
S.V.
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