La Valletta: la ricorrenza con le parole di Scurati e Pertini

"Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana". Con queste parole termina il testo del monologo di Antonio Scurati, che sarebbe dovuto andare in onda sabato 20 aprile su Rai 3 ma che è stato censurato in quanto definiva il partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni un "gruppo dirigente post-fascista". Questo stesso testo è stato letto questa mattina dal sindaco Marco Panzeri di La Valletta Brianza per esprimere i sentimenti ed i timori che oggi il 25 aprile suscita.
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A seguire la Santa Messa delle 11 presso la Parrocchia di Rovagnate, un corteo costituito dall'Amministrazione, dal gruppo alpini del Monte San Genesio, dalle forze dell'ordine, dalla banda 'Giuseppe Verdi' di Airuno e da numerosi cittadini si è spostato verso il Monumento ai Caduti di fronte all'ICC 'Don Piero Pointinger' per celebrare l'Anniversario della Liberazione d'Italia dal nazifascismo e della nascita della Democrazia. "Fra tutte le parole che quest'oggi possiamo richiamare, dall'antifascismo alla resistenza, credo che dobbiamo concentrarci sulle parole di senso e confronto e per darci una mano abbiamo pensato di affidarci al pensiero di politico, un giornalista ed un partigiano italiano che di questo paese è stato un grande Presidente della Repubblica".
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A questo punto sono state trasmesse le parole di Sandro Pertini, che in un'intervista, alla domanda "Rispetta anche la fede politica dei fascisti?", rispose che il fascismo non può essere considerato una fede politica, ma invece l'antitesti delle fedi politiche. "Il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui. Chi non era fascista era oppresso e quindi non si può parlare di vera fede politica a chi opprime le fedi altrui. Io combatto, ma combatto sul terreno democratico". A seguito di un applauso generale dei presenti, è intervenuto infine Ernesto Passoni dell'ANPI provinciale di Lecco, che ha ricordato come le morti avvenute durante le guerre che hanno segnato il '900 in Europa per la liberazione dai governi oppressivi non debbano andare oggi dimenticate, ma restare memoria indissolubile dell'importanza delle democrazie.

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La celebrazione si è poi svolta come di consueto, con l'alzabandiera, gli onori a Caduti e la tradizionale corona d'alloro benedetta da don Paolo. Prima che i festeggiamenti potessero passare al rinfresco organizzato dall'Amministrazione, il capogruppo degli alpini Carlo Brambilla ha voluto mandare una richiesta al Sindaco per la celebrazione del prossimo anno: "Essendo che l'anno prossimo si festeggeranno gli 80 anni dalla Liberazione d'Italia, spero che questo possa avvenire nell'unione con Santa Maria Hoè, come da vecchia tradizione".
M.Pen.
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