Merate: “sospeso” il Punto Nascita dall’11/3 e in definitiva dall’11/5. “Vogliamo sviluppare le attività pre e post parto”

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Non è formalmente corretto chiamarla “chiusura”. Quella del Punto Nascite dell’ospedale Mandic di Merate è una “sospensione”, poiché il presidio resta accreditato, ma la sostanza non cambia. Dal prossimo 11 marzo il reparto sarà chiuso, anche se per altre 8 settimane sarà operativo e in grado di accogliere e fornire assistenza a donne in gravidanza e in procinto di partorire. Dall’11 maggio invece la chiusura, o sospensione che dir si voglia, sarà effettiva. In questo periodo i medici stanno contattando e informando le donne per spiegare come stanno le cose. 

Nella mattinata di lunedì 4 marzo i vertici della ASST di Lecco hanno tenuto una conferenza stampa fornendo alcuni dati sull’andamento del Punto Nascite negli ultimi anni e annunciando quali sono le intenzioni riguardo al futuro del reparto. 
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Il Direttore Socio Sanitario Gianluca Peschi, il dottor Giorgio Beretta,
il dottor Luca Sesana e il Direttore Generale Marco Trivelli

Presenti all’incontro con i giornalisti il direttore generale Marco Trivelli, la direttrice sanitaria Alessandra Grappiolo, il direttore Socio Sanitario Gianluca Peschi, il dottor Roberto Bellù direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell'azienda, la dottoressa Elisabetta Nelli, il dottor Luca Sesana e il dottor Giorgio Beretta. 

La decisione di sospendere il Punto Nascite, è stato spiegato, risale allo scorso 20 dicembre. Il Comitato Percorso Nascita Regionale si è riunito e all’unanimità ha concordato di proporre alla Dirigenza Generale Welfare la chiusura dell’attività di Sala Parto del Mandic e, contestualmente di garantire per 8 settimane l’assistenza ostetrica in presenza e rafforzando ed estendendo i servizi e l’offerta ostetrica territoriale presso i consultori regionali. La decisione è stata presa a seguito di un abbassamento del numero di parti negli ultimi anni. Nel 2023 al Mandic hanno partorito 193 donne: ben poche rispetto alle 956 del 2015. Il numero, è stato mostrato, è calato gradualmente negli anni: 865 (2016), 759 (2017), 637 (2018), 601 (2019), 533 (2020), 489 (2021), 275 (2022). 
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Il Direttore Socio Sanitario Gianluca Peschi, la Direttrice Sanitaria Alessandra Grappiolo e il Direttore Generale Marco Trivelli

Il distretto di Merate raggruppa 24 comuni, per un totale di 117mila cittadini circa. Nel corso dello scorso anno ci sono stati 683 ricoveri per parto di donne provenienti dal distretto, ma solo 129 di queste sono state ricoverate al Mandic. 201 hanno scelto Lecco, 112 hanno scelto di rivolgersi a una struttura al di fuori della ATS, 101 sono andate a Vimercate, 84 a Monza, 53 a Carate e 3 a Desio. 

Tuttavia a Merate, tralasciando i parti, le attività come prime visite specialistiche, controlli specialistici, diagnosi ecografiche e altre prestazioni sono state 5.392. Tra Lecco e Merate l’attività dei ginecologi è attiva h24 per tutto l’anno con un equipe unica che conta 16 ostetriche, 6 infermiere e 7 Operatori Socio Sanitari. Ora che il Punto Nascite di Merate è sospeso, per questi  professionisti si tratta di prendere una decisione. 
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 La dottoressa Elisabetta Nelli e il Direttore Socio Sanitario Gianluca Peschi

L’intenzione della dirigenza è quella di potenziare l’area donna e bambino di Merate e rafforzare il Punto Nascite di Lecco. “La nascita è solo un momento – ha spiegato il direttore Trivelli, – un momento importante e miracoloso, e che assorbe molte risorse in termini di personale. Si tratta però di un evento eccezionale che si inerisce in un processo lungo. C’è molta attività prima e dopo il parto che è importante sviluppare”. 

La proposta operativa dunque sta proprio in questo, fare in modo che il Mandic si ponga come un Polo Territoriale che rafforzi le attività dei Consultori Famigliari, quindi che in generale si possano offrire percorsi nascita fisiologici extraospedalieri, ambulatori di gravidanza a rischio intermedio, corsi di accompagnamento alla nascita, ambulatori ginecologici e, dopo il parto, home visiting, bilanci di salute post nascita, spazio allattamento, tutela maternità fragile, massaggi infantili, gruppi mamma-bambino e sostegno alla genitorialità. 

Nelle prossime settimane la dirigenza incontrerà il personale per capire se c’è l’intenzione da parte di tutti di impegnarsi a sviluppare queste attività, che possono essere la base per un rilancio del Punto Nascita. La decisione però spetta al personale. Il dottor Trivelli ha precisato: “Non si tratta di un ripiego. Senza tutte queste attività il parto non c’è. Mi aspetto che il personale sia convinto, perché se lo è, le cose possono nascere e fare evolvere positivamente la situazione”. 
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Il dottor Roberto Bellù e la Direttrice Sanitaria Alessandra Grappiolo

Non si è sbilanciato invece il Direttore in merito a quelle che possono essere state le cause della riduzione del numero di parti a Merate. “Non è mancata la dedizione da parte dei medici. Si è trattato di una crisi dell’ostetricia, non di tutto l’Ospedale”. In merito alle tempistiche del processo che è intenzione attuare, è stato spiegato che non c’è fretta. “Entro l’11 maggio verrà definita la volontà del personale. Poi entro i prossimi 18 mesi vedremo  i  numeri. Vogliamo anche capire se sta cambiando il modo di vivere la gravidanza”. Nel frattempo, è stato reso noto, sono almeno 50 le donne in procinto di partorire nei prossimi due mesi. 

Si parlerà ancora del Punto Nascite il prossimo 19 marzo, quando a Merate tornerà l’assessore regionale Guido Bertolaso, che incontrerà i sindaci per un aggiornamento (sull’Ospedale in generale) a seguito dell’incontro del novembre scorso.
E.Ma.
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