A Cascina Bagaggera la festa del grano per insegnare ai più piccoli ritmi e ricchezze della natura, nel rispetto del diverso

Nessuno dei bambini che sabato pomeriggio ha partecipato al laboratorio di battitura del grano probabilmente aveva mai pensato, ogni volta che addentava un panino, a dove e come quella michetta morbida traesse origine.
Grazie però all'iniziativa dell'associazione Corimbo con la “festa del grano” un universo tanto quotidiano quanto sconosciuto si è reso “palpabile” e per un pomeriggio i bambini si sono sentiti agricoltori, mugnai, panettieri.

Ad accogliere i visitatori per la festa del grano sono stati i contadini della zona di Missaglia che con una BCM mietiliga hanno mostrato il funzionamento dell'attrezzo che serve per falciare il frumento, legarlo in piccoli covoni e poi accatastarli in pile utili a creare un riparo dalla pioggia e far sì che l'acqua non si accumuli attorno al grano facendolo marcire.
Non sono mancati i racconti sulle credenze popolari legate alla terra come la realizzazione di croci con le fronde degli ulivi per proteggere dalle tempeste oppure il rametto sempre di ulivo che veniva bruciato a benedizione dei campi.

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Festa del Grano


Battitura del grano, macina e fattoria a Cascina Bagaggera



Sull'aia “allestita” per l'occasione davanti all'ingresso di Cascina Bagaggera, i bambini si sono divertiti a battere il grano raccogliendo i chicchi su enormi teli bianchi e infine nelle vaschette da cui sono stati fatti scivolare dentro la macina.
Come per magia il mulino in miniatura ha iniziato a tritare i grani e a far scivolare dalla bocca posta ai piedi dell'attrezzo la farina soffice e leggera che con stupore i piccoli hanno fatto cadere sulle loro mani.
La filiera è poi proseguita all'interno del laboratorio dove sono state allestite delle postazioni di lavoro per manipolare l'impasto fino ad arrivare alla cottura e naturalmente all'assaggio della croccante pagnotta.

Insomma un'atmosfera d'altri tempi che nel cuore del Parco del Curone i bambini hanno potuto respirare per qualche ora, abbandonando smartphone e play station, lasciandosi circondare con i loro genitori dalla natura. E infatti la fattoria ha aperto le porte per un tour all'interno dei suoi ampi confini. Qui Giuseppe Galimberti (imprenditore del legno) e Paola Lazzarotto (giornalista) nel 1997 hanno deciso di iniziare una nuova vita, dedicandosi all'agricoltura e facendo rivivere un borgo abbandonato. Con gli anni l'attività nei campi e con gli animali è cresciuta, puntando sul coinvolgimento di giovani per coniugare una cultura agricola con le conoscenze e le attrezzature più moderne. In questo modo al prodotto biologico di qualità si è unita anche una professionalità che ha creato un habitat dove l'accoglienza della diversità è diventata una opportunità e non un limite.

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Ha preso avvio una attività sociale per dare un futuro lavorativo e di residenzialità a ragazzi fragili, con disabilità e disagi vari. In collaborazione con il collocamento disabili della provincia di Lecco in 18 hanno trovato una occupazione e si alternano tra attività di cucina, agricoltura, allevamento e cura degli animali nonché accoglienza degli ospiti. Un progetto quest'ultimo che da settembre andrà ampliandosi grazie all'avvio della ristrutturazione dello stabile che fungerà da locanda/ristorante dove saranno i ragazzi stessi a doversi occupare dell'ospite, dall'allestimento delle camere fino alla ristorazione.
Ci sono poi altre attività che servono per mantenere la struttura e sostenere l'associazione Corimbo, che peraltro nel 2017 si è dovuta sobbarcare spese extra dopo il  devastante incendio che ha interessato la cascina.

Nei campi alle spalle dello stabile ci sono delle enormi serre dove si fa un'agricoltura di autosostentamento e dove c'è la lombricoltura. Nel letame delle capre vengono infatti sparsi i lombrichi rossi californiani che se ne nutrono trasformandolo in humus dalle proprietà particolarmente ricche e nutrienti. Il concime viene poi asciugato, triturato e vagliato per poi essere venduto.
C'è poi un appezzamento molto ampio dove rotolano nel fango diverse famiglie di maiali e le stalle dove le caprette si danno da fare per brucare il fieno e simpaticamente ubbidire ai richiami del pastore che le indirizza per i corridoi della struttura e fino alla mungitura.

Varcare la soglia di Cascina Bagaggera è entrare in un mondo diverso, abbracciare un altro ritmo di vita e respirare un'aria non solo più pulita perchè immersa nel parco ma perchè depurata dai tanti lacci che il quotidiano impone, aprendosi all'accoglienza, all'accettazione del diverso e di uno stile di vita più lento ma anche più felice.
S.V.
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