La Grande Guerra descritta con aridi numeri: i costi umani patiti da Calco e Airuno

Chiaro che elenchi e numeri non restituiscono piena memoria di ciò che è stata la prima guerra mondiale, una ecatombe che bagnò di sangue le divise di milioni di soldati italiani. Ma rendono l'idea, questi dati, della capillarità dei tragici lutti nelle singole comunità. L'Ammiraglio di Divisione Claudio Confessore ha elaborato delle statistiche su alcuni Comuni, tra cui compaiono certi del Lecchese. Abbiamo già pubblicato le informazioni su Brivio ricavate dall'incrocio di diversi fascicolo di archivio [clicca QUI]. I Caduti nella Grande Guerra in Provincia di Lecco sono stati 3.287. La maggior parte - 2.076 - aveva preso servizio nella fanteria dell'esercito. Le cifre citate da fonti ufficiali del Ministero della Difesa, testimoniano che l'annus horribilis fu proprio il 1918, l'anno dell'uscita dal conflitto bellico per un'Italia stremata e logorata dalla guerra di posizione. I sopravvissuti poterono tornare nei propri paesi di origine dopo il 4 novembre, che oggi si celebra per la firma dell'armistizio con l'Impero austro-ungarico a Villa Giusti, Padova. Per le ferite riportate o per le malattie contratte sul fronte, vengono considerati tra i Caduti, anche i morti dei due anni successivi.

Ad Airuno, tra il 1915 e il 1920, se ne registrano 28 (23 morti e 5 dispersi). 19 appartenevano alla fanteria. Il totale riferito a Calco è di 36 (32 morti e 4 dispersi). Anche in questo caso i più facevano parte della fanteria. Sebbene non si conosca la data di morte di due soldati airunesi, le maggiori perdite per questo Comune si ebbero nell'anno dell'entrata in guerra con 7 unità. Andamento costante nei successivi tre anni, con 6 caduti ogni 12 mesi. Nessun caduto nel 1919, mentre ne risulta uno nel 1920. Diverso il grafico di Calco. Il 1915 e il 1916 sono segnati da 5 lutti ciascuno. Il numero cresce l'anno successivo con 7 caduti. Il 1918 ci fu il netto picco con 16 tra morti e dispersi. Si scende e si chiude a 3 nel 1919. Dalle esperienze in prigionia non ne uscirono vivi in 4 di Airuno e in 7 di Calco.

Si trovavano nei campi situati in Austria (compresa la parte trentina), in Repubblica Ceca, in Repubblica Slovacca, in Polonia, in Serbia. Per altri però il luogo di prigionia non è noto. Se escludiamo dal totale dei caduti i morti per malattia (11) e quelli per caduta valanga (1), il restante personale di Airuno (16) è caduto sul fronte terrestre del Nord Est. A Calco i morti per malattia furono 19, mentre per infortunio per causa di guerra 3. I restanti 14 caddero sul fronte terrestre del Nord Est. Tutti questi numeri sono riferiti ai nati in un Comune, secondo il modello proposto dall'albo d'oro.

Quindi i risultato possono mostrarsi differenti rispetto agli elenchi dei Monumenti ai Caduti, che considerano invece i residenti. Approfondendo si ritracciano poi casi particolari, tra omonimie, segnalazioni parziali o di non certa attendibilità, per cui si può sospettare la modifica del cognome registrato all'anagrafe. La tabella più completa restituisce anche il grado dell'esercito ricoperto dal combattente, il comando, la data in cui è nato, morto o disperso, la località del fronte assegnata, la causa del decesso. Ci sono poi informazioni aggiuntive che precisano il luogo di sepoltura, i legami di parentela e ulteriori dettagli sui motivi della morte: "ferite multiple da schegge di granata" si legge per un soldato calchese, 26 anni, della Brigata Bologna - 39° Reggimento Fanteria, sepolto a Paderno del Grappa in Veneto. Clicca QUI per visualizzare la tabella.
M.P.
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