La Valletta: il progetto sul ponte Polcevera firmato De Cani. 43 piloni e un percorso a ''onde'' in alternativa a Renzo Piano
E' nativo di Olgiate Molgora, frazione di Monticello, l'ingegnere che la rete ha messo in competizione in una sorta di "sfida" con Renzo Piano e il suo modello per il ponte Polcevera di Genova (più noto come ponte Morandi) ma che, in realtà, sta dando una sua reinterpretazione di come ha immaginato e studiato l'architettura e la "simbologia" che stanno dietro questa grandiosa opera. Che oltre alla tecnologia e alle caratteristiche strutturali avràe anche un'anima che riporti alla memoria le 43 vittime della tragedia.



L'ingegner Giorgio De Cani e l'architetto Angelo Terenzio Valentino
Ed è proprio da questo bilancio di morte che l'ingegnere civile Giorgio De Cani, specializzato in tecnologia e design, è partito per realizzare il progetto del nuovo ponte. Non nuovo a lavori imponenti e di grande prestigio, dopo aver operato per tanti anni a Rovagnate (ora La valletta brianza), si è specializzato nel campo del design applicato al mondo dell'involucro, curandone la tecnologia. Suoi alcuni edifici del lecchesi (Tentori Iveco di Molteno, Lupia di Merate,...) e lo stabile della Guna che si affaccia su Via Palmanova e che gli è valso un premio internazionale.

Le onde sulla battigia riprodotte nel camminamento del ponte
"Tutto è nato dall'emozione che mi ha colpito, come tante persone, dopo aver visto il crollo del ponte che è sempre un fallimento per un ingegnere" ha raccontato "ho fatto una riflessione sull'accaduto e poi mi sono messo a lavorare sulla rivisitazione dell'aspetto strutturale. Il mio intento è stato quello di creare un ponte resistente come quelli che costruivano i romani, appoggiati su piloni solidi. 43 uno per ogni vittima. Lo immagino come un ultimo atto di amore delle vittime che si congiungono per sostenere il ponte con le loro mani".

Alla parte strutturale e tecnica, l'ing. De Cani ha voluto abbinare un'armonia data dal design, che consentisse all'opera di inserirsi in una vallata industriale con elementi che possano portare a una riqualificazione anche visiva dell'area. "Per la prima volta è stato previsto un percorso di camminamento, disegnato con un'onda sinusoidale, su una autostrada. Ho immaginato che le persone, su un tracciato in assoluta sicurezza, possano decidere di recarvisi per un ricordo, per cercare un momento di riflessione e di pace. Il mio vuole essere un ponte bello e poetico. E infatti l'ho arricchito di tecnologia con dei piloni che sulla loro sommità hanno dei generatori eolici che producono energia e come delle fiaccole ardenti, segno di energia e di vita, vanno ad illuminare il ponte di notte. Il mio intento è stato quello di fare una struttura architettonica bella e vicina alla gente, per la gente di Genova".

Lo schizzo del progetto

Perchè la filosofia dell'ingegner De Cani e dell'architetto Angelo Terenzio Valentino, che lo ha affiancato in questo lavoro, è di creare bellezza e dare emozioni. "La bellezza può cambiare questo mondo e le strutture che noi ingegneri facciamo devono essere belle e suscitare qualcosa, dare un sentimento che sia vicino alla nostra anima" ha concluso "la mia non vuole essere una sfida a Renzo Piano. Ho voluto anche io fare un regalo alla città con un'idea che sia vicina alla gente. Ho voluto metterci l'anima e far sì che il ponte la trasmettesse. Altrimenti sarebbe puro egoismo".
S.V.























