La Valletta: illustrato il progetto per fare di Villa Sacro Cuore il 'centro dei servizi', moderno ma dall'aspetto...di un tempo

"I lavori dureranno due anni, dopo di che potrete tornare a godere di questo gioiellino". Partiamo dalla conclusione per sintetizzare la serata organizzata dall'amministrazione comunale di La Valletta Brianza per "pubblicizzare" l'intervento di ristrutturazione di Villa Sacro Cuore affidato all'architetto Angelo Dugnani. E proprio il professionista incarico è stato il vero protagonista dell'evento ospitato nel - fin troppo capiente - salone dell'ex cinema parrocchiale, desolatamente vuoto al netto dei "portatori di interessi" e dunque di assessori e consiglieri (di oggi e di "ieri"), "vicini di casa" e dipendenti comunali.

Roberta Trabucchi


Non pervenuta, giusto per concludere la panoramica in platea, la Giunta di Santa Maria Hoè, citata - sia pur sempre e solo dal tecnico-relatore - a più riprese nel corso dell'illustrazione del progetto quale sposa a cui si è già preparata la dote senza ancora sapere se il benedetto matrimonio sarà celebrato oppure no. Fuor di metafora, nell'esporre (fin troppo velocemente) dove e come troveranno spazio all'interno della Villa "rimessa in sesto" i diversi Uffici, è stato spiegato come si sia immaginato di trasformare la storica dimora nel Centro dei servizi di tutta l'Unione, con il 70% delle funzioni da incasellare fin da subito e il restante 30% da inserire nei nuovi ambienti "non appena sarà messo a punto l'accordo con Santa Maria", per dirla utilizzando le parole dell'architetto a cui nessuno dei presenti ha avuto il coraggio di chiedere a che punto sono le "trattative", forse già conoscendo la risposta. Ed in ogni caso non sarebbe comunque toccato a lui approfondire trattandosi evidentemente di un aspetto politico rimasto sullo sfondo di una serata a cui si è voluto dare un taglio meramente storico-tecnico se non già per la breve introduzione del primo cittadino Roberta Trabucchi.

L'architetto Angelo Dugnani


Il sindaco, nel dare il benvenuto, ha sostenuto come un palazzo municipale nuovo avrebbe potuto essere probabilmente più performante ma la sua edificazione avrebbe comunque portato al dispendio di risorse così come la Villa stessa, essendo divenuti ormai improcrastinabili quantomeno degli interventi di solida manutenzione. Da qui "insieme abbiamo valutato di intervenire su questa struttura" e di farlo subito seppur - nel dare esecuzione al programma elettorale del 2015 - si era ipotizzato in prima battuta di differire a fine mandato l'opera più sostanziosa del quinquennio. "E' stato ritenuto opportuno far partire fin da subito la progettazione" ha così dichiarato, sostenendo come una parte della maggioranza abbia dimostrato fin da subito un legame affettivo con l'immobile e una seconda parte si sia affezionata alla dimora dopo lo studio dell'architetto Dugnani, dimostratosi pronto a iniettare al disegno non solo impegno e professionalità ma anche passione. Il restauro di Villa Sacro Cuore, almeno per come presentato, è finito così per apparare "marchiato" più dell'impronta dal progettista che dell'amministrazione. Ma chiaramente questa è solo un'impressione.


Veniamo a quanto narrato.

LA STORIA
In principio vi fu un "casotto", trasformato poi nel 1715 in un fabbricato a tutti gli effetti da Mario Corti. Villa Bissa - questo il nome originale - venne successivamente ampliata da suo figlio e passò poi nel tempo più volte di mano: venne venduta all'ingegner Ottolini e poi al cavalier Cerruti, che la ingrandì ulteriormente, utilizzandola come casa di campagna e facendo dunque avanti e indietro - così come le sue figlie - da Milano. Nei primi anni del 1900, proprio grazie alle conoscenze meneghine di quest'ultimo, a Rovagnate venne in visita il conte Ernesto Lombardo, descritto da Dugnani come una sorta di Bill Gates dei tempi, un personaggio illuminato e filantropo che divenne poi tra i primi finanziatori dell'Università Cattolica Sacro Cuore insieme ad altri mecenati del tempo come Armida Barelli che, giunta alla Villa della famiglia Cerruti, se ne innamorò immaginando di ambientare tra quelle mura il "campus estivo" del nascente ateneo, riservato alle giovani studentesse.

E così di fatto fu. "La storia si districa poi come una sorta di giallo" ha sostenuto l'architetto, facendo riferimento ai carteggi esaminati. Nel 1922 la dimora venne ribattezzata certamente Villa Sacro Cuore. Nel 1924 venne costituita l'immobiliare Valle Molgora con in pancia anche tale immobile che già dal 1931 veniva affittato dal Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, pur venendo poi l'atto notarile di cessione sottoscritto solo nel 1942. Tra il 1943 e il 1945 la Villa venne occupata dai repubblichini prima, dai partigiani poi e infine dagli sfollati di guerra. Nel 1947 passò ufficialmente nelle disponibilità dell'Istituto diocesano sostentamento al clero, per poi essere sottoposta tra il '56 e il '57 ad un primo intervento di restauro, in linea con le possibilità del tempo e facendo dunque poco uso del caro ferro nel consolidamento dei solai. E' del 1974 infine la cessione al Comune, con l'esclusione della chiesetta e del terreno attorno alla stessa rimasti alla parrocchia.



IL PROGETTO
"Nel mandato mi è stato chiesto: vediamo se riusciamo a integrare tutti gli uffici, trasformando un edificio storico in una macchina" ha detto definendo così l'organizzazione di un Comune che chiaramente, per essere efficace e efficiente deve essere delineata con determinate caratteristiche. Per rispondere al quesito iniziale ha così "misurato" dapprima gli spazi ora a disposizione, analizzando anche i consumi delle attuali tre sedi dell'Unione (la Villa stessa, l'ex municipio di Perego e quello di Santa Maria) arrivando alla conclusione che tutto potrebbe essere concentrato nello stabile indicato dall'amministrazione di La Valletta, abbattendo del 15% i costi generali per il riscaldamento e del 30% i consumi elettrici. Non prima chiaramente di un generale consolidamento: al momento, infatti, solo il pian terreno della dimora risulta agibile per via di marcati problemi all'orditura lignea dei solai tra un livello e l'altro, della stessa consistenza - è stato detto per rendere un'idea - di una spugna di quelle utilizzare nei vasi al cimitero per tener fermi i fiori.


Si procederà dunque a lavori di adeguamento statico - il lato destro della Villa, edificato su terra di riporto risulta tra l'altro sprofondato di 14-15 cm rispetto al piano iniziale -  nonché al miglioramento della coibentazione rifacendo anche da capo gli impianti e procedendo allo stesso tempo al "restauro" vero e proprio per recuperare elementi storici ancora conservati nell'ossatura originale, come ad esempio le decorazioni alle pareti, perfettamente conservate in diverse stanze, sotto gli strati di pittura bianca apposti nel tempo (si veda l'articolo pubblicato a tal proposto qui).


Esteticamente, dunque, "si tornerà indietro di 100 anni, inserendo però la tecnologia moderna" ha semplificato il progettista, facendo anche qualche esempio, dopo aver illustrato le planimetrie indicando quali uffici troveranno posto in ogni piano e riservando un breve passaggio anche alle "opere di completamento" come la risistemazione del Parco - dove si metterà mano alla scalinata, alle balaustre e ai camminamenti - nonché, sollecitato dal pubblico, delle serra e di altra palazzina a cui si dedicherà attenzione qualora nel ribasso di gara si libereranno risorse.

I COSTI
Oltre 4 milioni di euro la cifra messa sul piatto dall'amministrazione, come spiegato dal sindaco, in parte frutto del "tesoretto dei comune di Rovagnate e Perego" e in partite coperti con l'accensione di un mutuo di sei anni, sostenibile grazie agli incentivi destinati alle municipalità frutto di fusione.
Prima dell'estate il bando di gara.
A. M.
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