Brivio: il GEB chiama a raccolta per una conferenza su sport, salute e prevenzione


Il salone polifunzionale della sede del Gruppo Escursionisti Briviesi è stato riempito completamente venerdì 17 novembre sera. In occasione del 55° anniversario di fondazione, il GEB ha organizzato il convegno dal titolo "SPORT & SALUTE". Sono stati invitati degli specialisti a parlare degli effetti positivi, ma anche dei rischi in cui si incorre, svolgendo la pratica fisica, offrendo dei buoni consigli per limitarli.


A volte si tratta di modificare gli stili di vita, in altri casi basta compiere piccole azioni. Il dott. Camil Zaatar si è concentrato sugli effetti dello sport sull'apparato urinario. «Non voglio fare terrorismo psicologico. Lo sport fa bene, con criterio è meglio» ha dichiarato l'urologo per tranquillizzare i presenti. I traumi da caduta possono infatti incidere sulla funzionalità dell'apparato. Uno dei sintomi più importanti è l'ematuria, cioè la presenza di sangue nelle urine. Non esiste una connessione diretta tra uno sport e una malattia, ma può provocare un'acutizzazione di una situazione preesistente.

L'urologo Camil Zaatar


Questo vale per esempio per il ciclismo e la prostatite o la congestione. Il sellino e il movimento dato dalla pedalata provocano un aumento della pressione perineale. L'insufficienza arteriosa che ne deriva può dipendere anche dal tipo di sellino e dalla sua reclinazione. L'accortezza potrebbe essere quella di alternare pedalando alzandosi dal sellino, per far tornare l'ossigenazione ai livelli standard. Per le donne le malattie associate sono le cistiti e le vaginiti da attrito. Fondamentale è monitorare la propria condizione attraverso esami del sangue ed esami più specifici, come per gli uomini quello sul PSA, un enzima prodotto dalla prostata.

Il cardiologo Giuseppe Galbiati


Il secondo a intervenire è stato il cardiologo Giuseppe Galbiati del Pronto Soccorso del Policlinico San Marco. «Noi medici siamo abituati ad agire quando una malattia è già manifesta con dei sintomi. Questi incontri sono importanti e ci danno l'opportunità di confrontarci in un momento precedente, puntando sulla prevenzione» ha premesso il dottore. Ha dettagliato il rapporto che intercorre tra sport e alimentazione.

Il presidente del GEB Massimo Mandelli


L'apporto energetico deve essere bilanciato in base al tipo di attività che si pratica. Ha spiegato che solo il 20% del fabbisogno energetico di ogni individuo dipende dal movimento fisico. Il 70% è dato dal cosiddetto metabolismo basale, che si calcola attraverso dei parametri come il peso, l'altezza e l'età. Il restante 10% è composto dall'azione dinamica degli alimenti (digestione, assorbimento, metabolismo e deposito). Il dott. Galbiati si poi focalizzato sulla qualità dell'alimentazione.


Il sindaco di Brivio Federico Airoldi


La dieta mediterranea dosa correttamente i valori nutrizionali di cui si ha bisogno. È necessario però che gli alimenti siano buoni. Il cardiologo ha spiegato che negli Stati Uniti l'introduzione di questa dieta non ha avuto gli stessi effetti positivi. Ciò dipende dal fatto che la farina della pasta in commercio oltreoceano è di grano tenero, che fa innalzare l'indice glicemico. Anche il pane confezionato che consumano non è di pregio. Contiene additivi e conservanti che alterano la qualità nutrizionale. Per quanto riguarda più specificatamente l'attività sportiva ha consigliato di prediligere quella a bassa intensità, per non stressare troppo la frequenza cardiaca, specie dopo una certa età. Per cui: «È opportuno valutare le proprie possibilità e i propri limiti. Ad ogni modo, i danni causati dallo sport sono inferiori ai benefici».

Il fisioterapista Giorgio Incontri


È stato poi il turno del fisioterapista Giorgio Incontri, che collabora con le società sportive. Ha spiegato in cosa consiste il suo lavoro e le tecniche impiegate. A quelle manipolari si aggiungono quelle fisico-strumentali. La decisione su quali impiegare dipende dal tipo di patologia e dal suo grado.

Il moderatore della serata Ciancio con Gianfranco Polvara

Gianfranco Polvara ha poi chiuso il ciclo di interventi. La sua è stata una testimonianza - non senza un filo di commozione - dei traguardi raggiunti nella sua carriera nello sci di fondo. Con la nazionale ha partecipato a cinque olimpiadi e sei mondiali. Ha smesso con l'agonismo nel 1995, ma tutt'ora si allena tre o quattro volte a settimana e ha ammesso: «Cerco ancora di guardare i tempi. Ha ragione il dott. Galbiati e forse dovrei moderare l'intensità». È stato anche allenatore e skiman alle olimpiadi invernali di Torino 2006: «Dormivo più tranquillo da atleta che da skiman. Nel primo caso infatti la responsabilità la pago con il mio corpo, mentre nell'altro sulla pelle dell'atleta».
Marco Pessina

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