Montevecchia: campagna nastro rosa. Una serata per parlare di tumori con la LILT

La sezione provinciale di Lecco dell'associazione "Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori" (LILT), nell'ambito della Campagna Nazionale Nastro Rosa 2017, ha organizzato una serata informativa sul tema della prevenzione dei tumori femminili. Grazie alla collaborazione dell'Amministrazione comunale, una decina di donne interessate hanno potuto ascoltare un incontro dal titolo "Vaccinazioni HPV. Il futuro nelle nostre mani" presso "La casetta" di Montevecchia.

  La dr.ssa Maria Luisa Livello e la dottoressa Silvia Villa

Tra l'introduzione e la chiusura della dr.ssa Silvia Villa, oncologa e presidente della LILT sezione provinciale di Lecco, volte ad evidenziare altre attività dell'associazione -tra le quali progetti contro il fumo e i tatuaggi e viceversa di informazione circa l'autopalpazione per le donne e "pap tuch" allo scroto per gli uomini- è intervenuta la dr.ssa Maria Luisa Livello. Laureata in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Ostetricia e Ginecologia presso l'Università degli Studi di Milano, la relatrice ha lavorato a Lecco presso la Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Manzoni e nel Servizio consultori Familiari dell'ASL, attualmente ASST.

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Nel corso della serata è stata illustrata la classificazione dei diversi tipi di HPV: "Il papilloma virus è una infezione che si trasmette anche solo con il semplice contatto fisico, senza rapporto sessuale completo. Nelle donne il virus l'incidenza del virus dei primi rapporti è molto alta e poi va scemando mentre negli uomini rimane alta anche se raramente hanno carcinomi, la maggior parte dei soggetti ha avuto il virus ma i tipi ad alto rischio (HPV 16 e HPV 18) possono rimanere silenti per anni, causando il tumore, in particolare quello dell'epitelio cervicale, anche a distanza di decenni dal contagio". La dottoressa ha proseguito con una serie di percentuali: "si può ormai affermare che il 90% dei tumori alla cervice uterina sono dovuti dall'HPV, lo stesso per il quaranta per cento dei tumori alla vagina o al pene e al 90% quelli all'ano. Oltre all'attività sessuale sono agenti tumorali il fumo o l' immunodepressione".


Le Strategie di prevenzione si distinguono in primaria e secondaria, quest'ultima è costituita dal pap test, offerto dai 25 anni ai 64 anni, che permette una precoce diagnosi. La prevenzione primaria è la vaccinazione, brevettata da Ian Frazer contro i tipi 16 e 18 HPV una decina di anni fa, permette di prevenire l'infezione per evitare il tumore iniettando proteine virali in tre sedute: dopo la prima iniezione bisogna attendere due mesi per la seconda e sei mesi per la terza. Ad oggi esistono due tipi di vaccini: il Gardasil e il Cervariz, producono anticorpi, sono immunogeni e hanno efficacia per circa sette anni. Negli Stati Uniti e in Italia ormai c'è solo il Gardasil 9, chiamato così perché combatte nove tipi di HPV questo. "Il nostro sistema sanitario, spesso sottovalutato, offre gratuitamente il vaccino ai minori di 12 anni di età, fino ai 14 anni bastano due dosi anziché tre. Le donne di età superiore ai 30 anni sono maggiormente a rischio di tumore cervicale e possono trarre beneficio dal vaccino pagando 80 euro a iniezione presso i centri pubblici, contro i 190 nelle cliniche private, inoltre per gli immunodepressi a Lecco verrà istituito uno sportello ad hoc".


Gli studi dimostrano che in media la combinazione del Digene HPV Test e del Pap test consente di prevenire il 95-100 per cento delle patologie cervicali in stadio avanzato (CIN 2, CIN 3 o tumore). È necessario sensibilizzare gli uomini, agenti di diffusione del virus, perché a loro volta si sottopongano al vaccino. Tra i limiti: nessun vaccino tratta una infezione già esistente, viceversa può comportare il rischio di gonfiore, febbre, mal di testa, ictus, reazioni anafilattiche, svenimento e reazioni allergiche, anche se il vaccino viene prodotto in cellule di lievito ma è costituito da proteine virali e non da cellule di lievito che quindi non vengono iniettate. Si può fare durante l'allattamento ma non durante la gravidanza, gli effetti sono confutabili dopo 30 o 40 anni. Peraltro è importante ricordare che la presenza dell'HPV non significa la presenza di una patologia alla cervice. Occorre un esame ulteriore per determinare se sia effettivamente presente una malattia. Infine si raccomanda alle donne più giovani (20-30 anni), nelle quali le infezioni da HPV sono comuni ma solitamente temporanee, di sottoporsi al test HPV solo se il loro Pap test risulta "dubbio" o "borderline," per aiutare il loro medico a determinare se sia necessario un esame ulteriore.
Ester Cattaneo

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