Giustino Comi: un presentatore professionista a tempo perso. Sul palco, col microfono in mano per passione e divertimento
Un professionista a tempo perso. Sì, può suonare come una contraddizione in termini ma in realtà, è la definizione che meglio si adatta al profilo di Giustino Comi, classe 1960, lavoratore salariato, Dj e presentatore quando il tempo glielo consente. Ma non un presentatore improvvisato, no. Giustino è uno che si affaccia dal palco verso il pubblico da almeno 20 anni e per 50-60 volte l'anno. A volte, anzi spesso, per il puro piacere personale e per dare una mano a iniziative ed eventi che abbiano una finalità sociale.
Certo che il nome Giustino all'inizio non deve essere stato facile da portare addosso...
"Per niente ma sa com'è, dopo quattro femmine sono arrivato io e ai miei genitori non è parso vero trasmettere, finalmente a un proprio figlio il nome del mio caro nonno. Oggi però devo dire che mi sta benissimo: sui social basta digitare il nome Giustino e subito escono i miei contatti. Sono di sicuro l'unico Giustino Comi in tutta Italia.
Temiamo ben pochi ma in effetti è così, oggi citi Giustino e subito viene in mente qualche manifestazione.
"Ecco vede, funziona come una sorta di marchio di fabbrica. Anche se per la verità io non nasco presentatore".
Ma?
"Ma animatore e disc jockey di Rovaradio, nel 1980, ai tempi delle prime radio libere. Un'avventura durata nove anni fra invenzioni, giochi, musica, spettacoli nei nostri paesi e interviste in radio, anche con personaggi all'epoca di notevole richiamo come Ivan Cattaneo e Stefano Sani che nel 1982 al festival di Sanremo era stato designato da Tv Sorrisi e Canzoni come la rivelazione del festival".
Anni da pionieri con Radio Montevecchia a fare da apripista e poi Antenna Brianza Est, prodotti fatti in casa in assoluta libertà.
"Già. Anni indimenticabili dove tutto sembrava possibile sulla scia dell'onda lunga del decennio precedente. Allora c'erano poche regole e tantissime manifestazioni popolari che le radio private organizzavano e gestivano. Oggi siamo pieni di regole e proprio per ciò eventi e spettacoli sono drasticamente diminuiti".
Dal microfono al palco...
"E' stato un passo breve e per me inevitabile. Volevo provare a dire le stesse cose che dicevo dietro un microfono davanti a centinaia di persone. Un contatto diretto utile per capire se ci sei, se fai davvero presa sulla gente. Sa, un conto è parlare nel chiuso di una stanza insonorizzata e un altro è guardare in faccia le persone. Così ho iniziato con qualche festa organizzata dalla radio, le feste dell'Amicizia che allora facevano il tutto esaurito e anche con spettacoli musicali spesso con artisti quasi sconosciuti come un tale Vasco Rossi del 1981 a Vercurago davanti a non più di 150 persone".
In radio ho avuto il piacere di vedere muovere i primi passi a Marco Mazzoli che oggi è una star di Radio 105 e ho avuto anche il piacere di avere un paio di articoli su "Sorrisi Canzoni TV" E l'idea di un coraggioso balzo verso la professione?
"Ci ho pensato a lungo soprattutto quando ho ricevuto l'offerta di un network nazionale. Ma noi brianzoli siamo fatti così: prima il posto fisso poi il resto. Devo anche dire però che così mi diverto molto senza ansie da prestazione e situazioni oltremodo competitive".
Nella sua carriera ha conosciuto, e portato nelle nostre zone, tanti personaggi di fama nazionale.
Sì, frequentavo ambienti dove era facile incontrare personaggi in voga o in procinto di spiccare il grande salto. Ho visto Morgan agli inizi della sua carriera, Alberto Fortis, Rossana Casale e altri ancora. Così una conoscenza dopo l'altra è stato possibile portare dalle nostre parti artisti di un certo calibro come Gatto Panceri, Franco Fasano , Paki dei Nuovi Angeli, Mal .... Nel 98 sono stato contattato da un gruppo chiamato "Coruslain" col quale ci siamo esibiti in varie piazze , a Iseo, a Sondrio e, memorabile lo spettacolo per Telethon a Roma con il sindaco Veltroni e lo stato maggiore della provincia di Roma e il presidente di quella di Lecco Virginio Brivio .
Una presenza intensa nel mondo dello spettacolo.
"Certo, ma ci sono stati eventi di ancor maggiore tensione emotiva per esempio quando ho presentato al teatro Donizetti di Bergamo lo spettacolo con Katya Ricciarelli. Impressionante vedere la pianta ellittica della struttura con i tre ordini di palchi, le due gallerie e la grande platea. Sembra che tutta questa gente, almeno mille persone, ti stiano addosso; ci sono momenti che quasi ti manca la parola. Ho fatto diversi spettacoli con Spagna come protagonista principale. Insomma è un hobby davvero molto gratificante".
Ma non facile immaginiamo.
"Proprio no. Il presentatore ha una scaletta ma se non è anche il direttore artistico deve sapersi adattare ai diversi personaggi che si ritrova sul palcoscenico. Bisogna "odorare" la serata, capire subito il genere di pubblico per calibrare le battute. Quelle che funzionano durante uno spettacolo di Telethon, dell'Aido, di Medici senza frontiere non vanno bene per gli eventi della federazione calcio o i concorsi canori senza finalità sociali".
Come diceva all'inizio si nota però un generale calo di manifestazioni di piazza.
"Per forza, ci sono troppe regole ormai da rispettare. Giusta la sicurezza ma non può condizionare l'evento al punto da renderlo impossibile da realizzare. Per esempio per anni abbiamo organizzato la festa di Monte, che è il mio paese, con artisti del calibro di Dario Baldan Bembo, Viola valentino, Mal ma a un certo punto anche il palco non lo si è più potuto utilizzare. E Bobby Solo, anche se ha perso gran parte della sua notorietà, non canta per strada davanti a un semplice microfono, senza coreografia, luci, suoni".
Anche gli spettacoli però dovrebbero avere un contingentamento preciso di orario.
"Sono d'accordo. Guardi io dico sempre agli organizzatori, non più di due ore, dalle 21,30 alle 23,30. Solo così funzionano bene, divertono e non stancano. E poi sempre un occhio al cartellone provinciale. Se in giro ci sono troppi eventi si rischia il flop".
Prossimi impegni?
"Sono prossimo ai 57 anni, nonostante il ciuffetto biondo. Dove so di trovare un bell'ambiente e di divertirmi vado. L'esperienza ormai mi consente di affrontare le situazioni più impreviste. A dicembre proprio per Medici senza frontiere presentavo uno spettacolo al teatro sociale di Bergamo Alta. A un certo punto al chitarrista in scena si rompe una corda e deve interrompere il concerto. Un attimo di panico, poi dico, tranquilli, esco e qualcosa mi invento per intrattenere il pubblico. E' il mio mestiere. Così qualche aneddoto, due battute e tante risate e lo spettacolo è ripreso senza alcun problema".
Al Cantaido 2017 com'è andata?
"Benissimo, forse un po' lungo ma ho visto davvero tanta gente e tanti bravi cantanti. E poi c'è la piccola Rebecca con la sua meravigliosa voce e la sua gioia che accende il cuore di tutti appena sale sul palcoscenico".
Giustino Comi
Certo che il nome Giustino all'inizio non deve essere stato facile da portare addosso...
"Per niente ma sa com'è, dopo quattro femmine sono arrivato io e ai miei genitori non è parso vero trasmettere, finalmente a un proprio figlio il nome del mio caro nonno. Oggi però devo dire che mi sta benissimo: sui social basta digitare il nome Giustino e subito escono i miei contatti. Sono di sicuro l'unico Giustino Comi in tutta Italia.
Temiamo ben pochi ma in effetti è così, oggi citi Giustino e subito viene in mente qualche manifestazione.
"Ecco vede, funziona come una sorta di marchio di fabbrica. Anche se per la verità io non nasco presentatore".
Ma?
"Ma animatore e disc jockey di Rovaradio, nel 1980, ai tempi delle prime radio libere. Un'avventura durata nove anni fra invenzioni, giochi, musica, spettacoli nei nostri paesi e interviste in radio, anche con personaggi all'epoca di notevole richiamo come Ivan Cattaneo e Stefano Sani che nel 1982 al festival di Sanremo era stato designato da Tv Sorrisi e Canzoni come la rivelazione del festival".
Anni da pionieri con Radio Montevecchia a fare da apripista e poi Antenna Brianza Est, prodotti fatti in casa in assoluta libertà.
"Già. Anni indimenticabili dove tutto sembrava possibile sulla scia dell'onda lunga del decennio precedente. Allora c'erano poche regole e tantissime manifestazioni popolari che le radio private organizzavano e gestivano. Oggi siamo pieni di regole e proprio per ciò eventi e spettacoli sono drasticamente diminuiti".
Dal microfono al palco...
"E' stato un passo breve e per me inevitabile. Volevo provare a dire le stesse cose che dicevo dietro un microfono davanti a centinaia di persone. Un contatto diretto utile per capire se ci sei, se fai davvero presa sulla gente. Sa, un conto è parlare nel chiuso di una stanza insonorizzata e un altro è guardare in faccia le persone. Così ho iniziato con qualche festa organizzata dalla radio, le feste dell'Amicizia che allora facevano il tutto esaurito e anche con spettacoli musicali spesso con artisti quasi sconosciuti come un tale Vasco Rossi del 1981 a Vercurago davanti a non più di 150 persone".
In radio ho avuto il piacere di vedere muovere i primi passi a Marco Mazzoli che oggi è una star di Radio 105 e ho avuto anche il piacere di avere un paio di articoli su "Sorrisi Canzoni TV" E l'idea di un coraggioso balzo verso la professione?
"Ci ho pensato a lungo soprattutto quando ho ricevuto l'offerta di un network nazionale. Ma noi brianzoli siamo fatti così: prima il posto fisso poi il resto. Devo anche dire però che così mi diverto molto senza ansie da prestazione e situazioni oltremodo competitive".
Nella sua carriera ha conosciuto, e portato nelle nostre zone, tanti personaggi di fama nazionale.
Sì, frequentavo ambienti dove era facile incontrare personaggi in voga o in procinto di spiccare il grande salto. Ho visto Morgan agli inizi della sua carriera, Alberto Fortis, Rossana Casale e altri ancora. Così una conoscenza dopo l'altra è stato possibile portare dalle nostre parti artisti di un certo calibro come Gatto Panceri, Franco Fasano , Paki dei Nuovi Angeli, Mal .... Nel 98 sono stato contattato da un gruppo chiamato "Coruslain" col quale ci siamo esibiti in varie piazze , a Iseo, a Sondrio e, memorabile lo spettacolo per Telethon a Roma con il sindaco Veltroni e lo stato maggiore della provincia di Roma e il presidente di quella di Lecco Virginio Brivio .
Una presenza intensa nel mondo dello spettacolo.
"Certo, ma ci sono stati eventi di ancor maggiore tensione emotiva per esempio quando ho presentato al teatro Donizetti di Bergamo lo spettacolo con Katya Ricciarelli. Impressionante vedere la pianta ellittica della struttura con i tre ordini di palchi, le due gallerie e la grande platea. Sembra che tutta questa gente, almeno mille persone, ti stiano addosso; ci sono momenti che quasi ti manca la parola. Ho fatto diversi spettacoli con Spagna come protagonista principale. Insomma è un hobby davvero molto gratificante".
Ma non facile immaginiamo.
"Proprio no. Il presentatore ha una scaletta ma se non è anche il direttore artistico deve sapersi adattare ai diversi personaggi che si ritrova sul palcoscenico. Bisogna "odorare" la serata, capire subito il genere di pubblico per calibrare le battute. Quelle che funzionano durante uno spettacolo di Telethon, dell'Aido, di Medici senza frontiere non vanno bene per gli eventi della federazione calcio o i concorsi canori senza finalità sociali".
Come diceva all'inizio si nota però un generale calo di manifestazioni di piazza.
"Per forza, ci sono troppe regole ormai da rispettare. Giusta la sicurezza ma non può condizionare l'evento al punto da renderlo impossibile da realizzare. Per esempio per anni abbiamo organizzato la festa di Monte, che è il mio paese, con artisti del calibro di Dario Baldan Bembo, Viola valentino, Mal ma a un certo punto anche il palco non lo si è più potuto utilizzare. E Bobby Solo, anche se ha perso gran parte della sua notorietà, non canta per strada davanti a un semplice microfono, senza coreografia, luci, suoni".
Anche gli spettacoli però dovrebbero avere un contingentamento preciso di orario.
"Sono d'accordo. Guardi io dico sempre agli organizzatori, non più di due ore, dalle 21,30 alle 23,30. Solo così funzionano bene, divertono e non stancano. E poi sempre un occhio al cartellone provinciale. Se in giro ci sono troppi eventi si rischia il flop".
Prossimi impegni?
"Sono prossimo ai 57 anni, nonostante il ciuffetto biondo. Dove so di trovare un bell'ambiente e di divertirmi vado. L'esperienza ormai mi consente di affrontare le situazioni più impreviste. A dicembre proprio per Medici senza frontiere presentavo uno spettacolo al teatro sociale di Bergamo Alta. A un certo punto al chitarrista in scena si rompe una corda e deve interrompere il concerto. Un attimo di panico, poi dico, tranquilli, esco e qualcosa mi invento per intrattenere il pubblico. E' il mio mestiere. Così qualche aneddoto, due battute e tante risate e lo spettacolo è ripreso senza alcun problema".
Al Cantaido 2017 com'è andata?
"Benissimo, forse un po' lungo ma ho visto davvero tanta gente e tanti bravi cantanti. E poi c'è la piccola Rebecca con la sua meravigliosa voce e la sua gioia che accende il cuore di tutti appena sale sul palcoscenico".
Claudio Brambilla