Indagine Pasimafi, parla il rag. Giulio Corno, tornato libero. ''Con Fanelli rapporti professionali, sono estraneo ai fatti''

Il rag. Giulio Corno e l'avv. Renato Cogliati
"Per un mese mi sono sentito un morto vivente, è stata un'esperienza devastante dal punto di vista personale, per nulla facile da affrontare. Devo esprimere un sentito ringraziamento al mio avvocato per il risultato ottenuto e per avermi dato la possibilità di vedere i miei figli. Ma anche a tutti coloro che mi hanno espresso vicinanza e solidarietà in questi giorni".
Il ragionier Giulio Corno, tornato libero dopo la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura di Parma ed emessa dal Gip nell'ambito dell'indagine "Pasimafi", ha ripercorso gli eventi che lo hanno visto protagonista a partire dallo scorso 8 maggio, quando - al pari di 19 medici e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici, compreso il dottor Guido Fanelli indicato quale "perno" del presunto sistema corruttivo attivo nel settore delle cure palliative e delle terapie del dolore - sono stati disposti nei suoi confronti gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a La Valletta Brianza.
"Da quel giorno ho spento il telefono e l'ho riacceso esattamente un mese dopo, l'8 giugno, quando mi è stata comunicata la revoca della misura cautelare". Corno vive solo e solo grazie alle istanze presentate ha potuto avere contatti con altre persone - tra cui i suoi figli - oltre al suo avvocato. 
La complessa indagine "Pasimafi" ha portato all'individuazione dei 19 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare, 75 persone indagate e 17 aziende coinvolte nelle presunte attività illecite. Sono stati posti sotto sequestro due società e circa 500.000 euro, indicati quale "prezzo" della corruzione.
Anche al dottor Corno viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, mentre ad altri indagati vengono ascritti altresì i reati di abuso d'ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.
Le attività investigative sviluppate dalla Procura emiliana hanno portato ad individuare nel dottor Guido Fanelli, originario di Olgiate Molgora e capo della struttura complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma, il presunto "promotore" del sistema corruttivo grazie al quale lui stesso avrebbe ottenuto diversi "benefit" (tra cui lo yacht Pasimafi da cui l'intera operazione trae il nome) da ditte farmaceutiche in cambio della promozione dei loro prodotti. Le contestazioni a suo carico riguardano - tra le altre - sperimentazioni cliniche clandestine su ignari pazienti (con oneri a carico del sistema sanitario nazionale) e ricerche "strumentali" ai fabbisogni delle industrie, soprattutto con finalità di promozione e divulgazione dei relativi prodotti farmaceutici, avvalendosi anche della collaborazione di un dirigente del Ministero della Sanità compiacente, organizzando altresì congressi medici "pilotati" e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire importanti quote di mercato attraverso il privilegio corruttivo piuttosto che la leale concorrenza.
Per mascherare l'afflusso di denaro a titolo di retribuzione per i proventi illeciti assicurati all'industria - in base all'impianto accusatorio sostenuto dalla Procura di Parma, ancora tutto da dimostrare - venivano allestite una serie di attività commerciali fittizie le quali, attraverso prestanomi non direttamente riconducibili al medico ma dallo stesso controllate, erano in grado di incamerare e monetizzare le somme elargite dalle ditte farmaceutiche, attraverso l'emissione di documentazione fittizia, reinvestendole in beni di ingente valore (autovetture, yacht, appartamenti) ovvero stornarle su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l'identificazione e la provenienza dei flussi di danaro.
Il coinvolgimento del ragionier Corno nell'indagine riguarda nello specifico i rapporti con il dottor Fanelli. "Non lo conoscevo prima del 2011, nonostante sia cresciuto qui. Si è rivolto a noi su indicazione di un altro cliente, lo seguiamo per quel che concerne l'attività di alcune sue società. Il nostro rapporto è sempre stato di natura esclusivamente professionale" ha affermato il dottor Corno.
L'avvocato Renato Cogliati ha sostenuto l'estraneità del suo assistito rispetto ai fatti che gli vengono contestati. "Ha svolto il suo lavoro in qualità di professionista, né più né meno, senza avere contatti con altri al di fuori dei suoi clienti. L'inchiesta in cui risulta coinvolto è seria e importante e riguarda diverse condotte altrui che non conosciamo. Il ragionier Corno non ha avuto nessun rapporto con gli altri coinvolti se non con il dottor Fanelli, per questioni strettamente legate alla sua professione" ha sottolineato l'avvocato, evidenziando come l'indagine sia tuttora in corso e rimandando ulteriori considerazioni al momento in cui sarà notificata la chiusura delle indagini preliminari. "I reati che gli vengono contestati non hanno nulla a che vedere con le cariche che ha ricoperto".
Giulio Corno non è più presidente dell'ordine dei consulenti di lavoro di Lecco, né segretario di Alpl (Associazione Libere Professioni Lecco) né coordinatore della consulta dei Consigli provinciali dell'ordine a livello regionale.
"Ho appreso che non ricopro più tali incarichi, sono stato sostituito da altre persone ma devo ancora approfondire la questione relativa ad un'eventuale sospensione o decadenza" ha spiegato l'interessato. La revoca degli arresti domiciliari è arrivata a seguito dell'interrogatorio - richiesto dall'avvocato Cogliati - di fronte al Pubblico ministero Giuseppe Amara, titolare dell'inchiesta, avvenuto lo scorso 31 maggio presso il Tribunale di Parma. "Il giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli ha disposto la revoca senza alcuna prescrizione, concordando con il parere positivo del Pm. Il dottor Corno non è soggetto ad alcun obbligo di firma o di dimora" ha spiegato il legale di Olgiate, che ha ringraziato la collega Valentina Tuccari del foro emiliano per la collaborazione. "Il dottor Amara si è dimostrato scrupoloso ed equilibrato, ho avuto modo di apprezzare la dottoressa Sarli a Lecco - in qualità di giudice civile e penale - fino agli anni Novanta. Siamo fiduciosi nel loro lavoro e restiamo a disposizione. La nostra è una lettura diversa rispetto a quanto viene contestato al mio assistito, siamo convinti che al termine delle indagini il ragioniere sarà dichiarato estraneo a qualsiasi ipotesi di reato".
Solidarietà al dottor Corno è stata espressa da parte di colleghi, clienti - "tutti hanno confermato di voler rimanere", ha evidenziato - e dipendenti (18 nelle due sedi di La Valletta Brianza e Cernusco). "Mi sono preso due giorni di riposo venerdì e oggi, da domani si ricomincia a lavorare, questo per noi è un periodo dell'anno particolarmente intenso" ha concluso.
Nonostante l'esperienza drammatica vissuta, ha concluso il suo legale, "non l'ho mai visto sconfortato, ma anzi deciso nel sostenere la sua estraneità ai fatti a lui contestati".
Il ragioniere Giulio Corno attende la conclusione delle indagini preliminari, da uomo libero.

Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.