Indagine Pasimafi: anche il dottor Guido Fanelli non risponde alle domande del Gip

Guido Fanelli
Il dottor Fanelli, che ha trascorso l'infanzia e la giovinezza a Olgiate Molgora dove suo padre ha ricoperto per alcuni anni il ruolo di segretario comunale, è ritenuto uno dei massimi esperti a livello nazionale - e non solo - di cure palliative e terapia del dolore, arrivando a ricoprire l'incarico di responsabile della struttura complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma.
È stato tratto in arresto - unitamente ad altri 18 tra dirigenti medici e imprenditori del settore farmaceutico - una settimana fa, nell'ambito dell'"Indagine Pasimafi" (dal nome dello yacht che egli avrebbe ottenuto come "benefit" attraverso le attività illecite che gli vengono contestate) coordinata dalla Procura di Parma, che ha portato ad indagare 75 persone (tra cui, secondo quanto è emerso, anche la moglie e i due figli maschi del medico olgiatese) e ad individuare 17 aziende coinvolte in presunte attività illecite.
La vasta indagine disvela, secondo l'accusa, un vero e proprio "sistema corruttivo" di cui il luminare olgiatese sarebbe il principale promotore, un presunto "boss" - un'espressione che deriva da alcune frasi ed espressioni frutto di intercettazioni a lui attribuite e rese note dagli inquirenti - che dalla sua posizione privilegiata avrebbe controllato ditte farmaceutiche, attività commerciali, congressi medici, le stesse ricerche e sperimentazioni cliniche che sarebbero state svolte illecitamente su pazienti tenuti all'oscuro.
Attività commerciali fittizie avrebbero agito attraverso prestanome incamerando e monetizzando le somme elargite dalle ditte farmaceutiche attraverso l'emissione di documentazione fittizia. Cifre che poi sarebbero state reinvestite in beni di ingente valore (autovetture o yacht, come il "Pasimafi"), ovvero stornate su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l'identificazione e la provenienza dei flussi di denaro.
Un complesso sistema corruttivo realizzato per incamerare patrimoni illeciti attraverso l'asservimento agli interessi commerciali di alcune case farmaceutiche, interessate a creare una propria "zona" di influenza su pubblici ufficiali per la promozione e la diffusione illecita dei loro prodotti. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio (attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere), all'abuso d'ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.