La Valletta: Antonio Redaelli e le sue foto nelle avventure in Turchia, Siria e Giordania
Una Fiat Uno e una Volkswagen Passat, una sacca nel baule, una guida turistica della Lonely Planet nel vano portaoggetti, vera Bibbia per il viaggiatore di un paio di decenni fa, il passaporto, qualche amico con cui condividere il viaggio, e poco più. Con pochi strumenti e molto spirito di avventura partiva per la Turchia nell'agosto del 1989 Antonio Redaelli residente a Sirone, che venerdì sera presso la sede del CAI allo Stadio Idealità di La Valletta ha mostrato le fotografie scattate durante i suoi viaggi in Medio-oriente.
Al posto del navigatore satellitare, la bussola. Bed & Breakfast non esistevano, contavano spesso sulla generosità delle gente locale. Nessuna macchinetta fotografica digitale. Era munito a tracolla di una Canon AE1, rigorosamente manuale con obiettivo intercambiabile. Di scorta aveva un grandangolo per le immagini ravvicinate, uno zoom e un teleobiettivo per le lunghe distanze.
Certo, qualche precauzione in più la metterebbe. Magari eviterebbe di tornare in Siria e in Giordania, come fece nel 1990 due giorni dopo l'invasione di Saddam Hussein in Kuwait. Intanto le immagini scorrevano venerdì sera mentre Antonio Redaelli raccontava gli episodi collegati ad esse. Non era una presentazione in Power Point, ma un amarcord tecnologico. Le diapositive disposte in fila sui caricatori le ha mostrate in successione sulla parete a cinque metri dal proiettore sistemato sul piedistallo. Dal tipico suono meccanico dello scatto, le riproduzioni ci mettevano quel mezzo secondo prima di essere a fuoco. «La stampa sulle diapositive era più economica rispetto a quella fotografica. Avendo molti rullini è stato meglio così». Per circa un'ora e mezza sono stati raccontati gli aneddoti che ogni scatto racchiude in sé. Istanbul, il Mar Nero, il Monte Ararat al confine orientale della Turchia.
E poi il traffico stradale di Aleppo dove il più forte vince, ma anche la sua cittadella molto viva. Sempre in Siria ha visitato il Crac des Chavaliers, l'avamposto dei crociati sulla via per Gerusalemme. E poi Homs, il sito archeologico di Palmira di una vastità impressionante. Le espressioni sul volto e gli stati d'animo dei presenti sarebbero stati meno rattristiti e amareggiati se oggi questi luoghi fossero ancora visitabili, se non fossero stati distrutti dalle bombe e dai missili negli ultimi sette anni.
Se Raqqa non fosse la roccaforte di Daesh o Isis, come dir si voglia, e il suo lago artificiale fosse ancora fruibile. I ricordi migliori della Giordania sono legati a Petra, la città scavata nelle rocce, ma anche il Monte Nebo e la depressione a quasi - 400 metri del Mar Morto.
L'evento di venerdì 21 aprile è stato l'ultimo di una serie. Nelle settimane passate anche altri viaggiatori hanno condiviso i propri ricordi di viaggio. Le altre mete sono state la Mongolia, il Giappone, Salvador e la Namibia. Visto il successo di questa prima edizione la sindaca Roberta Trabucchi pensa di riproporlo anche il prossimo anno.
Antonio Redaelli
Al posto del navigatore satellitare, la bussola. Bed & Breakfast non esistevano, contavano spesso sulla generosità delle gente locale. Nessuna macchinetta fotografica digitale. Era munito a tracolla di una Canon AE1, rigorosamente manuale con obiettivo intercambiabile. Di scorta aveva un grandangolo per le immagini ravvicinate, uno zoom e un teleobiettivo per le lunghe distanze.
In primo piano il vecchio proiettore con le diapositive
A partire dai 25 anni, durante le ferie estive lasciava l'officina meccanica di famiglia dove lavora tuttora e salpava in automobile senza fare troppi progetti. Nel 1989 in Turchia appunto, nel '90 in Siria e in Giordania, l'anno successivo in Marocco, nel 1992 nei Paesi dell'est liberati dall'Unione sovietica e poi ancora in Siria e Giordania nel 1993. Negli anni successivi ha abbandonato la macchina per planare oltreoceano. Il prossimo viaggio? Probabilmente in moto, destinazione Ucraina, ma finora è tutto da decidere. Redaelli, anche consigliere comunale a Sirone, ha mantenuto lo spirito del viaggiatore. «Per l'Ucraina serve il visto? No. Qualsiasi mattina posso decidere di partire e andare».
La sindaca Roberta Trabucchi e il presidente del CAI Mario Brambilla
Certo, qualche precauzione in più la metterebbe. Magari eviterebbe di tornare in Siria e in Giordania, come fece nel 1990 due giorni dopo l'invasione di Saddam Hussein in Kuwait. Intanto le immagini scorrevano venerdì sera mentre Antonio Redaelli raccontava gli episodi collegati ad esse. Non era una presentazione in Power Point, ma un amarcord tecnologico. Le diapositive disposte in fila sui caricatori le ha mostrate in successione sulla parete a cinque metri dal proiettore sistemato sul piedistallo. Dal tipico suono meccanico dello scatto, le riproduzioni ci mettevano quel mezzo secondo prima di essere a fuoco. «La stampa sulle diapositive era più economica rispetto a quella fotografica. Avendo molti rullini è stato meglio così». Per circa un'ora e mezza sono stati raccontati gli aneddoti che ogni scatto racchiude in sé. Istanbul, il Mar Nero, il Monte Ararat al confine orientale della Turchia.
E poi il traffico stradale di Aleppo dove il più forte vince, ma anche la sua cittadella molto viva. Sempre in Siria ha visitato il Crac des Chavaliers, l'avamposto dei crociati sulla via per Gerusalemme. E poi Homs, il sito archeologico di Palmira di una vastità impressionante. Le espressioni sul volto e gli stati d'animo dei presenti sarebbero stati meno rattristiti e amareggiati se oggi questi luoghi fossero ancora visitabili, se non fossero stati distrutti dalle bombe e dai missili negli ultimi sette anni.
Se Raqqa non fosse la roccaforte di Daesh o Isis, come dir si voglia, e il suo lago artificiale fosse ancora fruibile. I ricordi migliori della Giordania sono legati a Petra, la città scavata nelle rocce, ma anche il Monte Nebo e la depressione a quasi - 400 metri del Mar Morto.
Una cartina geografica su un fazzoletto di tela
L'evento di venerdì 21 aprile è stato l'ultimo di una serie. Nelle settimane passate anche altri viaggiatori hanno condiviso i propri ricordi di viaggio. Le altre mete sono state la Mongolia, il Giappone, Salvador e la Namibia. Visto il successo di questa prima edizione la sindaca Roberta Trabucchi pensa di riproporlo anche il prossimo anno.
Marco Pessina