Bernaga: il 27esimo 'Dies Natalis' di Madre Candida: la Fede deve coinvolgere il cuore

La Fede, il Credo. E' stato questo l'elemento sul quale monsignor Angelo Mascheroni, vescovo ausiliare emerito della Diocesi di Milano, ha incentrato la propria omelia pronunciata nella mattinata odierna dall'altare della piccola chiesetta interna al monastero delle Romite Ambrosiane, alla Bernaga, tornata ad ospitare, come ogni anno, il 26 ottobre, la celebrazione dell'anniversario del "Dies Natalis" di Madre Maria Candida Casero, la fondatrice, richiamata alla Casa del Padre ventisette anni orsono.

Mons. Angelo Mascheroni

Il celebrante, circondato da 18 sacerdoti del territorio o comunque legati al convento pereghino, dando lettura a degli appunti "buttati giù" per l'occasione, rifacendosi alle Scritture proposte nel corso della funzione, ha ricordato come "sull'altare ognuno di noi partecipa alla celebrazione" e come, in quel momento, "ci accompagna la Fede".
"Noi crediamo è un'espressione forte che dovrebbe impegnare tutto il nostro essere"
ha così affermato rivolgendosi ai tanti semplici cittadini presenti e alle religiose che, come sempre, hanno seguito la Messa in una sala laterale, separate da una grata. "La Fede - ha aggiunto l'alto prelato, fino al settembre 2015 delegato arcivescovile per il collegio degli esorcisti - deve coinvolgere il cuore, l'intimo di noi stessi, il profondo della nostra personalità".
Citando poi il Credo, ha rammentato come, "siamo certi che la morte non è l'ultimo capitolo della nostra esistenza, è solo il penultimo: poi c'è la Resurrezione" e dunque di come "crediamo nella vita eterna". Venendo a Madre Maria Candida, al secolo Bice Luigia, mons. Mascheroni ha sottolineato la devozione eucaristica della religiosa. "L'Eucarestia diventa ringraziamento, è il memoriale di Gesù, sposo delle monache e di Madre Candida. Celebrare e ascoltare la Messa è così il supremo momento di preghiera, di contatto con Dio. Non è una scena, uno spettacolo. E' un atto umano che si sta avvicinando al supremo atto del Signore che muore e risorge".

Al momento dei ringraziamenti, le romite, la cui intensa presenza alla funzione traspira ogni volta dalle voci soavi con i quali intonano i canti che allietano la celebrazione, oltre al mons. Mascheroni hanno ricordato coloro i quali hanno sostenuto Madre Maria Candida nel proprio percorso di ritorno alle origini del monachesimo, citando in primis Paolo VI e monsignor Macchi senza dimenticarsi della cognata della fondatrice, la signora Angela che, fino allo scorso anno, è stata presente ad ogni anniversario del "Dies Natalis" e del nipote che, quest'oggi, sedeva tra i fedeli.
A. M.
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