Il Granaio nelle parole di Costantino Scopel

Domenica 5 novembre 2005. In Brianza piove a dirotto, ma a Paderno c'è aria di festa. In via monsignor Pozzoni, l'edificio che per mezzo secolo ha accolto i bambini della scuola materna, diventa Casa per disabili adulti. Costantino Scopel, che insieme a Stella Brioschi, sua moglie, ha ideato e voluto "Il Granaio", è felice. A sei anni dalla prima lettera in cui si presentava l'iniziativa ("ero assessore a Lomagna" ricorda Bruno Mornati) si taglia il nastro. Sono stati anni difficili, ma don Paolo Ferrario, ex parroco che ha concesso l'ex asilo in comodato, e l'ex sindaco Valter Motta, che in Regione si è dato da fare, ci hanno creduto. Accanto a Scopel ci sono monsignor Giuseppe Merisi, ora vescovo a Lodi, Virginio Brivio, presidente della provincia di Lecco, e l'onorevole Maurizio Lupi.

Costantino Scopel

"Ricordo ancora quel giorno di grande felicità. Accanto a me c'era Stella, mia moglie, che cinque anni fa, ci ha lasciato. La nostra battaglia era cominciata molto tempo prima, con l'associazione Amici dei portatori di handicap di Cernusco. Marco, uno dei nostri figli - spiega Scopel - è disabile. Quando non potremo più aiutarlo - ci chiedevamo spesso cosa accadrà? L'idea del Granaio è nata così. Che la necessità di costruire qualcosa del genere fosse grande, lo dimostrano le liste di attesa sempre più lunghe. Molte volte, a chiederci ospitalità, sono genitori ottantenni con figli cinquantenni interessati da gravi disabilità. E noi, con dolore immenso, non possiamo farcene carico. Le istituzioni conoscono tutto questo, i legislatori anche. Ci chiediamo come, spesso, possano non essere consapevoli del bisogno che abbiamo. Da un paio d'anni siamo accreditati con Regione Lombardia per una parte degli ospiti, ma le necessità sono enormi e le difficoltà economiche non mancano A sostenerle sono in gran parte le rette. A darci una grossa mano per cominciare era stata la Fondazione Cariplo e l'Amministrazione provinciale di Lecco guidata da Virginio Brivio. A dieci anni dall'inaugurazione, abbiamo ancora debiti. Qualche Comune ci aiuta. Gli amministratori di Paderno d'Adda, fanno il possibile per darci una mano. Le nostre operatrici sono bravissime. Dalla "Vecchia Quercia" fanno il possibile per creare ponti ed occasioni di socializzazione, ma i volontari dovrebbero rappresentare il nostro ponte con l'esterno. Quando qualcuno entra, per portarli a messa, al parco, per un paio d'ore di compagnia, i sorrisi e gli abbracci dei ragazzi, sono la ricompensa che riceveranno. E, ne sono certo, scalderà a lungo i loro cuori".
S.P.

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