Osnago: il volto pulito ed entusiasta di un'Italia giovane che si dona gli altri. Il racconto di cinque volontari con gli ultimi

Etiopia, Bolivia e Francia. In queste nazioni hanno trascorso parte del periodo estivo cinque ragazzi osnaghesi che hanno deciso di spendersi per il prossimo e fare un'esperienza di vita che ha cambiato il loro modo di vedere il quotidiano, rimettendosi in discussione in prima persona. Venerdì sera sono stati i protagonisti dell'appuntamento "I caffè del venerdì", proposto dal "Centro socio culturale Giuseppe Lazzati" di Osnago presso il "Circolino".

Laura, Veronica, Lorenzo, Francesca e Luca

Molte persone si sono sedute ad ascoltare il racconto dei giovani, a cominciare da quello di Luca che ha trascorso un mese nella missione di Dilla in Etiopia, attraverso l'associazione salesiana "Amici del Sidano" fondata dal sacerdote Elio Bonomi. Luca ha spiegato che, nella povera nazione africana in cui si utilizzano un alfabeto, un calendario e una scansione oraria differente dai nostri, la giornata iniziava all'alba con la S. Messa quotidiana a cui seguiva il lavoro di imbiancatura della scuola presente nella missione. «Dopo il pranzo - ha raccontato - si poteva scegliere tra il servizio alla mensa dei poveri e il supporto nell'insegnamento della lingua inglese ai circa 100 bambini della seconda classe della scuola primaria, e seguivano due ore in oratorio con 800 bambini. La giornata terminava poi con la recita del Rosario e un bel momento di condivisione». Luca ha esplicitato che la mensa offre un pasto giornaliero a base di zuppa e farina ai bambini molto poveri ma capaci di trasmettere tanto entusiasmo, come i conterranei che vivono sulle montagne a circa due ore di viaggio dalla missione di Dilla. «Ho scelto di fare un'esperienza come volontario per il desiderio di donarmi agli altri concretamente e dare una mano a Abba (cioè Don) Roberto che si prende cura della missione da 33 anni. Si è creato un forte legame di comunità, amicizia e condivisione con gli altri 13 ragazzi con cui sono partito. Ho vissuto l'esperienza in modo semplice e mi porto dietro il sorriso dei bambini e la grande ospitalità della popolazione».


Sempre per stare a fianco dei bambini, ma partecipando a un'iniziativa di Caritas, Laura ha scelto quale meta la Bolivia portando il messaggio di condivisione lanciato da Papa Francesco. «Con gli altri volontari ho seguito un gruppo di bambini da 0 a 20 anni, i più piccoli abbandonati dai genitori. Più erano grandi più era difficile comunicare con loro perché diventano subito adulti» ha spiegato.

Francesca, Veronica e Lorenzo si sono invece offerti come volontari aderendo alla proposta che il Decanato ha riservato ai giovani: l'accompagnamento di malati e pellegrini a Lourdes in affiancamento all'U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Per cinque giorni sono stati barellieri, trasportando i malati al Santuario mariano e seguendo un percorso di catechesi. «A volte il malato chiedeva sempre lo stesso accompagnatore, ma spesso ci si metteva a disposizione di chi aveva bisogno. All'inizio c'era un po' di timore non conoscendo i malati, poi si entrava in sintonia con loro e si instauravano bei rapporti» ha spiegato Francesca.


«E' stata una grande esperienza di vita. Lourdes è il luogo dove si va per ritrovare se stessi e rinnovarsi» ha commentato Lorenzo e proprio per questo, dopo le tante fatiche della giornata, ci si poteva dedicare alla riflessione personale o in piccoli gruppi. «Attorno alla grotta c'era sempre molta gente che parlava lingue diverse, ma dopo l'ultima funzione religiosa si poteva restare in raccoglimento davanti alla statua della Madonna» ha concluso Veronica, ricordando anche le processioni au flambeaux nel piazzale antistante il Santuario.

Chi vicino a casa chi in altri continenti, i cinque ragazzi hanno trasmesso ai presenti il loro entusiasmo lasciando trapelare le grandi emozioni vissute in prima persona, consapevoli del cambiamento avvenuto nella loro vita grazie al desiderio di donare il proprio tempo e le proprie energie per l'altro.

Federica Conti

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