Airuno: mons. Stucchi alla Rocchetta invita a non perdere il senso vero dell'esistenza
Sua eccellenza monsignor Luigi Stucchi ha scelto, per sua stessa ammissione, un luogo "bellissimo dove è possibile ammirare la bellezza della natura che rinasce e dell'arte" per celebrare la Santa Messa del lunedì dell'Angelo.
Il santuario della Madonna Addolorata alla Rocchetta di Airuno è infatti il posto ideale per trascorrere una giornata di festa, come hanno dimostrato le tante famiglie presenti alla tradizionale sagra dell'uovo sodo organizzata dalla Pro Loco.
Prima di trascorrere all'aria aperta il pomeriggio di Pasquetta, i fedeli hanno però gremito il santuario per ascoltare la sempre piacevole omelia del vescovo ausiliare di Milano e membro della commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università.
"Chiunque pronunci una parola desidera sempre che ci sia qualcuno ad ascoltarla e viverla - ha esordito monsignor Stucchi nell'omelia - ma ci sono tante parole che vengono dimenticate e sono difficili da vivere, soprattutto nel nostro tempo. Noi sappiamo però che c'è una parola intramontabile, decisiva, e che se non riusciamo a farcela entrare nel cuore rischiamo di perdere il senso della vita: è la parola del Cristo risorto, parola di salvezza e di speranza. Oggi la celebriamo, non nel giorno successivo alla Pasqua ma nel giorno in cui la Pasqua continua per raggiungere tutti e rivelare il senso e la pienezza della vita anche nelle prove e nelle sconfitte quotidiane".
"Il nostro compito - ha continuato l'ex direttore del settimanale diocesano lecchese "Il Resegone" - è quello di diventare custodi della parola di Cristo risorto, e per farlo dobbiamo donare la nostra vita. Guardiamo all'esempio delle persone che si prendono cura degli altri o di coloro che hanno ruoli di responsabilità e che devono donare di più e meglio, come Gesù che ha fatto dono di sé a tutti noi".
Durante la giornata monsignor Luigi Stucchi ha avuto modo visitare la "Casa della Provvidenza", la struttura destinata all'housing sociale inaugurata lo scorso settembre e gestita dall'associazione culturale "Solleva".
Proprio riferendosi a questa realtà, sempre nell'omelia, Sua Eccellenza ha spiegato che il bello della comunità cristiana risiede nella sua imperfezione, perché ognuno vi è accolto e può dare il proprio contributo per migliorarla e farla crescere.
"Tutti, anche i più preparati, possono ignorare la realtà vera di Cristo; nessuno va lasciato solo nell'ignorare il mistero di Dio, soprattutto coloro che vivono situazioni difficili, perché come dice papa Francesco "la cultura dello scarto è alla base dei tanti conflitti che feriscono il mondo".
Così, chiedendo all'Angelo della resurrezione di aiutare i presenti a riconoscere il Cristo risorto, anche nella debolezza e nella confusione dei nostri giorni, come le donne che giunsero al sepolcro, il vescovo di Milano ha impartito la benedizione ed è stato ringraziato dagli applausi dei fedeli.
Al termine della funzione ha quindi preso il via la sagra, e tra le tavole non poteva certo mancare un piatto di uova sode, inclusa quella dell'ospite d'onore.
Il santuario della Madonna Addolorata alla Rocchetta di Airuno è infatti il posto ideale per trascorrere una giornata di festa, come hanno dimostrato le tante famiglie presenti alla tradizionale sagra dell'uovo sodo organizzata dalla Pro Loco.
Prima di trascorrere all'aria aperta il pomeriggio di Pasquetta, i fedeli hanno però gremito il santuario per ascoltare la sempre piacevole omelia del vescovo ausiliare di Milano e membro della commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università.
"Chiunque pronunci una parola desidera sempre che ci sia qualcuno ad ascoltarla e viverla - ha esordito monsignor Stucchi nell'omelia - ma ci sono tante parole che vengono dimenticate e sono difficili da vivere, soprattutto nel nostro tempo. Noi sappiamo però che c'è una parola intramontabile, decisiva, e che se non riusciamo a farcela entrare nel cuore rischiamo di perdere il senso della vita: è la parola del Cristo risorto, parola di salvezza e di speranza. Oggi la celebriamo, non nel giorno successivo alla Pasqua ma nel giorno in cui la Pasqua continua per raggiungere tutti e rivelare il senso e la pienezza della vita anche nelle prove e nelle sconfitte quotidiane".
"Il nostro compito - ha continuato l'ex direttore del settimanale diocesano lecchese "Il Resegone" - è quello di diventare custodi della parola di Cristo risorto, e per farlo dobbiamo donare la nostra vita. Guardiamo all'esempio delle persone che si prendono cura degli altri o di coloro che hanno ruoli di responsabilità e che devono donare di più e meglio, come Gesù che ha fatto dono di sé a tutti noi".
Durante la giornata monsignor Luigi Stucchi ha avuto modo visitare la "Casa della Provvidenza", la struttura destinata all'housing sociale inaugurata lo scorso settembre e gestita dall'associazione culturale "Solleva".
Proprio riferendosi a questa realtà, sempre nell'omelia, Sua Eccellenza ha spiegato che il bello della comunità cristiana risiede nella sua imperfezione, perché ognuno vi è accolto e può dare il proprio contributo per migliorarla e farla crescere.
"Tutti, anche i più preparati, possono ignorare la realtà vera di Cristo; nessuno va lasciato solo nell'ignorare il mistero di Dio, soprattutto coloro che vivono situazioni difficili, perché come dice papa Francesco "la cultura dello scarto è alla base dei tanti conflitti che feriscono il mondo".
Al centro mons. Luigi Stucchi. Accanto il sindaco di Airuno Adele Gatti e il parroco di San Zeno don Giancarlo Cereda
Così, chiedendo all'Angelo della resurrezione di aiutare i presenti a riconoscere il Cristo risorto, anche nella debolezza e nella confusione dei nostri giorni, come le donne che giunsero al sepolcro, il vescovo di Milano ha impartito la benedizione ed è stato ringraziato dagli applausi dei fedeli.
Al termine della funzione ha quindi preso il via la sagra, e tra le tavole non poteva certo mancare un piatto di uova sode, inclusa quella dell'ospite d'onore.
Matteo Fratangeli