Mandic: la camera mortuaria è accogliente, discreta, pulita ma ha orari ridotti e preclusi ai lavoratori. E quindi poco fruibile


Per il parente rappresenta il luogo dove trascorrere le ultime ore con il proprio caro estinto. Da qualche anno la morgue dell'ospedale Mandic è stata sistemata e resa più accogliente e discreta. C'è una sala di attesa, con tre stanze dove all'interno viene posto il feretro, con gli arredi che l'impresa di pompe funebri concorda con la famiglia. Ci sono generalmente un bel tappeto, alcuni ceri, un pannello con un ritratto religioso e i fiori. Una porta scorrevole chiude il locale dalla sala di attesa e così se ci sono più persone accomunate dal lutto è possibile tirarsi la porta alle spalle e rimanere nel proprio dolore. Il vecchio obitorio, che si trova poco distante, vicino alla chiesa, era situato in uno stabile ormai in decadenza, dove tra l'altro le stanze erano aperte e comunicavano tra loro, togliendo quella riservatezza necessaria e doverosa ai famigliari. Ora è decisamente tutto diverso, segnale dell'attenzione posta a questa fase della degenza ospedaliera, che si conclude con il decesso.
C'è un però. Gli orari. Il servizio, infatti, è gestito da una cooperativa che garantisce la presenza di un addetto dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13 alle 16. Due parentesi, distanziate l'una dall'altra di una sola mezzora, e che impediscono ai parenti sia di andare a casa per un pur frugale e veloce pasto che a coloro che lavorano di fare una visita, prima del funerale, al defunto, salvo prendere ore di ferie.


Tutti i giorni, indistintamente, infatti la camera mortuaria apre molto presto al mattino, chiude 30 minuti e riapre fino alle 16, cuore dell'orario lavorativo per la totalità di dipendenti o comunque liberi professionisti che in quella fascia cercano di mettere a profitto il tempo.
Le 7 ore a disposizione per rimanere con il parente sono di sicuro tante e comunque adeguate a rendere meno pesante il distacco ma di certo una migliore ripartizione durante la giornata agevolerebbe anche i lavoratori. Consentire infatti di far visita, magari dalle 16 alle 19 invece che dalle 13 alle 16 sarebbe un'ottima soluzione, così da rendere meno lunga anche l'attesa fino al mattino seguente per la successiva apertura.
Un segnale di ulteriore attenzione all'utenza, nel momento più tragico e doloroso della permanenza in ospedale.
S.V.
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