La Merate che non c’è più/5: in Via S.Ambrogio, le botteghe di Felice e Francesco Villa. Il ''muleta'' e il negozio Calze per tutti
Via Sant'Ambrogio era un pullulare di attività che bene si addicevano allo stile di vita dei tempi: fruttivendoli, calzolai, macellerie, sarti, casalinghi. In poche centinaia di metri si trovava tutto e la cordialità e la simpatia erano di casa. Perché, infatti, non è un caso se ancora oggi i clienti di allora bene si ricordano quei negozianti, quei volti ma soprattutto la loro professionalità e competenza unite a una devozione per chi entrava nella loro bottega.
Al civico 17 di Via Roma c'è l'arco di ingresso alle case popolari del comune. Qui nel locale a destra della volta, dove ora si trova uno studio professionale, c'era la bottega del "muleta", nome di battesimo Felice Villa. Originario della Selva di Imbersago, aveva aperto questo negozio di pochi metri quadrati e qui, da mattina a notte, svolgeva il suo lavoro di arrotino e di riparazione di ombrelli. Attività oggi praticamente inesistenti: i coltelli hanno lunga vita e le lame difficilmente si portano ad affilare, si fa prima a sostituire l'intero pezzo così come gli ombrelli che sono un po' "usa e getta" (quando non si perdono). Nel negozio del muleta, un locale piccolo, con pochi arredi spartani, qualche strumento indispensabile, una sedia e una finestra che dava su Via Sant'Ambrogio, i clienti portavano gli oggetti da riparare, non c'era alcuna vendita.
Spesso se si trattava di interventi di poco conto, Felice si metteva subito all'opera e con mano abile e svelta lavorava sul pezzo e lo restituiva in ordine al cliente, altrimenti se era necessario del tempo, dava appuntamento al committente a opera finita, dopo qualche giorno. Rimasto vedovo presto, Felice si era immerso nel lavoro. Era una persona molto particolare, schiva ma gentile, riservata, che teneva molto a fare bella figura con il suo cliente e prestava attenzione anche al minimo dettaglio. Pur trattandosi di ombrelli e coltelli, l'impegno e la cura che portava nelle riparazioni erano scrupolosissime. Chi lo conosceva lo vedeva ricurvo sulla lima, con gli attrezzi del mestiere in mano, concentratissimo, spesso fino a notte fonda.
Il figlio Francesco, che nella bottega era cresciuto, aveva assorbito lo spirito intraprendente del padre, la devozione al cliente ma la sua strada era un'altra.
A pochi numeri civici di distanza aveva aperto il negozio "Calze per tutti". Un vero gioiellino per uomo e donna, affacciato sempre su Via Sant'Ambrogio, vicino all'atrio Belgiojoso. Una vetrina con una porta a vetro, mostravano ai passanti questa bottega con un lungo bancone in legno e la scaffalatura marrone alle spalle.
Riposte in ordine meticoloso, con una loro logica che Francesco ben conosceva e dove poteva andare a colpo sicuro, c'erano decine di scatole. Al loro interno cravatte, sciarpe, calze di vari colori, marche, consistenze e tessuti. Un assortimento molto vasto che Francesco sapeva bene mostrare e illustrare al cliente, spesso di un certo livello e quindi desideroso di un accompagnamento all'acquisto che oggi diremmo "d'altri tempi". A destra del bancone c'era un mobile a vetrina con all'interno articoli di maglieria delle più svariate marche: Armida (sartoria di Lecco), Fontana, Imec, Diana. Tutti marchi storici di cui oggi, per alcuni, se ne conserva solo il ricordo.
"Calze per tutti" rimase in Via Sant'Ambrogio fino agli inizi degli anni Sessanta quando l'attività, ingrandendosi, si trasferì in Piazza Prinetti diventando "Mondo Elegante" fino alla definitiva cessione da parte dei proprietari, avvenuta a fine anni Settanta.
5/continua
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Il negozio di Cechin Muleta, indicato dalla freccia
Al civico 17 di Via Roma c'è l'arco di ingresso alle case popolari del comune. Qui nel locale a destra della volta, dove ora si trova uno studio professionale, c'era la bottega del "muleta", nome di battesimo Felice Villa. Originario della Selva di Imbersago, aveva aperto questo negozio di pochi metri quadrati e qui, da mattina a notte, svolgeva il suo lavoro di arrotino e di riparazione di ombrelli. Attività oggi praticamente inesistenti: i coltelli hanno lunga vita e le lame difficilmente si portano ad affilare, si fa prima a sostituire l'intero pezzo così come gli ombrelli che sono un po' "usa e getta" (quando non si perdono). Nel negozio del muleta, un locale piccolo, con pochi arredi spartani, qualche strumento indispensabile, una sedia e una finestra che dava su Via Sant'Ambrogio, i clienti portavano gli oggetti da riparare, non c'era alcuna vendita.
Felice Villa ritratto da una disegnatrice polacca che, negli anni Quaranta, passando da Merate
si fermò alla sua bottega e volle immortalarlo in uno schizzo a matita
si fermò alla sua bottega e volle immortalarlo in uno schizzo a matita
Spesso se si trattava di interventi di poco conto, Felice si metteva subito all'opera e con mano abile e svelta lavorava sul pezzo e lo restituiva in ordine al cliente, altrimenti se era necessario del tempo, dava appuntamento al committente a opera finita, dopo qualche giorno. Rimasto vedovo presto, Felice si era immerso nel lavoro. Era una persona molto particolare, schiva ma gentile, riservata, che teneva molto a fare bella figura con il suo cliente e prestava attenzione anche al minimo dettaglio. Pur trattandosi di ombrelli e coltelli, l'impegno e la cura che portava nelle riparazioni erano scrupolosissime. Chi lo conosceva lo vedeva ricurvo sulla lima, con gli attrezzi del mestiere in mano, concentratissimo, spesso fino a notte fonda.
Francesco Villa
Il figlio Francesco, che nella bottega era cresciuto, aveva assorbito lo spirito intraprendente del padre, la devozione al cliente ma la sua strada era un'altra.
A pochi numeri civici di distanza aveva aperto il negozio "Calze per tutti". Un vero gioiellino per uomo e donna, affacciato sempre su Via Sant'Ambrogio, vicino all'atrio Belgiojoso. Una vetrina con una porta a vetro, mostravano ai passanti questa bottega con un lungo bancone in legno e la scaffalatura marrone alle spalle.
Le vetrine di "Calze per tutti"
Riposte in ordine meticoloso, con una loro logica che Francesco ben conosceva e dove poteva andare a colpo sicuro, c'erano decine di scatole. Al loro interno cravatte, sciarpe, calze di vari colori, marche, consistenze e tessuti. Un assortimento molto vasto che Francesco sapeva bene mostrare e illustrare al cliente, spesso di un certo livello e quindi desideroso di un accompagnamento all'acquisto che oggi diremmo "d'altri tempi". A destra del bancone c'era un mobile a vetrina con all'interno articoli di maglieria delle più svariate marche: Armida (sartoria di Lecco), Fontana, Imec, Diana. Tutti marchi storici di cui oggi, per alcuni, se ne conserva solo il ricordo.
Un defilé di moda al circolo della stampa, organizzato dall'azienda Diana con la partecipazione anche del negozio di Francesco Villa
"Calze per tutti" rimase in Via Sant'Ambrogio fino agli inizi degli anni Sessanta quando l'attività, ingrandendosi, si trasferì in Piazza Prinetti diventando "Mondo Elegante" fino alla definitiva cessione da parte dei proprietari, avvenuta a fine anni Settanta.
5/continua
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Saba Viscardi