Merate: prevenzione del tumore al seno, ben 55 le donne che hanno partecipato all’iniziativa di 'Lilt', ospedale e Fare salute


Una risposta eccezionale e superiore alle aspettative ha ricevuto l’iniziativa di LILT (Lega Italiana Lotta Tumori), Associazione Fare Salute e Ospedale Mandic, che, nell’ambito del mese della prevenzione del tumore al seno, giovedì 21 ottobre ha offerto visite senologiche gratuite condotte dalla dottoressa Carla Magni e da alcuni collaboratori. I controlli periodici e una diagnosi precoce sono molto importanti per scongiurare il rischio di un tumore o per intervenire in tempo e, come ha sottolineato la dottoressa Silvia Villa, responsabile del day hospital oncologico del Mandic nonché presidente della LILT di Merate, le circa 55 visite realizzate nell’arco di poche ore, dalle 10 alle 17, “sono un risultato molto importante poiché indicano un elevata attenzione nei confronti della prevenzione”. Le visite, svoltesi presso il poliambulatorio dell’ospedale Mandic, hanno visto un’elevata affluenza tanto che negli ultimi giorni le volontarie della LILT che raccoglievano le adesioni ne hanno dovuto rifiutare alcune. Come dicevamo in totale sono ben 55 le donne che son state visitate dalla dottoressa Magni e dai suoi collaboratori. L’età media delle donne che si sono sottoposte alla visita senologica è stata piuttosto bassa, tra i 30 ed i 50 anni, con la presenza di diverse ragazze giovani, intorno ai 25 anni. “Questi dati ci confortano e ci inviano un messaggio positivo perché indicano che c’è consapevolezza dell’importanza della prevenzione”. Fortunatamente sono solo 3 i casi in cui è stata diagnosticata la patologia e comunque l’attività di prevenzione ha funzionato egregiamente poiché si tratta di uno stadio iniziale. In diversi altri casi sono stati prescritti degli accertamenti più che altro in termini di prevenzione, infatti generalmente le visite si sono concluse con suggerimenti per la prevenzione mirati in base alle diverse età delle pazienti. “Siamo stati molto soddisfatti del successo dell’iniziativa, se ci fossimo aspettati una simile adesione avremmo organizzato due giorni piuttosto che uno” ha commentato la dottoressa Magni. “Stiamo già pensando a realizzarne un’altra” ha spiegato la dottoressa Villa. Per quanto riguarda la cura della patologia il Day Hospital Oncologico di Merate ha tutte le carte in regola per attestare un’offerta sanitaria all’altezza delle aspettative di salute dei cittadini. Prevede infatti la prescrizione di farmaci, le visite di controllo e il follow up dei pazienti oncologici e le visite ematologiche. Ma, soprattutto, ha lo scopo, come sottolinea Silvia Villa, di “salvaguardare il ruolo centrale del paziente all’interno del percorso di cura, garantire l’offerta del miglior trattamento possibile favorendo la collaborazione tra ASL, i medici di famiglia e le strutture afferenti al DIPO (Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico)”.
Le dottoresse Silvia Villa e Carla Magni
Fondamentale in questo senso, è la collaborazione tra Day Hospital Oncologico e la struttura di Chirurgia Generale: qui si sviluppa l’attività di chirurgia senologica, che prevede attività ambulatoriali (visite e medicazioni), attività di diagnostica interventistica (ago aspirato e core biopsy in collaborazione con radiologi e anatomo-patologi) e attività chirurgiche (biopsie radioguidate, linfonodo sentinella, chirurgia conservativa, chirurgia demolitiva e plastico-ricostruttiva). I progressi della chirurgia hanno influenzato positivamente gli interventi sul tumore al seno, come spiega Carla Magni: “Oggi si fanno interventi conservativi perché si può intervenire sulle donne senza menomarle, grazie anche al fatto che le pazienti arrivano alla diagnosi sempre più precocemente. L’individuazione di lesioni sempre più piccole comporta enormi vantaggi per la paziente perché consente la conservazione del seno. Altra grande innovazione che ha cambiato l’approccio chirurgico è il linfonodo sentinella: oggi, facendo la biopsia del linfonodo sentinella, e quindi asportando un solo linfonodo, asportiamo gli altri solo quando è realmente necessario. In più, oggi, gli altri linfonodi sono asportati con la chirurgia gentile, cercando di evitare il più possibile le strutture vascolari e nervose”. È importante ricordare che la percentuale degli interventi non demolitivi effettuati al Mandic è dell’87%, mentre il rapporto tra il numero di linfonodi sentinella asportati, rispetto al numero di pazienti su cui si effettua la biopsia del linfonodo sentinella, è inferiore allo standard stabilito dagli indicatori di performance ospedaliero: questo significa che quasi sempre si riesce ad identificare un linfonodo sentinella.
Carolina Dell’oro

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