Merate: il bilancio sociale della Fabio Sassi. Conti in rosso per 142mila euro. Hospice in disavanzo per 433.267,23 euro

Se i conti sono in disavanzo, ormai strutturale, da anni non così le forze, lo spirito, le attività, il numero di soci e volontari che crescono, si rafforzano e confermano che l'associazione Fabio Sassi con l'Hospice è ormai una realtà unità e insostituibile non solo per il territorio, presa da esempio a livello nazionale, continuamente citata in convegni e seminari sulle cure palliative.


È quanto emerge dal bilancio sociale del gruppo, presieduto dall'ing. Domenico Basile, che punta alla valorizzazione della vita umana e della malattia, nelle sue fasi finali dando sollievo al paziente e alla famiglia,  non dimenticandosi di tutti quegli aspetti, come la vita di relazione, gli affetti, i desideri, che diventano forti e importanti nell'ultimo tratto. 
Dal punto di vista economico il risultato di bilancio è negativo per - 142.041 euro ed è pari all'9% dei costi totali (1.604.376,08 €). Il disavanzo dell'Hospice nel 2012 è stato di 433.267,23 € e nel decennio ha raggiunto quota 3,3 milioni di euro.
 


Le negatività di bilancio non hanno impedito, come dicevamo, la crescita umana e sociale dell'associazione e delle sue strutture. In Hospice nel 2012 si sono registrati 226 ricoveri con 3555 giornate di degenza nell'anno.

Nell'esercizio 2012 le risorse umane impegnate nelle attività sono risultate così suddivise:
• 241 volontari di assistenza, accoglienza, organizzazione
• 20 operatori sanitari dipendenti (infermieri professionali, OSS)
• 6 collaboratori professionali sociosanitari (medici, psicologo, assistente sociale)
• 2 operatori amministrativi dipendenti
• 5 collaboratori professionali amministrativi

L'impegno dei 241 soci (catalogati come coloro che "prestano servizio volontario non retribuito finalizzato all'assistenza dei malati terminali. Sono compresi in questa definizione sia coloro che prestano direttamente assistenza ai malati sia coloro che collaborano per tutte le attività di natura organizzativa, amministrativa, promozionale e di raccolta fondi necessarie al funzionamento dell'Associazione") è stimato a circa 24.952 ore, corrispondenti a 104 ore annue per ciascun volontario.
Il loro servizio, nei vari ambiti, corrisponde al 42% delle ore complessive erogate e al 38% del valore prodotto.
Dal 2009 il numero dei dipendenti si è assestato a 20 unità.

 


Per quanto riguarda l'Hospice, dove il ricovero è finalizzato non tanto alla cura della malattia ma al controllo dei sintomi che essa provoca, alla riduzione della sofferenza, al supporto al malato e alla sua famiglia, nel 2012 i ricoveri per i 12 posti letto sono stati 226, con una durata media di degenza di 15.73 giorni a cui corrisponde un indice di rotazione dei posti letto pari a 23.2. Il tasso di occupazione dei posti letto è stato 81.16%, pari al rapporto tra le giornate di degenza effettive (3555) e quelle teoriche (12x365).


Per ogni giornata di degenza, il rimborso erogato dalla regione Lombardia è di 229,5 euro.
A un rimborso però di 229,5 euro, corrisponde un costo unitario sostenuto di 358,6 euro, che porta dunque a un disavanzo giornaliero per utente pari a 130 euro, finanziato con le attività di raccolta. Nel 2005  tale disavanzo era circa la metà, in quanto la spesa era di 281 euro e il contributo ASL di 214.
 

 

Sul fronte dell'assistenza domiciliare, altro fiore all'occhiello dell'associazione e del servizio di cure palliative, i malati assistiti da volontari nel 2012 sono stati 29, contro i 24 del 2011, per un numero complessivo di ore di assistenza pari a 855 (1014 nel 2011), con un indice di intensità di circa 30 ore/malato (42 nel 2011). Il numero dei malati seguiti complessivamente dalle équipes dell'ASL, nel distretto di Merate, è stato di 259 (272 nel 2011), il che indica che la presenza di un volontario è richiesta nel 11 % circa dei casi.
 


Insomma, come si vede anche dalle tabelle se la situazione non può dirsi rosea dal punto di vista economico/finanziario è pur vero che la macchina funziona. Volontari, operatori sanitari, medici, dirigenti, amministrativi tutti fanno e hanno fatto più di quanto loro richiesto. Dal punto di vista della formazione ci sono corsi e master all'avanguardia frequentati anche da soggetti provenienti da fuori provincia.
Il sistema si fonda sulle donazioni, le attività varie svolte durante l'anno, le iniziative di raccolta fondi. Ma soprattutto sui volontari, vera linfa di ogni realtà che arrivano dove lo Stato nemmeno si immagina.
S.V.

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