
La piccola Viola
Si chiama Viola, è la gioia di mamma Emanuela e papà Stefano e lo sarà presto, appena inizieranno a giocare insieme, anche del fratellino Elia da cui “è distanziata” solo due anni e mezzo. Nata lo scorso 15 dicembre, alle 17.04 per essere precisi, la piccina, 2chili e 610 grammi di tenerezza, può già vantare una “menzione d’onore”: Viola è infatti la bimba numero mille venuta alla luce nel corso del 2012 presso l’Ostetricia e Ginecologia del San Leopoldo Mandic. E’, idealmente, la bimba “salva nido” quindi. Già perché tra le tante pieghe della Spending Review, si ipotizzava anche la chiusura dei “punti nascita” con un numero di parti inferiore a 1.000 nell’arco dell’anno e dunque di quelle realtà inserite in contesti tutto sommato di piccole-medie dimensioni con l’ospedale di Merate.
“Anche noi ci siamo chiesti se effettivamente valesse la pena tener aperto un punto nascita come il nostro” fanno sapere dal reparto.
“Ma la risposta non può essere che sì. Prima di tutto perché solo in un contesto del genere si può creare un rapporto personale con le pazienti: il nostro modo di cura ricorda quello del medico condotto, con contatto diretto con l’utente che può venire a trovarci in qualsiasi momento sapendo di trovare qualcuno”. Ed in effetti, il “clima umano” che si respira in reparto è indubbiamente, insieme alla libertà di scelta lasciata alle partorienti, uno degli elementi di forza della struttura diretta da Gregorio Del Boca, preferita e apprezzata dalle signore residenti nell’ambito del meratese ma anche da un elevato numero di gestanti provenienti dalla cintura monzese, dall’isola bergamasca, dal lecchese e dalle valli. Ma non solo: recentemente, infatti è giunta al Mandic una donna “scesa” appositamente dalla Svizzera e un’altra signora, con una gravidanza difficile da portare a termine, ha dato alla luce, la scorsa settimana, il suo bambino dopo essere arrivata da sola addirittura dal Senegal. Con una “fama” che travalica i confini nazionali e il “passaparola positivo” tra neo mamme e future partorienti, anche quest’anno, dunque, il reparto ha raggiunto senza fatica la “fatidica” soglia delle mille nascita e chiuderà il 2012 con un totale che oscillerà tra i 1.030 e i 1.040 parti, in linea con la tendenza degli anni scorsi. Come affermato dalla letteratura, trattando una fascia così ampia di gestanti, si possono verificare tutte le patologie e ed i casi specifici legati al percorso nascita. Non sono dunque mancate, negli ultimi 12 mesi, gravidanze gemellari, pazienti diabetiche o con problematiche mediche particolari, casi di immunizzazione rh… Per fronteggiare quest’ultima situazione, particolarmente efficace risulta essere la collaborazione venutasi a creare con gli Stati Uniti e in modo particolare con il dottor Giancarlo Mari e i suoi colleghi, in contatto diretto via mail con il Mandic. Il nosocomio meratese è poi ben inserito anche nella “rete nazionale” con confronti aperti tra i professionisti operanti in reparto e gli esperti di altre realtà ospedaliere lungo lo Stivale, prevalentemente sul tema della sicurezza in sala parto, argomento sul quale il dottor Del Boca ha già proposto protocolli da condividere con anestesisti, ostetriche e infermieri per migliorare la qualità delle prestazioni attraverso “un modo più intelligente di fare medicina”. La sua professionalità e le sue doti, poi, hanno trovato la giusta vetrina nel corso dell’unico appuntamento congressuale proposto quest’anno dalla Società Italiana di Chirurgia Ginecologica, svoltosi proprio al Mandic e incentrato sulle “tre vie dell’isterectomia” come proposto dal primario meratese. Operando in diretta, in collegamento video con i professionisti riuniti nella sala riunioni scientifiche, Del Boca ha raccolto giudizi estremamente positivi da professori quali Ferrari, Frigerio e Vizza, vere autorità in materia, che l’hanno definito “degno di fare scuola”. Tale riconoscimento ha quindi elevato il primario a interlocutore di rilievo nel panorama dei medici ginecologi italiani e al contempo ha dato ulteriore valore alla struttura di Ostetricia e Ginecologia di Merate e al suo staff perennemente impegnato, seguendo il solco del direttore, in attività di ripasso e studio quale “ricetta” per far si che il Mandic non si fermi ad essere un “ospedale di paese” ma rappresenti una “piccola università”.
In questo quadro, importante dunque ricordare come, oltre ai 1.000 parti siano già stati effettuati anche circa 1.300 interventi di chirurgia ginecologica, numero quest’ultimo raggiunto operando solo due giorni e mezzo la settimana ma in linea con l’attività condotta da altri ospedali i cui operatori dispongono di sedute operatorie giornaliere. Tale risultato evidenzia quindi, empiricamente, le qualità operatorie e la velocità di esecuzione propria dell’equipe meratese, mostrate durante il congresso dal dottor Del Boca e applicate effettivamente in sala dai suoi collaboratori i quali, utilizzano le linee guida come alveo per esprimere la propria professionalità, personalizzando il trattamento, cucendo addosso il vestito della cura a ogni paziente.
A. M.