Dimezzati in 10 anni i trasferimenti ai comuni. Lecco perde 8 milioni di euro, pari a - 90%
Federalismo al contrario o federalismo boomerang. Non ha dubbi il senatore Antonio Rusconi commentando quanto il collega senatore Marco Stradiotto, su fonte ministeriale, ha rielaborato relativamente ai trasferimenti che lo Stato eroga ai comuni. Un gettito che, in dieci anni, si è praticamente dimezzato e che vede alcune realtà particolarmente penalizzate (guarda caso quelle del Nord, con in testa Monza, Padova e al quarto posto Lecco) e altre del sud che, invece, vanno a godere di vantaggi (come il caso unico di Caserta che si vede addirittura assegnare 90mila euro in più) oppure hanno un taglio percentuale decisamente ridotto Crotone (-5,91%), Catanzaro (- 5,67%), Reggio Calabria (-11,73%).
Un taglio quello fatto dallo Stato in maniera lineare che è andato a danneggiare tutti e in particolare gli enti economicamente sottodotati. Nel tabellone sono stati presi in considerazione i comuni capoluogo di Provincia. Si vede così che Monza subisce un taglio di 28milioni di euro pari al - 107,47%, Siena di oltre 11milioni di euro pari a - 94,12%, Padova di 45milioni di euro pari a -93,89%, Lecco di oltre 8 milioni pari a - 89,97%.
Se ai trasferimenti, se deduce dalla tabella, si valutano anche gli effetti della nuova Imposta Municipale Unica si comprende come la situazione possa dirsi disastrosa.
Una lettura del tabellone permette di trovare Imperia con un taglio del 47,02%, Siena 46,12%, Rimini del 41,22%, Lecce del 40,75% e Lecco con un - 39,63% mentre tra i comuni che si trovano con risorse minori si riscontrano Caserta con + 6,65%, nella scia negativa anche Napoli con - 10,10%.
"Se si analizza con attenzione uno studio sui trasferimenti ai capoluoghi di Provincia, ci si accorge finalmente che le promesse della Lega Nord per il federalismo e per dare più risorse al Nord negli ultimi 10 anni si è rivelato un vero boomerang" dichiara il parlamentare lecchese Antonio Rusconi "Lecco continua ad essere uno dei capoluoghi con meno trasferimenti e occorre trovare al più presto un sistema per garantire più equità e giustizia e premiare i Comuni più virtuosi. Anche sui dati del gettito Imu stimato dal Ministero dell'Economia c'è la necessità di adeguare i dati al reale gettito e dalle notizie che arrivano emerge in molti casi che i dati del Ministero, come a Lecco, sono sovrastimati, e di conseguenza i trasferimenti andrebbero adeguati".
TABELLA UNO
Un taglio quello fatto dallo Stato in maniera lineare che è andato a danneggiare tutti e in particolare gli enti economicamente sottodotati. Nel tabellone sono stati presi in considerazione i comuni capoluogo di Provincia. Si vede così che Monza subisce un taglio di 28milioni di euro pari al - 107,47%, Siena di oltre 11milioni di euro pari a - 94,12%, Padova di 45milioni di euro pari a -93,89%, Lecco di oltre 8 milioni pari a - 89,97%.
Se ai trasferimenti, se deduce dalla tabella, si valutano anche gli effetti della nuova Imposta Municipale Unica si comprende come la situazione possa dirsi disastrosa.
Una lettura del tabellone permette di trovare Imperia con un taglio del 47,02%, Siena 46,12%, Rimini del 41,22%, Lecce del 40,75% e Lecco con un - 39,63% mentre tra i comuni che si trovano con risorse minori si riscontrano Caserta con + 6,65%, nella scia negativa anche Napoli con - 10,10%.
Il senatore Antonio Rusconi
"Se si analizza con attenzione uno studio sui trasferimenti ai capoluoghi di Provincia, ci si accorge finalmente che le promesse della Lega Nord per il federalismo e per dare più risorse al Nord negli ultimi 10 anni si è rivelato un vero boomerang" dichiara il parlamentare lecchese Antonio Rusconi "Lecco continua ad essere uno dei capoluoghi con meno trasferimenti e occorre trovare al più presto un sistema per garantire più equità e giustizia e premiare i Comuni più virtuosi. Anche sui dati del gettito Imu stimato dal Ministero dell'Economia c'è la necessità di adeguare i dati al reale gettito e dalle notizie che arrivano emerge in molti casi che i dati del Ministero, come a Lecco, sono sovrastimati, e di conseguenza i trasferimenti andrebbero adeguati".
TABELLA DUE
Trasferimenti ai Comuni - Per garantire equità e giustizia sono necessari i fabbisogni standard.
A partire dal 2003 sino ad oggi è iniziato un taglio continuo e lineare ai trasferimenti degli Enti locali ed in particolare dei trasferimenti erariali ai Comuni .
Nel 2003 il totale dei trasferimenti agli enti locali era pari a 13 miliardi di €. Nel 2012, dopo tutti i tagli delle manovre precedenti e con l'approvazione del decreto salva Italia i trasferimenti destinati agli Enti locali ed erogati attraverso il fondo di riequilibrio, sono pari a circa 6 miliardi di €.
Il taglio di oltre 7 miliardi di € avvenuto negli ultimi nove anni è stato fatto in modo lineare.
Considerato che i trasferimenti sono storicamente sperequati, questi tagli lineari hanno danneggiato tutti ed in particolare gli enti sotto dotati economicamente.
Se a questo aggiungiamo il nuovo decreto sulla spending review, che decurta il fondo di riequilibrio di altri 500 milioni nel 2012 e 2 miliardi a partire dal 2013 comprendiamo che se il taglio non è selettivo si rischia effettivamente di riverberare ulteriori ingiustizie ed iniquità.
Sono necessari i parametri relativi ai fabbisogni standard in modo da ridistribuire il fondo perequativo in modo equo.
Oltre a questo è necessario rideterminare in modo più giusto i trasferimenti 2012. Il metodo adottato risulta troppo penalizzante per alcuni enti e poco per altri ed in particolare appare discriminante proprio nei confronti degli Enti più virtuosi.
Dov'è, secondo il nostro punto di vista, l'errore fatto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze?
Sta nel partire dai trasferimenti 2011 invece di analizzare quello che è il fabbisogno standard. Per comprendere la problematica basta analizzare dal sito del Ministero dell'Interno le assegnazioni provvisorie di ogni Comune italiano (all. A). Come si può notare da tale allegato vengono riportati i trasferimenti 2011, i tagli previsti dal DL 78 e dal DL 201 ed in particolare viene indicata la detrazione compensativa della perdita IRPEF immobili, oltre a togliere o ad aggiungere l'effetto positivo o negativo del passaggio dall'ICI all'IMU.
L'errore sta nella decurtazione del gettito IRPEF immobiliare in quanto quella entrata, sino allo scorso anno, confluiva nel fondo di riequilibrio nazionale e non arrivava al singolo Comune. Con l'istituzione dell'IMU l'IRPEF immobiliare non c'è più e di conseguenza va tolta dal Fondo di riequilibrio, ma questo va fatto a livello nazionale e non in ambito territoriale altrimenti si decurtano delle somme che i Comuni non hanno mai percepito direttamente e che erano già ricomprese e mediate dal fondo stesso. A titolo di esempio si cita il Comune di Napoli che nel 2011 era tra i Comuni con il trasferimento più alto e che a seguito dei calcoli del Ministero risulta essere nel 2012 tra quelli che subiscono il taglio meno pesante.
I dati dei trasferimenti ai comuni capoluoghi di Provincia (Tab.1) dimostrano che rispetto al 2011 comuni come Monza subiscono un taglio pari al 107,47%, Siena del 94,12%, Padova del 92,89%, Lecco del 89,97%. Se guardiamo la Tabella 1 partendo dal basso ci accorgiamo che viceversa Caserta riceve lo 0,45% in più, Catanzaro solo il 5,67% in meno e Crotone con una diminuzione del 5,91%.
Se oltre ai dati relativi ai trasferimenti 2012 confrontati con i trasferimenti 2011 valutiamo anche gli effetti sulle entrate del passaggio dall'ICI all'IMU (Tab 2) la situazione risulta comunque sperequata. Come si vede dalla tabella 2 possiamo notare che Imperia si trova con un taglio del 47,02%, Siena 46,12%, Rimini del 41,22%, Lecce del 40,75% mentre tra i comuni che si trovano con risorse minori troviamo Caserta con l'1,56%, nella scia negativa anche Napoli con il 10,10%.
Anche sui dati relativi al gettito IMU stimato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze c'è la necessità di adeguare i dati al reale gettito. Dalle notizie che arrivano dai comuni emerge in molti casi che i dati del Ministero sono sovrastimati e di conseguenza i trasferimenti andrebbero adeguati.
Elaborazione senatore Marco Stradiotto - Fonte dati Ministero dell'Interno
A partire dal 2003 sino ad oggi è iniziato un taglio continuo e lineare ai trasferimenti degli Enti locali ed in particolare dei trasferimenti erariali ai Comuni .
Nel 2003 il totale dei trasferimenti agli enti locali era pari a 13 miliardi di €. Nel 2012, dopo tutti i tagli delle manovre precedenti e con l'approvazione del decreto salva Italia i trasferimenti destinati agli Enti locali ed erogati attraverso il fondo di riequilibrio, sono pari a circa 6 miliardi di €.
Il taglio di oltre 7 miliardi di € avvenuto negli ultimi nove anni è stato fatto in modo lineare.
Considerato che i trasferimenti sono storicamente sperequati, questi tagli lineari hanno danneggiato tutti ed in particolare gli enti sotto dotati economicamente.
Se a questo aggiungiamo il nuovo decreto sulla spending review, che decurta il fondo di riequilibrio di altri 500 milioni nel 2012 e 2 miliardi a partire dal 2013 comprendiamo che se il taglio non è selettivo si rischia effettivamente di riverberare ulteriori ingiustizie ed iniquità.
Sono necessari i parametri relativi ai fabbisogni standard in modo da ridistribuire il fondo perequativo in modo equo.
Oltre a questo è necessario rideterminare in modo più giusto i trasferimenti 2012. Il metodo adottato risulta troppo penalizzante per alcuni enti e poco per altri ed in particolare appare discriminante proprio nei confronti degli Enti più virtuosi.
Dov'è, secondo il nostro punto di vista, l'errore fatto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze?
Sta nel partire dai trasferimenti 2011 invece di analizzare quello che è il fabbisogno standard. Per comprendere la problematica basta analizzare dal sito del Ministero dell'Interno le assegnazioni provvisorie di ogni Comune italiano (all. A). Come si può notare da tale allegato vengono riportati i trasferimenti 2011, i tagli previsti dal DL 78 e dal DL 201 ed in particolare viene indicata la detrazione compensativa della perdita IRPEF immobili, oltre a togliere o ad aggiungere l'effetto positivo o negativo del passaggio dall'ICI all'IMU.
L'errore sta nella decurtazione del gettito IRPEF immobiliare in quanto quella entrata, sino allo scorso anno, confluiva nel fondo di riequilibrio nazionale e non arrivava al singolo Comune. Con l'istituzione dell'IMU l'IRPEF immobiliare non c'è più e di conseguenza va tolta dal Fondo di riequilibrio, ma questo va fatto a livello nazionale e non in ambito territoriale altrimenti si decurtano delle somme che i Comuni non hanno mai percepito direttamente e che erano già ricomprese e mediate dal fondo stesso. A titolo di esempio si cita il Comune di Napoli che nel 2011 era tra i Comuni con il trasferimento più alto e che a seguito dei calcoli del Ministero risulta essere nel 2012 tra quelli che subiscono il taglio meno pesante.
I dati dei trasferimenti ai comuni capoluoghi di Provincia (Tab.1) dimostrano che rispetto al 2011 comuni come Monza subiscono un taglio pari al 107,47%, Siena del 94,12%, Padova del 92,89%, Lecco del 89,97%. Se guardiamo la Tabella 1 partendo dal basso ci accorgiamo che viceversa Caserta riceve lo 0,45% in più, Catanzaro solo il 5,67% in meno e Crotone con una diminuzione del 5,91%.
Se oltre ai dati relativi ai trasferimenti 2012 confrontati con i trasferimenti 2011 valutiamo anche gli effetti sulle entrate del passaggio dall'ICI all'IMU (Tab 2) la situazione risulta comunque sperequata. Come si vede dalla tabella 2 possiamo notare che Imperia si trova con un taglio del 47,02%, Siena 46,12%, Rimini del 41,22%, Lecce del 40,75% mentre tra i comuni che si trovano con risorse minori troviamo Caserta con l'1,56%, nella scia negativa anche Napoli con il 10,10%.
Anche sui dati relativi al gettito IMU stimato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze c'è la necessità di adeguare i dati al reale gettito. Dalle notizie che arrivano dai comuni emerge in molti casi che i dati del Ministero sono sovrastimati e di conseguenza i trasferimenti andrebbero adeguati.
Elaborazione senatore Marco Stradiotto - Fonte dati Ministero dell'Interno
