Airuno: Francesca Stucchi e la storia di Kwadzo Klokpah

Nella giornata di giovedì 18 dicembre la comasca Francesca Stucchi ha presentato il suo libro “Nel vento dei desideri” sul canoista Paralimpico Kwadzo Klokpah.
Nel primo pomeriggio l'autrice ha incontrato gli alunni della scuola secondaria di primo grado, che hanno scoperto la storia dell'atleta grazie alla collaborazione delle insegnanti Pinuccia Castelnuovo e Sonia Pieri con la biblioteca, per poi presentare, in un secondo momento, il testo alla cittadinanza.
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La scrittrice ha conosciuto il suo protagonista in una scuola del lecchese, dove l'atleta stava raccontando la sua carriera sportiva, ne è rimasta colpita ed ha deciso di intervistarlo, iniziando un percorso di scoperta del passato dell'atleta a lui stesso sconosciuto, trasposto, dopo un lavoro di tre anni, in questo romanzo. Il canoista è nato con una grave disabilità alle gambe in un piccolo villaggio del Ghana al confine con la savana.
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La sua condizione fisica, aggravata dalla malaria e problemi nell'assunzione del cibo, hanno spinto i suoi genitori ad abbandonarlo, lasciandolo alla cure della zia che l'ha cresciuto ai margini della società. Un giorno un missionario si è offerto di aiutarlo, per tentare un'operazione per raddrizzare le gambe. L'ospedale, grazie all'intervento dell'infermiera americana Connie, si è rivelata l'ancora di salvezza per il giovane, che a dieci anni viene portato in Italia da un volontario di nome Stefano, che decide di portarlo con sé per sottrarlo alla condizione di denutrizione e abbandono che era seguita all'operazione che aveva costato al bimbo una parziale amputazione di un arto.
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Giunto in Italia, un paese per il bimbo di baobab e riso, dopo il grande shock iniziale, la sua vita a Dervio è iniziata grazie al papà Stefano, la nonna Gemma e a tutta la comunità che l'ha accolto a braccia aperte. “Per lui l'Africa equivale alla sofferenza, per me invece rappresenta l'essenza stessa della vita: in un luogo di povertà emerge la vera natura dell'uomo” ha continuato l'autrice, spiegando come ancora oggi l'atleta, ormai trentaseienne, non senta il desiderio di tornare nella sua patria, preferendo il paese nel quale ha trovato un'opportunità di riscatti nello sport, nella famiglia e nell'amore. I personaggi della storia sono tutti reali, descritti in maniera veritiera per trasmettere a pieno le vicende e le emozioni provate da tutti coloro coinvolti nel percorso di crescita di Klokpah.
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La passione per la canoa è nata quando il ragazzo era già più che ventenne e lo ha portato, dopo tanti sforzi e impegno, a partecipare prima alle Paralimpiadi di Tokyo del 2020 e poi a Parigi 2024 pur gareggiando sfruttando solamente la parte superiore del corpo, a differenza di altri suoi “avversari” con disabilità diverse dalla sua. L'autrice ha raccontato diversi aneddoti che hanno scandito la vita del canoista, come l'arrivo in Italia e la sorpresa di vedere l'acqua scendere da un rubinetto, così come la gara quasi non svolta, per la mancanza della sua canoa che non era stata spedita dall'Italia, che permette ai lettori di immergersi a pieno nella sua storia. Il libro si conclude prima della sua gara alle Olimpiadi per due motivi: perché l'autrice voleva regalargli la sua storia al ritorno in Italia, ma soprattutto perché l'importanza del racconto non era la medaglia ma la vita di un uomo che va oltre i pochi secondi della competizione.
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La bibliotecaria Roberta Consonni, l'autrice Francesca Stucchi e il sindaco di Airuno Gianfranco Lavelli
“La sua storia dimostra la capacità dello spirito umano di trasformare gli ostacoli in opportunità, grazie anche alle persone che sempre lo stanno supportando perché lo stare bene ha a che fare con qualcuno che ti vuole bene” ha concluso la scrittrice, prima di rispondere e ascoltare le numerose domande e riflessioni dei ragazzi.
I.Bi.
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