“Montevecchia nel cuore”: parole, dialetto e memoria per raccontare il paese

Si è tenuta sabato 13 dicembre, alla Casetta Bis, la presentazione ufficiale del libro “Montevecchia nel cuore”, opera firmata da Carlo Conti e Gianluigi (Gianni) Vecchi e promossa da Pro Montevecchia con il sostegno dell’Amministrazione comunale. Una serata partecipata e sentita che ha messo al centro il valore della memoria, della lingua e del legame profondo con il paese.
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L'onore di aprire la serata è spettato al sindaco Ivan Pendeggia, che ha dato voce alla prefazione da lui stesso scritta. Un intervento incentrato sull’amore per il territorio, filo conduttore dell’intero volume. Un amore che, come ha sottolineato il primo cittadino, passa dalla tutela del patrimonio culturale, storico, ambientale e naturalistico e trova nella tradizione orale uno strumento essenziale di trasmissione. In questo percorso la lingua ha un ruolo chiave, e il dialetto ancora di più: radicato nella terra “come le radici di un albero”, capace di parlare a chi quel territorio lo conosce davvero. Da qui l’auspicio che il dialetto montevecchino possa essere riscoperto e studiato anche dai più giovani, quasi fosse una lingua antica, utile a comprendere meglio la storia e l’identità del paese.
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Alessandra Airoldi, Maurizio Mariani, Carlo Conti e Gianluigi Vecchi.

Il libro, stampato grazie alle risorse comunali destinate alla cultura, è stato definito dallo stesso Pendeggia un progetto “dei montevecchini per i montevecchini”. Non solo un’operazione editoriale, ma un investimento con uno sguardo al futuro: l’intero ricavato della vendita sarà infatti destinato a iniziative culturali e di aggregazione sociale rivolte ad adolescenti e giovani, con l’obiettivo di dare continuità ai valori che nascono e crescono nella comunità.
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“Montevecchia nel cuore” è un volume articolato in tre parti, che intrecciano stili e prospettive diverse. La prima raccoglie ricordi e poesie di Carlo Conti, scritte in dialetto montevecchino – con traduzione a fronte – e in lingua italiana. Un racconto intimo e “romantico”, come emerso anche dalle parole dell’autore, fatto di immagini dell’infanzia: la trebbiatura del fieno, la pigiatura dell’uva, i giochi nei cortili e nei boschi. Conti, lettore appassionato e collaboratore storico delle riviste informative locali, vive la scrittura come un modo per rivivere emozioni e dare forma ai ricordi; una scrittura che, anche quando diventa prosa, conserva naturalmente il ritmo e la musicalità della poesia. La seconda parte è affidata ai racconti di Gianluigi Vecchi, cinque storie di fiction ispirate a eventi reali, verosimili o completamente inventati, ma sempre ambientati a Montevecchia.
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Racconti brevi, di taglio narrativo, che spaziano dalla memoria della guerra a episodi immaginati della storia locale, passando per storie più leggere e persino per atmosfere da “mezzo thriller”. Vecchi ha raccontato il suo rapporto con il paese come quello di chi non è nato a Montevecchia, ma l’ha incontrata e scelta, definendo il trasferimento come “la decisione più felice” della propria vita e la scrittura come un modo per restituire qualcosa alla comunità che lo ha accolto. A chiudere il volume è una sezione fotografica di grande valore documentale, composta da cartoline e immagini d’epoca provenienti dalla collezione privata di Silvano Grassi, per lungo tempo attivo anche nella redazione di Informa Montevecchia. Uno sguardo visivo che completa e rafforza il racconto scritto, restituendo volti e scorci di un passato che continua a dialogare con il presente.
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Al termine della presentazione, gli autori si sono fermati per firmare le copie e condividere un momento conviviale con il pubblico, suggellando una serata semplice e autentica, proprio come lo spirito del volume. L’obiettivo dichiarato degli autori è semplice, ma ambizioso: riuscire a emozionare i lettori, anche solo per un istante, attraverso storie, parole e immagini che parlano di Montevecchia. Un libro che nasce dal paese e al paese torna, come gesto di memoria, appartenenza e condivisione.
M.Pen.

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