Il territorio rischia di essere isolato ma i nostri politici parlano di capre e tromboni

Il quadro è tanto semplice quanto sconfortante. E non bastano a migliorarlo le decine di comunicati che settimanalmente i nostri consiglieri regionali inviano raccontando la generosità della Lombardia nel finanziare le bande musicali, le capre orobiche, il contenimento delle nutrie, i lavori per piccoli smottamenti e altra ordinaria amministrazione. Quando, tra qualche mese e per un anno e mezzo come minimo chiuderà anche il ponte di Brivio, raggiungere l’altra sponda del fiume sarà impossibile, se non risalendo fino a Olginate o scendendo a Trezzo. Ecco, questo è il quadro del meratese. Che ci meritiamo a furia di votare per un partito e non per una persona. Ci meritiamo Maurizio Lupi, ci meritiamo Claudia Maria Terzi, ci meritiamo Alessandra Hoffman. Ci meritiamo il disagio di raggiungere Lecco impiegando un’ora o l’imbocco della tangenziale Est la mattina con lo stesso tempo. Ci meritiamo Mauro Piazza che quattro anni fa annunciava il prolungamento della tangenziale fino a Olginate. E ci meritiamo oggi Giacomo Zamperini che di tutto ci parla ogni giorno fuorché di come scavalcare l’Adda.
Ma, attenzione, non perché questi signori siano tutti di centrodestra, no assolutamente. E’ che questi signori – ma temiamo anche i loro attuali avversari - prima di combattere per il territorio che li ha eletti stanno bene attenti a non disturbare i livelli superiori. Perché prima viene la carriera politica con prebende e potere. E poi l’interesse del territorio.
Adesso anche Attilio Fontana ha preso coraggio alzando il tiro contro Matteo Salvini il quale mai ha avuto a cuore le ragioni del Nord. Con la battuta fulminante che l’amatriciana piace anche ai parlamentari settentrionali. Era ora.
Ma il problema - Zaia a capo delle truppe leghiste dell’Unione a parte - per noi resta. Per noi cittadini, per le nostre imprese, per gli studenti che usano i mezzi pubblici. Vogliono fare il ponte sullo stretto e non riescono nemmeno a realizzare il raddoppio della tratta Ponte San Pietro-Bergamo.
Ci prendono per il culo, è stata la sintesi dell’affollata e incendiata assemblea di Brivio. E stavolta la gente si sta incazzando sul serio. Così come si stanno accendendo gli animi attorno al progetto del ponte di Paderno.
Prima che la protesta prenda la piega della rivolta sarà bene che i sopra citati mettano da parte capre e tromboni e comincino a lavorare sul serio, con un progetto rapido e condiviso per il ponte sull’Adda a Paderno e altrettanto seriamente prendano le proposte uscite con fermezza dall’assemblea pubblica per ristrutturare al meglio il ponte di Brivio.
Per quanto valga tuttora il detto bossiano “paga, taci e lavora” non è che i nordisti locali siano sempre disposti a farsi venire le emorroidi a furia di prendere calci nel sedere da questi parolai campioni di poltronismo.
Claudio Brambilla
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