Montevecchia: alternative all'anfiteatro ci sono e le elezioni non c'entrano

 MONTEVECCHIA “IL NUOVO FONTANILE”
Il nuovo progetto presentato per la cosiddetta riqualifica dell’area di via del Fontanile divide. Da una parte viene presentata come un’iniziativa per promuovere “socialità, aggregazione, volontariato e attivismo civico, valorizzando l’attuale morfologia del territorio e risolvendo le attuali criticità di accessibilità all’area”. Dall’altra sorgono lecite perplessità relative all’impatto ambientale, visivo e all’effettiva utilità di un’opera del genere. Seguendo il ragionamento dei promotori del progetto, è immediata la riflessione circa le motivazioni presentate a favore. Dovrebbe questo essere un luogo di riunione cittadina, sotto ogni punto di vista. Viene quindi da pensare se sia effettivamente necessario un luogo del genere, che possa assolvere ai compiti precedentemente riportati, considerando che esistono, o potrebbero esistere tramite minimi interventi, luoghi con la medesima funzione. Se l’intento è quello di “creare un piazza” per il paese, viene da chiedersi perché sia necessaria la costruzione di questa piazza. È stata tanto fieramente sventolata la conversione del campo da basket in area mercatale; perché allora non valorizzare ulteriormente questo spazio?
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Il campo da basket è in una posizione che si potrebbe considerare ideale: tra le scuole, la palestra, collegato da sentieri da breve riqualificati (es. accesso da via San Francesco) che permettono di raggiungere l’area in breve tempo da tutti gli abitanti del basso colle, con semplicità tale da consentire il raggiungimento a chiunque e con qualunque tipo di mezzo (biciclette, passeggini). Perché investire su strutture complementari a quelle del campo da basket per poi lasciarlo abbandonato, se non per l’appunto il mercato e saltuari altri eventi? Sicuramente si può affermare che al momento si tratti di un’area alquanto ostica, una spianata di cemento con due file di gradoni su lati opposti. Ma se viene scelta come area mercatale e per altri eventi, significa che è dotata di almeno un minimo di attrattività, la quale non è difficile immaginare che possa aumentare anche semplicemente con piccoli interventi. Per quanto riguarda le necessità di socialità, aggregazione, volontariato ed attivismo civico, è noto che vi siano strutture la cui destinazione è, o almeno dovrebbe essere, questa, oltre al precedentemente campo da basket, previ “ritocchi”. La sala civica adiacente alle scuole e la Casetta bis sono due di queste. Complice forse la difficoltà di prenotazione e di conseguenza di fruizione di questi spazi, non vengono sicuramente sfruttate al massimo delle loro potenzialità. Complice forse la tariffa di utilizzo posta per la sala civica che, citando un articolo di “DentroeFuori”, è aumentata “da 30 a 50 euro, per i partiti politici e le associazioni socio culturali da 11 passa a 15 euro, mentre per tutti i privati cittadini la tariffa di 5 euro diventa 10 nella fascia oraria 8-19 da lunedì a venerdì”, insieme ad altre variazioni a tariffe, tutte in aumento, nel bilancio comunicato il 20/04/2022. In merito all’utilizzo dello spazio della Casetta Bis, non è mai stato chiaro dove e come poter prenotarne l’utilizzo. Solo recentemente è stato approvato il nuovo regolamento per la fruizione di questo spazio, il quale dovrebbe entrare in vigore dal 1/01/2026. Non vi è notizia di alcuna altra specifica. Resta comunque il fatto che la Casetta Bis è uno spazio che potrebbe rivelarsi cardine nell’ambiente sociale comunale, grazie anche ad un potenziale appoggio ed ausilio da parte della Casetta “1”, ma che è rimasta troppo poco sfruttata, salvo qualche buona iniziativa. Se si vuole infine considerare l’aspetto “culturale” e “di festa”, compiti a cui la struttura in questione dovrebbe ipoteticamente assolvere, è indispensabile ricordarsi di due cose: vi sono già strutture simili che possono perpetrare i medesimi scopi e che il parco adiacente alle scuole è già luogo di festa. Una struttura praticamente identica giace inutilizzata da anni a Cascino Butto. Soluzione opinabile certamente, in quanto relativamente complesso accedervi, soprattutto per i più anziani o genitori con passeggini. Non dimentichiamoci dunque del già citato campo da basket, perfetta soluzione ad una problematica che stenta anche ad esistere. Per quanto riguarda l’impatto ambientale invece, bisogna fare considerazioni più ampie. L’amministrazione afferma che “L’area palco dell’anfiteatro misura 6,85m di diametro, pertanto l’area cementificata sarà di 36,84mq a cui si aggiungono 44mq delle sedute per un totale approssimato per eccesso di 81mq. Stiamo quindi togliendo più di 13m2 di cemento. Altro che cementificazione!”. Ecco, in questa dichiarazione probabilmente sfugge il concetto di relativo: “93 mq” di cemento in piastrelle, posizionate e seminascoste nel prato, che fungono da sentiero, disposte in fila per una lunghezza pari a 93 metri (e una larghezza probabilmente inferiore al metro) hanno un impatto ambientale e anche visivo ben diverso rispetto a una colata di cemento di 81 mq concentrati in un unico punto. Per non parlare poi dei mezzi pesanti che dovranno lavorare sul sito: camion di terra, betoniere, ruspe etc. che per mesi occuperanno l’area rendendola inaccessibile per mesi e verosimilmente compromessa per molto più tempo, prima che il prato circostante possa ricrescere normalmente. C’è da chiedersi inoltre da dove provenga il consenso riportato nella lettera ai cittadini, dato che da quando è stato annunciato questo anfiteatro, le opinioni a favore si contano sulle dita di due mani, se consideriamo anche la giunta. La popolazione, e non solo, chiede a gran voce una consultazione popolare, così da verificare l’effettiva volontà del popolo, quella stessa volontà che l’amministrazione dovrebbe rappresentare. Queste richieste, a quanto pare, non vengono ascoltate. Perché le richieste (menzionate nella “Lettera aperta alla cittadinanza”) riguardo un miglioramento della zona del fontanile vengono accolte e portano alla progettazione di un ecomostro, mentre queste altre vengono del tutto ignorate? Sempre in merito al mancato referendum, nella “Lettera aperta alla cittadinanza”, si legge “…non si sia scandalizzato nessuno né che si sia ricorsi a referendum quando è stata realizzata l’area del tennis singolo, 150m2 di asfalto adiacenti ad un muro di cemento armato alto 3 metri e lungo quasi 10.”, usando ciò come giustificazione dell’assenza di comunicazione o consultazione. Probabilmente la mancata consultazione allora era figlia del fatto che il progetto del tennis singolo era coerente con il centro sportivo circostante. Avrebbero dovuto fare una consultazione anche per altre opere? Il campo da calcio? Gli spogliatoi? Asfaltare le strade, come quella dell’alta collina, che un tempo erano sterrato o in selciato? Viene da dire di no, perché sono opere con una coerenza ed un fine utile. In ultima analisi, l’atteggiamento dell’amministrazione. Sempre nella “Lettera aperta alla cittadinanza”, ma anche in comunicati passati, si vede come l’amministrazione si rivolga costantemente ad un terzo soggetto. Che sia un’amministrazione passata o un’opera realizzata in passato fa poca differenza, la responsabilità va sempre scaricata. Probabilmente, avendo fatto poco o nulla, non vi è nulla di proprio a cui riferirsi. Addirittura, la Pubblica Amministrazione montevecchina è arrivata ad attaccare apertamente un privato cittadino (non serve neanche esplicitarne il nome) pur di deresponsabilizzarsi. Per fortuna qualche buon samaritano ha preso le difese di costui. Per concludere, rispondendo anche al messaggio su MerateOnline “Montevecchia: io sono favorevole”, che conclude dicendo che la campagna politica è già iniziata, viene da dire: E’ UN PECCATO. È un peccato, sì, perché se si fosse saputo prima che le cose sarebbero andate così, se si fosse saputa prima la condizione di inettitudine e incoerenza che caratterizza questa amministrazione, il frastuono si sarebbe sollevato già molto tempo fa. E comunque stento a considerare il dissenso popolare come campagna politica. E’ più vicino ad una dimostrazione di salute della popolazione. Alla fine, ognuno giunga alle propri conclusioni.
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