La prima della Scala e l'opulenza sfrontata
Le immagini dello “spettacolo” della “Prima” alla Scala sono come un cazzotto nello stomaco.
Quella palese e ricercata ostentazione della ricchezza in un mondo sempre più attraversato da un aumento delle disuguaglianze suona come un vero e proprio schiaffo alla sensibilità sociale.
Nessuna pelosa retorica pauperistica a scapito della più che legittima sensibilità artistica ma solo la costatazione di un rovesciamento dell'etica.
E nessuna invidia sociale per un mondo vacuo che sembra volersi auto rincuorare circa il proprio senso della vita basandolo, ecco l'ostentazione, sull'avere e non sull'essere.
Quello che però stride particolarmente non è l'esibizione delle propria pur legittima ricchezza, quando non basata sullo sfruttamento altrui, ma la pretesa di molti di questi nuovi almeno potenziali Epulone di non dover contribuire alla spesa pubblica in modo progressivamente proporzionato al proprio reddito.
Le assai diffuse reazioni ridicolizzanti se non addirittura indignate alla proposta di Landini circa una patrimoniale, alias contributo di solidarietà straordinario, sono lì a dimostrarlo.
Del resto un sistema mediatico spesso ancillare agli interessi dei più forti ha addirittura la potenza manipolatoria di creare “l'orticaria” anche nelle vittime di questo sistema alla sola e semplice nomina del termine “Patrimoniale” paventando strumentalmente lo “spauracchio” di uno Stato che “mette le mani in tasca” a tutti gli Italiani.
In realtà niente di più infondato visto che varrebbe semmai solo per i detentori di redditi superiori ai 2 milioni di euro che incidendo solo per 1,3% aggiuntivo assicurerebbe al bilancio pubblico un introito di ben 26 miliardi di euro con tutti i relativi benefici sociali che ne deriverebbero.
Se una perplessità semmai si potesse avanzare sarebbe quella sulla eccezionalità di tale contributo rendendo strutturale una progressività maggiore delle aliquote. Basterebbe ricordare quanto vigeva non moltissimi anni fa – prima dell'era Reagan - negli Usa, notoriamente uno Stato comunista, con aliquote progressive massime che arrivavano oltre l'80% senza apparenti reazioni scomposte dei super ricchi.
Mentre da noi c'è il coraggio di chi grida allo scandalo e all'ingiustizia per un contributo pur solo occasionale, sich!
Ma tutto ciò sembra essere purtroppo la cifra di questa società basata sull'individualismo e sul contrapporre subdolamente gli ultimi ai penultimi, distraendone la forza complessiva dal perseguimento di una effettiva giustizia sociale.
Tutt'altra etica, sono sicuro, abita nei cuori di molti ma fa sempre più fatica ad emergere per costruire una società più equa.
La stessa etica che rifiuta il capovolgimento valoriale in corso che ad esempio vorrebbe imporre come ineluttabile la prevalenza della legge del più forte sul Diritto Universale.
Occorre uscire dal senso di impotenza e di rassegnazione dell'io riscoprendo la forza del noi.
Quella palese e ricercata ostentazione della ricchezza in un mondo sempre più attraversato da un aumento delle disuguaglianze suona come un vero e proprio schiaffo alla sensibilità sociale.
Nessuna pelosa retorica pauperistica a scapito della più che legittima sensibilità artistica ma solo la costatazione di un rovesciamento dell'etica.
E nessuna invidia sociale per un mondo vacuo che sembra volersi auto rincuorare circa il proprio senso della vita basandolo, ecco l'ostentazione, sull'avere e non sull'essere.
Quello che però stride particolarmente non è l'esibizione delle propria pur legittima ricchezza, quando non basata sullo sfruttamento altrui, ma la pretesa di molti di questi nuovi almeno potenziali Epulone di non dover contribuire alla spesa pubblica in modo progressivamente proporzionato al proprio reddito.
Le assai diffuse reazioni ridicolizzanti se non addirittura indignate alla proposta di Landini circa una patrimoniale, alias contributo di solidarietà straordinario, sono lì a dimostrarlo.
Del resto un sistema mediatico spesso ancillare agli interessi dei più forti ha addirittura la potenza manipolatoria di creare “l'orticaria” anche nelle vittime di questo sistema alla sola e semplice nomina del termine “Patrimoniale” paventando strumentalmente lo “spauracchio” di uno Stato che “mette le mani in tasca” a tutti gli Italiani.
In realtà niente di più infondato visto che varrebbe semmai solo per i detentori di redditi superiori ai 2 milioni di euro che incidendo solo per 1,3% aggiuntivo assicurerebbe al bilancio pubblico un introito di ben 26 miliardi di euro con tutti i relativi benefici sociali che ne deriverebbero.
Se una perplessità semmai si potesse avanzare sarebbe quella sulla eccezionalità di tale contributo rendendo strutturale una progressività maggiore delle aliquote. Basterebbe ricordare quanto vigeva non moltissimi anni fa – prima dell'era Reagan - negli Usa, notoriamente uno Stato comunista, con aliquote progressive massime che arrivavano oltre l'80% senza apparenti reazioni scomposte dei super ricchi.
Mentre da noi c'è il coraggio di chi grida allo scandalo e all'ingiustizia per un contributo pur solo occasionale, sich!
Ma tutto ciò sembra essere purtroppo la cifra di questa società basata sull'individualismo e sul contrapporre subdolamente gli ultimi ai penultimi, distraendone la forza complessiva dal perseguimento di una effettiva giustizia sociale.
Tutt'altra etica, sono sicuro, abita nei cuori di molti ma fa sempre più fatica ad emergere per costruire una società più equa.
La stessa etica che rifiuta il capovolgimento valoriale in corso che ad esempio vorrebbe imporre come ineluttabile la prevalenza della legge del più forte sul Diritto Universale.
Occorre uscire dal senso di impotenza e di rassegnazione dell'io riscoprendo la forza del noi.
Germano Bosisio























