Nuovo ponte San Michele: un disastro annunciato
"Il progetto del nuovo Ponte San Michele rischia di diventare un disastro annunciato ed è già sommerso dalle critiche dei comitati di cittadini e dei sindaci del territorio. Un progetto che presenta più rischi che benefici, una minaccia al paesaggio inaccettabile con l’oscuramento del ponte storico progressivamente dismesso e senza garanzie di manutenzione, aumento del traffico pesante nei centri abitati, e dell’inquinamento su tutto il territorio. 350 milioni di euro per un mostro di cemento e acciaio, candidatura Unesco dell’iconico Ponte San Michele sfumata e un impatto ambientale insostenibile sui centri abitati. Ho presentato un’interrogazione ai ministri Salvini, Pichetto Fratin e Giuli. Il Governo Meloni deve intervenire su Regione Lombardia, le comunità locali non possono subire scelte calate dall’alto che ignorano i gravi danni all’ambiente, al territorio e al paesaggio, alla salute pubblica solo perché economicamente conveniente". Lo dichiara Tino Magni, Senatore di Alleanza Verdi Sinistra.
"Il traffico sul territorio meratese schizzerebbe da 5.700 a 14.000 veicoli al giorno, con oltre 2.000 camion quotidiani, senza un piano credibile di gestione. È inaccettabile l’assenza di confronto istituzionale e il silenzio di Regione Lombardia sulle misure di mitigazione, in una prospettiva certa di aumento esponenziale del traffico su gomma e delle merci. Non servono nuovi ponti ma recuperare e rinnovare il Ponte San Michele, realizzare un nuovo ponte stradale a sud, lontano dai centri abitati e integrato con la viabilità principale. Un progetto capace di ascoltare cittadini, comitati e amministratori che metta al centro il recupero del patrimonio storico e paesaggistico. Un’infrastruttura non può valere più della vita quotidiana delle persone", conclude Magni.
"Il traffico sul territorio meratese schizzerebbe da 5.700 a 14.000 veicoli al giorno, con oltre 2.000 camion quotidiani, senza un piano credibile di gestione. È inaccettabile l’assenza di confronto istituzionale e il silenzio di Regione Lombardia sulle misure di mitigazione, in una prospettiva certa di aumento esponenziale del traffico su gomma e delle merci. Non servono nuovi ponti ma recuperare e rinnovare il Ponte San Michele, realizzare un nuovo ponte stradale a sud, lontano dai centri abitati e integrato con la viabilità principale. Un progetto capace di ascoltare cittadini, comitati e amministratori che metta al centro il recupero del patrimonio storico e paesaggistico. Un’infrastruttura non può valere più della vita quotidiana delle persone", conclude Magni.























