Calco: ‘Lettere di pace’ dalle classi 2^ al Presidente della Repubblica e a Papa Leone
Dalle aule della scuola secondaria di primo grado “Leonardo da Vinci” di Calco parte un messaggio forte e chiaro: la pace riguarda tutti, anche i più giovani. Le classi 2E e 2F, guidate dalle loro insegnanti, hanno partecipato al progetto nazionale “Lettere di pace” promosso dal Movimento di Educazione Cooperativa, un’iniziativa che invita bambini e ragazzi a riflettere sul valore della convivenza e sul ruolo che ciascuno può avere nel costruirla.
Frutto di questo percorso sono due lettere che gli studenti hanno deciso di indirizzare a due figure simboliche e autorevoli: Sua Santità Papa Leone XIV e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nelle loro parole, semplici ma profondissime, emerge la consapevolezza che la pace non è solo assenza di guerra, ma un impegno quotidiano fatto di dialogo, rispetto, responsabilità e capacità di mettersi nei panni degli altri.
Ai due destinatari gli alunni chiedono di continuare a farsi portavoce di chi non ha voce e di sostenere la diffusione di una cultura della non violenza, dalle relazioni personali fino agli scenari internazionali. Le proposte dei ragazzi spaziano dal potenziamento dell’educazione alla pace nelle scuole alla lotta contro le fake news, dalla denuncia dell’uso di bambini-soldato alla convinzione che tecnologia e progresso debbano essere strumenti di vita, non di distruzione.
Le loro lettere, che pubblichiamo di seguito integralmente, vogliono essere un seme: un invito ai grandi a non rassegnarsi e un esempio, da parte dei più giovani, di come la speranza possa trasformarsi in impegno concreto.
Frutto di questo percorso sono due lettere che gli studenti hanno deciso di indirizzare a due figure simboliche e autorevoli: Sua Santità Papa Leone XIV e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ai due destinatari gli alunni chiedono di continuare a farsi portavoce di chi non ha voce e di sostenere la diffusione di una cultura della non violenza, dalle relazioni personali fino agli scenari internazionali. Le proposte dei ragazzi spaziano dal potenziamento dell’educazione alla pace nelle scuole alla lotta contro le fake news, dalla denuncia dell’uso di bambini-soldato alla convinzione che tecnologia e progresso debbano essere strumenti di vita, non di distruzione.
Le loro lettere, che pubblichiamo di seguito integralmente, vogliono essere un seme: un invito ai grandi a non rassegnarsi e un esempio, da parte dei più giovani, di come la speranza possa trasformarsi in impegno concreto.
Segreteria di Sua Santità Leone XIV
00120 Città del Vaticano
Calco, 18 novembre 2025
Santità,
siamo le classi seconde della scuola secondaria di primo grado “Leonardo Da Vinci” di Calco, un piccolo paese in provincia di Lecco. In quanto giovani cittadini che stanno costruendo il proprio futuro, Le scriviamo perché in questi giorni abbiamo avuto modo di riflettere sui tanti conflitti presenti nel mondo. È così che in noi è nata un’esigenza sempre più pressante: vedere il nostro mondo abbandonare le armi e scegliere la pace.
Purtroppo però la realtà quotidiana contraddice il nostro desiderio. Ogni giorno ci giungono notizie e immagini di case ridotte in macerie, vite innocenti spezzate e famiglie costrette a fuggire; la guerra sta rubando il futuro a intere generazioni, infligge terrore a bambini e adulti, lasciando dietro di sé solo odio e violenza. Ci ha colpito molto sapere di bambini strappati alle loro famiglie e costretti a fare la guerra. Non ci sembra giusto che dei nostri coetanei debbano usare un fucile anziché libri, quaderni, giocattoli o tablet. Ci chiediamo come gli adulti possano permettere tutto questo solo per ampliare i propri territori o annientare popoli diversi da loro.
Ma con la parola “guerra” non intendiamo solo i bombardamenti, ma anche i momenti in cui nascono piccoli conflitti fra di noi. Tutti abbiamo bisogno di pace (anche nelle nostre relazioni) e pensiamo che la Chiesa e la Sua autorità possano essere luce e guida. Le chiediamo di continuare ad alzare la voce per tutti coloro che non possono farlo: per i bambini, gli innocenti, per chi sogna un domani migliore.
Sappiamo che fermare le guerre non è facile, ma tutti siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace, partendo dal nostro quotidiano. Vorremmo condividere con Lei alcune proposte, affinché raggiungano più persone. I paesi in guerra non hanno bisogno di armi, bensì di acqua, cibo e case sicure; per questo riteniamo che sia importante incentivare la donazione di alimenti, giochi e materiale scolastico ad associazioni benefiche.Inoltre ci piacerebbe che in tutte le scuole, dai ragazzi più grandi ai bambini più piccoli, vengano promossi progetti per l’educazione alla pace e alla gestione non violenta dei conflitti.
Che la Vostra guida ispiri i potenti della terra a sedersi a un tavolo, non per decidere come combattere, ma per imparare a comprendersi. Con fede, speranza e profonda gratitudine,i ragazzi delle classi seconde della scuola secondaria di Calco.
Calco,18/11/2025
Lettera per la pace
Egregio Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, siamo i ragazzi delle classi seconde della scuola secondaria di primo grado di Calco, piccolo paesino nella provincia di Lecco. Le scriviamo perché nonostante la nostra giovane età ci consideriamo cittadini protagonisti del futuro, responsabili e portatori di diritti e doveri.
Crediamo che la pace sia un nostro diritto e anche se sappiamo che vivere in un mondo senza guerre sia molto difficile, noi proviamo con piccoli gesti a garantirci un futuro migliore.
Secondo noi per garantire la pace, un buon punto di partenza è il nostro piccolo quotidiano: cercare di confrontarci con gli altri non arrivando a litigare con compagni, genitori e professori ma imparare a dialogare, ascoltare, esprimerci, conoscerci.
Perciò, non dobbiamo pensare al male che fanno gli altri, ma dobbiamo riflettere su di noi per migliorarci; se lo facciamo il singolo diventerà un plurale, le azioni virtuose potranno essere un buon esempio e diffondersi. In questo modo, diventiamo comunità, e non sarà più solo l’individuo a muoversi verso la pace ma un gruppo.
Pace non vuol dire solo terminare conflitti: significa amicizia, amore, volersi bene, rispettare l’altro, aiutare ed essere liberi di esprimere il proprio parere in tutti i contesti. Sappiamo che per placare tutti i 56 conflitti nel mondo non bastiamo solo noi, per questo le scriviamo, vogliamo che il nostro messaggio si diffonda il più possibile.
Lei più di tutti dovrebbe capire, come portatore della voce italiana, che la pace è una cosa importante da non sottovalutare. Vorremmo proporle delle idee per migliorare il nostro futuro e presente: la tecnologia va utilizzata per il bene e le esigenze di tutti, non per creare armi letali. Abbiamo osservato l’uso dei droni, delle mine e riflettuto sulle incognite relative al progresso tecnologico in campo militare. Anche le parole possono essere armi, non bisogna sottovalutarle; sarebbe bello che termini come “nemico” non esistessero: un nemico si crea con la paura nei confronti della differenza e con il pregiudizio. Secondo noi le fake news sono impattanti su discordie e conflitti: spesso possono direzionare un individuo ad un pensiero non reale; quindi, aumentare i controlli su false notizie sul web e sui social media potrebbe aiutare a rendere il mondo più informato e soprattutto in modo corretto.Ma non importa il modo in cui lo farà, se con le nostre iniziative o meno; noi vogliamo pace nel mondo. Un pianeta senza guerre, conflitti, nemici, armi ma con tanto amore, amicizia, rispetto dell’altro e libertà.
Lei cosa ne pensa? Speriamo che grazie a questa lettera riesca a percepire le nostre paure ed esigenze. In attesa di un cordiale riscontro, le porgiamo i nostri distinti saluti.Gli alunni delle classi seconde della scuolasecondaria di primo grado di Calco “Leonardo Da Vinci”























