Verderio: la roggia Annoni protagonista di una mostra
Ha riscosso un grande apprezzamento da parte del pubblico che ha partecipato numeroso alla serata di presentazione e ha poi potuto apprezzarne la “sostanza” anche successivamente.

L'esposizione dedicata alla Roggia Annoni, infatti, non è solo intrisa di aspetti paesaggistici, ma trasuda di storia, di geopolitica, di economia, di agricoltura e di vita.

Perchè è attorno a questo serpentone che trae origine dal lago di Sartirana arriva fino a Verderio, e che è saldamente legata alla famiglia Gnecchi Ruscone, che la popolazione di allora e di oggi si è dovuta confrontare e da essa ha attinto, non solo acqua, ma anche sapere, tradizioni, cultura.

L'approfondimento, curato da Fabio Luini e Anselmo Brambilla che hanno illustrato origine e storia dell'archivio, proprietà, fondi, aneddoti, cartografie, beni di questo territorio, è andato di pari passo con il presente e il futuro di quella che è oggi tutta l'area, compresa nel Parco Agricolo Nord Est che, tramite Andrea Pirovano, ha sostenuto fortemente questa iniziativa.
Nella sala consigliare di Villa Gallavresi sino a sabato 15 sarà possibile visionare i pannelli e le cartografie reperite, preziosi documenti dal valore incommensurabile.
A fare da corollario sono state la camminata, da Sartirana sino alle campagne di Verderio, che ha riscosso un grande successo e apprezzamento e la visita delle scuole con i ragazzi che si sono dimostrati incuriositi e entusiasti.
In calce proponiamo gli interventi di Fabio Luini e Anselmo Brambilla.

L'esposizione dedicata alla Roggia Annoni, infatti, non è solo intrisa di aspetti paesaggistici, ma trasuda di storia, di geopolitica, di economia, di agricoltura e di vita.

Anselmo Brambilla e Fabio Luini
Perchè è attorno a questo serpentone che trae origine dal lago di Sartirana arriva fino a Verderio, e che è saldamente legata alla famiglia Gnecchi Ruscone, che la popolazione di allora e di oggi si è dovuta confrontare e da essa ha attinto, non solo acqua, ma anche sapere, tradizioni, cultura.

L'approfondimento, curato da Fabio Luini e Anselmo Brambilla che hanno illustrato origine e storia dell'archivio, proprietà, fondi, aneddoti, cartografie, beni di questo territorio, è andato di pari passo con il presente e il futuro di quella che è oggi tutta l'area, compresa nel Parco Agricolo Nord Est che, tramite Andrea Pirovano, ha sostenuto fortemente questa iniziativa.
Nella sala consigliare di Villa Gallavresi sino a sabato 15 sarà possibile visionare i pannelli e le cartografie reperite, preziosi documenti dal valore incommensurabile.
A fare da corollario sono state la camminata, da Sartirana sino alle campagne di Verderio, che ha riscosso un grande successo e apprezzamento e la visita delle scuole con i ragazzi che si sono dimostrati incuriositi e entusiasti.
In calce proponiamo gli interventi di Fabio Luini e Anselmo Brambilla.
ANSELMO BRAMBILLA
Nella seconda metà del Quattrocento il signorotto milanese Donato De Giocario residente in Cornaredo entra in possesso della cascina Bergamina di Verderio con vasti territori adiacenti. La sua intenzione era di utilizzare i terreni per produrre cereali e allevare animali. Purtroppo, si accorge che l’acqua disponibile in loco non è sufficiente per realizzare il suo progetto.
Il tipo non si perde d’animo e cerca delle soluzioni alternative, alla fine le trova nel lago di Sartirana. L’acqua però bisogna portarla fino a Verderio e quindi si tratta di progettare e realizzare lo scavo di un canale di circa 9/10 chilometri in terreni ondulati transitando su diverse proprietà. Opera per quei tempi non semplice né tecnicamente né concretamente facile da portare a termine in tempi non biblici.
Prima di tutto avere la concessione di derivare nel futuro canale una quantità d’acqua dai proprietari del lago di Sartirana. Probabilmente dopo intense trattative il 27 aprile 1476 i De Vimercati Bartolomeo e Lancillotto abitanti alla Cascina e che si dichiarano proprietari del lago gli concedono di derivare acqua dal lago di Sartirana e portarla dove vuole. Lo stesso giorno ottiene il permesso di scavare e passare sul territorio di Robbiate dal Nobile Antonio Airoldi.
Il cavo o roggia Verderio come si chiamava allora viene scavato e reso funzionante nel giro di una ventina di mesi. La larghezza andava dal braccio (60 centimetri) dei tratti ondulati ai due braccia (120 centimetri) dei tratti pianeggianti. Nei periodi di abbondanza portava acqua sufficiente a irrigare circa 27/30 pertiche di prati e colture.
Nel 1727 con l’arrivo nel paese di Verderio della famiglia Annoni il cavo o Roggia Verderio assumerà in nome Annoni in quanto questa famiglia diventa proprietaria del diritto d’acqua ottenuto in concessione da Donato Giocario nel 1476.
La Roggia Annoni alimenterà sul suo lungo percorso verso Verderio molti canali scavati appositamente dai vari proprietari dei terreni circostanti per irrigare i loro campi; dietro pagamento di apposite quote per ogni oncia magistrale milanese di acqua prelevata.
Alimentava nei periodi di secca anche il Fontanone diventato poi il Laghetto di San Rocco fatto scavare da tale Magno(i) nel 1590 per irrigare i suoi terreni ma non sempre riusciva ad avere abbastanza acqua per farlo. La proprietà del cavo gli consente, sempre a pagamento, di derivare una certa quantità d’acqua per rimpinguare il Fontanone ma con l’obbligo di reimmetterla poi con un apposito canale nella roggia.
Sul percorso della roggia verso la località Respiro dove cerano gli scomparsi o fatti scomparire laghetti di Novate. Laghetti menzionati il 16 novembre1813 durante il Regno d’Italia di napoleonica memoria quando vengono ceduti a garanzia di un prestito forzoso di lire 3000 “sottoscritto” dalla cittadina Giovannina Stabilini di Domenico, maritata Delfinoni a favore del Governo.
L’oncia magistrale milanese era pari a cm 3,6265 ed usata per misurare la quantità d’acqua derivata dal lago e dalla roggia, è corrispondente alla quantità d’acqua che passa con flusso continuo e a pressione naturale, da un rettangolo alto quattro once e largo tre. Circa 15 X 10 centimetri. Normalmente segnata con tacche sulle paratie di legno poste negli incastri.
Prosegue la roggia sul territorio del comune di Robbiate prima di arrivare a Paderno e successivamente attraversare la pianura fino a Verderio. Il comune di Robbiate ebbe notevoli problemi con il passaggio della roggia il dislivello e le abbondanti piogge a volte causavano esondazioni e danni con relative lamentele da parte degli abitanti e del sindaco vero le autorità e la proprietà. Lamentele e rimostranze quasi sempre disattese e rigettate dalle autorità e dalla proprietà.
Addirittura, una delle lamentele venne indirizzata al sindaco nel 1798 dai soldati francesi in marcia verso la pianura perché affermarono che camminare su quella strada quando era ghiacciata era pericoloso e quindi ad ogni passo rischiavano di cadere e magari rompersi una gamba.
Oltre ai vari canali di derivazione dell’acqua ad usi irrigui che diede notevole sviluppo alle produzioni agricole del territorio la roggia serviva agli abitanti come luogo di pesca e di “igiene”. Inoltre, sulle sponde, sempre a pagamento, erano posizionate delle lastre di pietra sulle quali le donne lavavano i panni.
Una curiosità irrisolta … almeno da me …
FABIO LUINI
Il primo momento del percorso che ha portato alla formazione del fondo “Gnecchi Ruscone”, grazie al quale è stato possibile allestire la mostra, risale al 26 aprile 1999, quando, in concomitanza con l'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'ala ovest di Villa Gnecchi di Verderio Superiore, furono recuperati documenti dell' "Azienda Agricola Vittorio Gnecchi", che giacevano abbandonati in un locale per molti anni adibito ad ufficio degli "agenti di campagna" della stessa azienda,
Il loro valore e la convinzione che ulteriori documenti, della stessa famiglia o di altre legate alla storia di Verderio Superiore e Inferiore, potessero aggiungersi, fece nascere l'idea di costituire un Archivio Storico comune ai due paesi. Dopo un primo riordino, il materiale fu perciò mostrato dall'allora sindaco Ferdinando Bosisio al signor Giancarlo Carlotti, uno degli ultimi proprietari dell'azienda e quindi dei documenti, il quale diede il consenso alla conservazione delle carte presso i due comuni.
Informato della cosa, l'architetto Francesco Gnecchi Ruscone decise di mettere a disposizione la documentazione di famiglia in suo possesso che, a partire dalla prima metà del '500, riguarda i beni della famiglia Airoldi, il loro passaggio, agli inizi del '600, ai Confalonieri (poi Confalonieri Strattmann) e infine, nel 1888, alla famiglia Gnecchi Ruscone.
Oltre ai già citati documenti, l'architetto consegnò un faldone riguardante la Roggia
Annoni - canale d'irrigazione acquistato, insieme al "fondo Bergamina", da un ramo della famiglia negli anni venti del novecento - e un altro riguardante il diritto di pesca nel lago di Sartirana, bacino da cui la roggia derivava.
In seguito, i discendenti del musicista Vittorio Gnecchi Ruscone decisero di liberare un locale attiguo alla chiesina di Sant’Ambrogio, di proprietà della Parrocchia di Verderio superiore, dove conservavano carte di famiglia, in gran parte relative all'attività musicale del congiunto, che così finirono con l’aggiungersi a quanto già raccolto. Si trattava di materiale riconducibile a Vittorio Gnecchi Ruscone, alla moglie Aida
Chiesa, al figlio Alberto, alla figlia Isabella ed alla famiglia da lei formata unendosi in matrimonio con Franco Greppi: lettere, cartoline, disegni, racconti, fotografie, ecc. oltre alle minute del “Giornale di famiglia”, un periodico manoscritto che i suoi componenti tennero in vita dal 1867 fino agli inizi del '900.
Un gruppo di documenti, meno consistente come quantità dei precedenti ma comunque significativo (riguardando beni immobili del centro storico di Verderio superiore) fu poi donato dalla signora Giovanna Gnecchi Premoli.
Giuseppe Gnecchi Ruscone poi lasciò al comune documentazione che riguarda, in gran parte, i beni che, nella prima metà del '600, passarono dalle mani degli Airoldi a quelle dei marchesi Arrigoni e da questi, nel 1823, a Giacomo Ruscone, e che, alla sua morte, nel 1842, furono ereditati dai nipoti Giuseppe e Carlo Gnecchi.
A tutto ciò, si aggiunga la donazione più recente a cura dell'ingegner Gavazzi, in totale circa 160 documenti databili a partire dalla prima metà del Cinquecento fra cui il bellissimo “Cabreo de’ beni posti nelli territorii di Verderio superiore ed attigui di Paderno, Verderio inferiore, Robbiate e Sulbiate di proprietà del Nobile ed Illustrissimo Signor Conte Luigi Confalonieri componenti la Provincia di Verderio”, datato 1854, attualmente digitalizzato e di cui alcune pagine sono in mostra.
S.V.























