Lomagna, IV novembre: i giovani speranza di pace

È stata celebrata questa mattina a Lomagna la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, che come ogni anno ha visto il coinvolgimento della scuola primaria A. Volta.
Dopo la Messa presieduta da don Andrea Restelli, l'Amministrazione, accompagnata dagli alpini, dalla protezione civile, dai rappresentanti delle forze armate, dagli alunni e dei cittadini si è diretta al monumento dei caduti al ritmo della musica del Corpo Musicale di Osnago e Lomagna.
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Dopo la deposizione della corona d'alloro, la prima parola è andata al capogruppo degli alpini Loris Pirovano, che ha puntualizzato come la solidarietà, il servizio, lo spirito di sacrificio e l'amore per la pace rendano grande l'associazione ancora oggi. "A 107 anni dalla fine della prima guerra mondiale, bisogna mantenere saldi gli ideali dei caduti, soprattutto in un tempo in cui le tensioni internazionali non diminuiscono, in un mondo sordo alle richieste di pace". 
La sindaca Cristina Citterio, quest'anno non affiancata dal presidente del consiglio sovracomunale delle ragazze e ragazzi, che deve essere nominato per il cambio di direttivo, ha ringraziato i giovani presenti e non, che ogni giorno si impegnano per costruirsi una vita basata sul rispetto dell' altro, mettendo a frutto la propria intelligenza per generare possibilità di progresso per tutti.

"Sono orgogliosa dei semi di pace seminati in paese" ha continuato ricordando le azioni simboliche compiute a Lomagna per dire no alla guerra: il percorso con R1pud1a alla scuola primaria, le attività nell' infanzia, il digiuno, la raccolta di generi alimentari, il dissenso nell'uso di risorse pubbliche verso il riarmo, l'ascolto di testimonianze e il ricordo di figure esempio della possibilità di combattere la violenza con le armi della cultura e vicinanza.

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"Cosa può significare la fine di una guerra?" ha chiesto dunque Citterio. "Sollievo, ebrezza nella conclusione delle ostilità, il soffio di una pace e una rinascita tanto desiderata. Ma nonostante le impressioni positive, le devastazioni morali e materiali di una guerra non possono essere cancellate, rimangono ferite sanguinanti sempre". 
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Importante è quindi fare memoria per ricordare chi è venuto prima per garantire pace e giustizia tra i popoli, tenendo ben presente che l'unità non deve diventare prevaricazione del più forte, ma ampliamento di azioni diplomatiche che mirano a consolidare unitarietà fra gli stati.
Gli alunni di quinta sono entrati dunque in scena, con le canzoni "Guerra di Piero" e "Campana di San Giusto", intonate come un'unica voce e accompagnate dal violino e dalla pianola di alcuni dei giovani.
"Grazie ai ragazzi che sono la nostra speranza di pace" ha concluso la sindaca, invitando a rifondare la parola "unità" nei piccoli e grandi gesti simbolici e concreti, nelle azioni delicate e potenti.
I.Bi.
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