Imbersago si ferma per onorare tutti i caduti
    			Imbersago ha celebrato la festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate nella giornata di sabato 1 novembre. 


Dopo la Messa delle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale, il corteo è sceso facendo tappa al cimitero per la deposizione della corona di alloro alla lapide dei caduti, con l'accompagnamento musicale della banda sociale meratese.


La celebrazione ha avuto poi la sua conclusione con il discorso del sindaco Fabio Vergani e l'omaggio al monumento in memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria.

    		

Dopo la Messa delle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale, il corteo è sceso facendo tappa al cimitero per la deposizione della corona di alloro alla lapide dei caduti, con l'accompagnamento musicale della banda sociale meratese.


La celebrazione ha avuto poi la sua conclusione con il discorso del sindaco Fabio Vergani e l'omaggio al monumento in memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria.

Cari concittadini,
autorità civili, militari e religiose,
rappresentanti del mondo associazionistico,
ci ritroviamo oggi, come ogni anno, per celebrare il 4 Novembre, giornata che ricorda il termine delle ostilità della Prima Guerra Mondiale e che dal 1919 è diventata la ricorrenza annuale per festeggiate l’Unità Nazionale e le nostre Forze Armate.
In questa giornata onoriamo il sacrificio di migliaia di donne e di uomini che hanno donato la propria vita per la Patria, per la libertà e per consegnare alle generazioni future un’Italia unita e indipendente.
Il nostro primo pensiero va ai caduti di tutte le guerre, a chi non è tornato, a chi ha lasciato un vuoto nelle famiglie, nei paesi e nelle comunità. Il silenzio di quei nomi scolpiti sui nostri monumenti ai caduti e nei cuori dei loro cari ci ricorda che la pace, la libertà e l’indipendenza non sono un dono scontato, ma un impegno che chiede responsabilità e a volte sacrificio, anche il più estremo.
Ma la memoria non deve essere fine a stessa e soprattutto non può essere permeata di sola sterile retorica. Ancora oggi, e lo ripetiamo ahinoi da sempre, il mondo è attraversato da conflitti brutali che ci inquietano e ci interrogano.
La guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa, dura ormai da oltre tre anni e continua a portare distruzione, morte e milioni di profughi. Un conflitto che pensavamo impossibile nel nostro continente e che invece ci ricorda quanto fragile possa essere la pace quando prevalgono l’odio e la logica della forza.
E in questi mesi assistiamo con dolore al dramma del Medio Oriente: la guerra a Gaza, con il suo carico insopportabile di vittime civili, bambini e famiglie spezzate. Un conflitto che fatica trovare soluzione e che ci mostra come con la violenza non è possibile costruire un futuro di pace, ma soltanto nuove macerie e nuove ingiustizie.
Queste guerre, che non sono lontane da noi, si sommano alle tantissime altre sparse nel mondo alle quali l’eco dei media fatica a dare la giusta visibilità. Forse le nostre coscienze e i nostri cuori si sono assuefatti ai segni della distruzione che attraverso le immagini raggiungono le nostre case.
E’ d’obbligo, in questa giornata della Festa delle nostre Forze Armate, ricordare i nostri uomini in divisa che quotidianamente prestano servizio per la nostra sicurezza, per il rispetto delle legge e la difesa dei diritti dei cittadini.
Il pensiero non può non andare a Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Berna, i tre Carabinieri morti nell'esplosione di Castel d'Azzano il 14 ottobre scorso mentre svolgevano il loro dovere. Ai loro cari e alla grande famiglia dell’Arma dei Carabinieri giunga, diversamente dalle farneticanti dichiarazioni espresse da qualche ideologa della poltrona, il nostro sentimento di reale vicinanza e rispetto per il dolore.
E’ recentemente scomparso il generale Franco Angioni, figura leggendaria dell'Esercito italiano e poi della politica nazionale che ci ha lasciato un'eredità indelebile, comandando, a partire dal 1982, il contingente italiano della Forza Multinazionale in Libano, guidando 2.500 militari in un teatro di guerra devastato dal conflitto israelo-palestinese.
Con questa prima missione italiana all'estero dopo la Seconda Guerra Mondiale, Angioni e l’Italia intera hanno costituito un modello di pace e integrazione che ha influenzato generazioni di operazioni militari e che hanno portato i nostri uomini in divisa a operare in molteplici scenari internazionali, dal Kosovo all'Afghanistan solo per citarne alcuni.
Iconica la fotografia che ritrae il generale Angioni accanto al presidente Sandro Pertini in visita al contingente libanese. Un'immagine che simboleggia l'Italia repubblicana solidale, coraggiosa, umana.
Il 4 Novembre non è pertanto solo la celebrazione della vittoria militare del 1918: è anche e soprattutto un invito a coltivare l’unità, la solidarietà e la responsabilità civile, perché i valori fondamentali in cui crediamo si alimentano dei gesti quotidiani che ognuno di noi compie nelle proprie comunità.
Pace è rispetto reciproco, pace è dialogo tra culture diverse, pace è rifiuto dell’odio, pace è educazione alla convivenza e alla tolleranza. Infine, viviamo questa giornata con i valori propri più profondi che la caratterizzano: la memoria: perché non dimentichiamo chi ha sacrificato la vita per i valori del nostro paese; la responsabilità: perché ci impegniamo a rifiutare ogni forma di violenza e sopraffazione; la speranza: perché crediamo che il dialogo e la diplomazia debbano sempre trovare spazio tra il fragore delle armi.
Onore ai caduti di tutte le guerre!
Onore alle Forze Armate che, lavorano per garantire la sicurezza e la pace.
Onore a chi ogni giorno, dà la vita per costruisce una società più giusta.
Fabio Vergani
Sindaco di Imbersago
   			






















