Montevecchia: due giorni per i 50 anni del CAI

Per i suoi "Cinquant'anni di emozioni" il CAI di Montevecchia si è regalato una grande festa ma soprattutto l'ha regalata a coloro che nelle giornate di sabato e domenica hanno "frequentato" gli spazi della casetta di via del fontanile dove tra cucina, musica, giochi, sport, intrattenimenti vari le ore sono trascorse in allegria.
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La cucina degli operosi e insostituibili volontari ha sfornato piatti da “leccarsi i baffi”: trippa, cassoeula, purè con cotechino, salame nostrano e naturalmente i formaggini freschi o stagionati.
Non sono state da meno le torte e la panna cotta e le squisite caldarroste, arrostite all'esterno e che sono andate letteralmente a ruba.
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Per chi ha pranzato sui tavoli interni, c'è stato anche il delizioso intrattenimento delle fisarmoniche di Sandra e Alessio, direttamente dalla Valsassina.
Il luogo più gettonato è stato il pratone dove centinaia di bambini con famiglie si sono riversati per provare l'ebbrezza dell'arrampicata sulla parete allestita dai soci del Club Alpino Italiano e per una “corsa” con la carrucola da una torre all'altra. Puro e semplice divertimento, all'aria aperta e in un contesto ineguagliabile, che ha fatto bene al cuore e al fisico di grandi e piccini.
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Per la sezione montevecchina del CAI si è trattato appunto di due giorni di festeggiamenti per suggellare il 50mo di fondazione. Momento clou è stata la presentazione, nella serata di sabato, del volume realizzato appositamente con le fotografie, i documenti, i racconti e i ricordi di chi ha vissuto questo mezzo secolo...sulle creste, curato dall'editore Bellavite.
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Con una lettera datata 4 dicembre 1974 Luigi Brivio, a nome dei promotori, chiedeva al Club Alpino Italiano, con sede a Milano, “il permesso di costituire una sezione a Montevecchia, provincia di Como”.
Quattro le motivazioni alla base di questa proposta.
Anzitutto una iniziativa interessante per gli abitanti del colle, tanti già appassionati di montagna e tanti, soprattutto giovani, che sarebbero potuti diventarlo con la presenza di una sezione locale.
In secondo luogo, pu vicina a Merate già sede di un CAI, Montevecchia non ha alcun collegamento di mezzi di trasporto. Terzo motivo l'ubicazione del paese lo porta a poter diventare punto di riferimento per altri (Lomagna, Lomaniga, Pagnano, Sirtori,...) non in grado di costituire un nucleo a sé. Ultima motivazione, l'individuazione di una sede grazie alla generosità di uno dei proponenti.

Galleria fotografica (vedi tutte le 22 immagini)


Insomma un sogno ben dettagliato che presto ha trovato forma, sostanza, struttura e che ha camminato, anzi ha scalato tante, tante montagne. Fino alla sua vetta più importante, quella del mezzo secolo.  
S.V.

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