Bernaga: distrutto l’archivio di Montini e le 2 biblioteche. Salvi il gatto e trenta galline
Dalle 20 circa di sabato 11 ottobre e sino a mezzogiorno di domenica 12 ottobre sul monastero della Bernaga in fiamme sonno stati riversati qualcosa come 500mila litri di acqua trasportati da idranti e autobotti di decine di mezzi di vigili del fuoco arrivati dai distaccamenti diverse province della Lombardia. Solamente nella giornata di martedì 14 ottobre l’intervento del personale del 115 è stato dichiarato ufficialmente concluso e sono stati apposti i sigilli della Magistratura.

Il prossimo 23 ottobre i tecnici del Nucleo Investigazioni Antincendi inizieranno le indagini per dare risposte alle domande che attanagliano tutti quanti: da dove è partito? Perchè? Come mai si è propagato così velocemente all’intero edificio? Ci sono dei responsabili?

Come ha spiegato il sindaco Marco Panzeri, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare l’attivazione del fondo dedicato sia al sostegno delle suore che all’avvio se non della ricostruzione quantomeno, ad oggi, della conservazione di quanto rimasto, “in Valletta qualcosa è cambiato da sabato sera. La situazione al monastero disastrosa. Mancando il tetto e con l’arrivo delle piogge la situazione di degrado non potrà che peggiorare”.

La parte più “lunga”, quella che corre lungo via Lissolo, al primo piano è stata completamente bruciata e anche il piano terra è stato intaccato dalle fiamme, con i solai compromessi.
Della parte antistante parlatorio e chiesa sono completamente crollati.

La dedizione e l’incessante lavoro di vigili del fuoco e protezione civile ha fatto sì che oltre alle prime opere recuperate, venissero salvati anche il crocifisso in legno di Paolo VI che si trovava nella chiesa e la Madonna dell’aiuto, particolarmente cara alla popolazione di Perego.

Sono purtroppo bruciate le due biblioteche con i libri storici e quella che conteneva l’archivio del segretario di stato di Papa Montini, con la corrispondenza privata ridotta in cenere.
In tutta questa devastazione, è stato lo stesso primo cittadino a ricordarlo, le suore hanno avuto salva la vita, probabilmente per qualche decina di minuti.


“La famiglia delle monache romite si trovava radunata nella parte comunitaria per assistere alla veglia del Papa per la Pace. Anche la cena era stata ritardata per questo motivo e quindi nessuno era nelle celle da dove si ritiene sia partito l’incendio. Se fossero state a dormire, non sappiamo cosa sarebbe successo. Le suore non appena si sono accorte dell’incendio sono riuscite a portarsi sino all’uscita, prendendo di peso la consorella allettata. In pochi minuti sono arrivate le prime persone che abitano vicino ed è grazie a loro se la situazione è stata gestita con serenità. Hanno convinto le religiose a uscire dal convento, cosa per loro mai accaduta visto lo stile di vita abbracciato, e poi a spostarsi in municipio da dove poi sono partite verso Ponte Lambro dove si trovano tuttora”.


Pierangelo Sala, Mauro Brivio, Lorenzo Fumagalli, Placido Ghezzi sono state le quattro persone che il sindaco Marco Panzeri ha voluto citare e ringraziare per il loro aiuto tempestivo e provvidenziale che ha consentito la salvezza e il ricovero delle suore senza particolari “scossoni”, visto il momento di particolare drammaticità che si stava vivendo.


Due note di colore: le trenta galline del convento sono state affidate a un contadino del posto mentre “Codone” il gatto che era la mascotte del monastero è stato salvato e in questi giorni è stato visto gironzolare nei pressi di quella che era la sua casa.
Continua

Il prossimo 23 ottobre i tecnici del Nucleo Investigazioni Antincendi inizieranno le indagini per dare risposte alle domande che attanagliano tutti quanti: da dove è partito? Perchè? Come mai si è propagato così velocemente all’intero edificio? Ci sono dei responsabili?

Come ha spiegato il sindaco Marco Panzeri, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare l’attivazione del fondo dedicato sia al sostegno delle suore che all’avvio se non della ricostruzione quantomeno, ad oggi, della conservazione di quanto rimasto, “in Valletta qualcosa è cambiato da sabato sera. La situazione al monastero disastrosa. Mancando il tetto e con l’arrivo delle piogge la situazione di degrado non potrà che peggiorare”.

La parte più “lunga”, quella che corre lungo via Lissolo, al primo piano è stata completamente bruciata e anche il piano terra è stato intaccato dalle fiamme, con i solai compromessi.
Della parte antistante parlatorio e chiesa sono completamente crollati.

La dedizione e l’incessante lavoro di vigili del fuoco e protezione civile ha fatto sì che oltre alle prime opere recuperate, venissero salvati anche il crocifisso in legno di Paolo VI che si trovava nella chiesa e la Madonna dell’aiuto, particolarmente cara alla popolazione di Perego.

Sono purtroppo bruciate le due biblioteche con i libri storici e quella che conteneva l’archivio del segretario di stato di Papa Montini, con la corrispondenza privata ridotta in cenere.
In tutta questa devastazione, è stato lo stesso primo cittadino a ricordarlo, le suore hanno avuto salva la vita, probabilmente per qualche decina di minuti.


“La famiglia delle monache romite si trovava radunata nella parte comunitaria per assistere alla veglia del Papa per la Pace. Anche la cena era stata ritardata per questo motivo e quindi nessuno era nelle celle da dove si ritiene sia partito l’incendio. Se fossero state a dormire, non sappiamo cosa sarebbe successo. Le suore non appena si sono accorte dell’incendio sono riuscite a portarsi sino all’uscita, prendendo di peso la consorella allettata. In pochi minuti sono arrivate le prime persone che abitano vicino ed è grazie a loro se la situazione è stata gestita con serenità. Hanno convinto le religiose a uscire dal convento, cosa per loro mai accaduta visto lo stile di vita abbracciato, e poi a spostarsi in municipio da dove poi sono partite verso Ponte Lambro dove si trovano tuttora”.

Mauro Brivio

Pierangelo Sala, Mauro Brivio, Lorenzo Fumagalli, Placido Ghezzi sono state le quattro persone che il sindaco Marco Panzeri ha voluto citare e ringraziare per il loro aiuto tempestivo e provvidenziale che ha consentito la salvezza e il ricovero delle suore senza particolari “scossoni”, visto il momento di particolare drammaticità che si stava vivendo.
L'orto del monastero
Due note di colore: le trenta galline del convento sono state affidate a un contadino del posto mentre “Codone” il gatto che era la mascotte del monastero è stato salvato e in questi giorni è stato visto gironzolare nei pressi di quella che era la sua casa.
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S.V.