Monastero della Bernaga: un appello e alcuni cenni storici
Oggetto: Cronache dalla Storia della Valletta Brianza, Monastero della Bernaga:
Messaggio *: Cronache dalla Storia della Valletta Brianza: Buongiorno a tutti, visto il disastroso incendio della serata dell’11 Ottobre 2025 presso il Monastero della Bernaga di Perego (La Valletta Brianza), vi ripropongo innanzitutto il mio precedente articolo di anni fa sulla storia monastica della Bernaga. Sono 1000 anni e più che sul quel colle si prega secondo il rito di Ambrogio prima con le Benedettine fino al 1799 e poi dal 1960 con le Romite Ambrosiane. Rivolgo un appello a tutti perché ancora una volta sul quel colle si possa ritornare ad intonare la preghiera di lode e ringraziamento in un monastero ristrutturato e consono alle esigenze moderne. Facciamo sentire la nostra voce presso la Diocesi, perché non si perda anche l’ultimo monastero della Brianza ancora attivo (dei 4 storici Brugora, Lambrugo, Cremella e Bernaga appunto). Facciamo sentire anche la nostra voce presso le istituzioni perché al di là della fede, alla Bernaga è presente un tesoro inestimabile di cultura e un patrimonio artistico non indifferente nonostante il disastro. Un cittadino profondamente addolorato L'articolo sulla storia del monastero della Bernaga: Dopo i due articoli sul Capitano Pozzo da Perego, ho iniziato alcuni studi sul monastero di S.Gregorio della Bernaga di Perego. Le informazioni più preziose da cui attingerò per questo mio articolo e per le fonti che andrò a citate sono GLI APPUNTI DI STORIA di DON RINALDO BERETTA. Diciamo subito che in Brianza i monasteri benedettini femminili erano quattro Lambrugo, Brugura, Cremella e Bernaga appunto. I primi tre erano sotto le dirette dipendenze della Sede Apostolica cioè del Papa, quello di Bernaga invece era sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Milano e pur seguendo la regola di Benedetto seguiva il rito Ambrosiano. A prova di questo fatto riporto quanto scrive il Beretta: Infatti, il 15 aprile 1255 l'arcivescovo Leone da Perego si trovava a Vimercate, quando gli si presentarono due sacerdoti, canonici della collegiata di S. Eufemia in Oggiono, Lanfranco de Molteno e Mainfredo de Crepa, (113) supplicando a nome delle monache di voler confermare l'elezione della nuova badessa Giustina. Ma poiché, dall'esposto di Mainfredo, parve che l'elezione non fosse stata fatta secondo le regole canoniche, annullò quella nomina. Di poi, avendo riguardo alla esemplarità di vita ed alla saggezza della eletta, per sua liberalità e nella pienezza del suo potere, la elesse egli stesso in badessa, conferendole i diritti spirituali e temporali proprii del regime stesso, e delegò il canonico Lanfranco de Molteno ad immettere la nominata badessa nella sede abaziale, e a darle il temporale possesso di tutti i beni e pertinenze del monastero. Quattro anni prima, nel 1251, un Ruglerio Brasca di Bernaga vendeva al monastero una selva « ubi dicitur ad paratam » per quattro lire terzole. Dalle carte di Don Beretta si evince che non è riuscito a risalire al suo fondatore, e lo fa risalire all’XI secolo senza tuttavia portare alcun documento a riguardo. Il primo documento registrato è del 10 marzo 1157 come scrive lo stesso: Si tratta di una permuta tra la badessa Lucia e il milanese Manfredo de Mantegatiis. Il contratto doveva essere approvato dal prevosto di Missaglia, come avvocato del monastero, e fors'anche quale rappresentante dell'arcivescovo di Milano al quale lo stesso monastero era soggetto. Questa particolare giurisdizione o possesso che gli arcivescovi di Milano ebbero sul monastero di Bernaga, è pure confermata dalla bolla di Papa Alessandro III del 1162 in favore dell'arcivescovo Oberto Pirovano. Il monastero della Bernaga era più piccolo e meno ricco degli altri tre monasteri femminili Brianzoli e fino al XVI secolo non contava mai più di una 10 di monache tra professe e converse. Erano tuttavia ben fornite di mezzi e terreni infatti: Da alcuni contratti d'affitto si ricava che le nostre religiose possedevano nel 1347, tra l'altro le cascine di Siraga e Nelone, e la fornace di Prestabio. Questa fornace è l'antesignana delle attuali fornaci. Il terreno infatti in quei dintorni si presta all'industria dei cotti per l'edilizia ed altri usi.Badessa era allora Donina de Crepa, e della medesima stirpe la maggior parte delle monache.Il 17 novembre 1393 il monastero affittò terreno coltivo, situato in Torricella, al sig. Giovanolo Pirovano, figlio di Primo, abitante in Barzanò. Dopo il Concilio di Trento San Carlo voleva sopprimere i 4 monasteri Brianzoli e portarli all’interno delle mura Cittadine, inizio quindi un periodo burrascoso per i detti monasteri compreso quello della Bernaga con l’apertura di una causa presso la Sacra Congregazione del Concilio che fu definitivamente vinta solo nel 1587. La morte di S. Carlo, avvenuta nel 1584, non valse a chiudere la controversia, la quale continuò il suo corso sotto l'arcivescovo successore Gaspare Visconti. Finalmente le monache ebbero in pieno causa vinta. Il card. Alessandrino con lettera del 12 novembre 1587 notificava all'arcivescovo di Milano il diritto riconosciuto ai quattro monasteri di professar monache come per il passato: « Al molto Ill.mo et Reverendis.mo come fratello Mons. Arcivescovo di Milano. Dopo l'essersi veduta et maturamente considerata in questa nostra Congregatione la relatione di Mons. Aularo con la pianta dello stato delli quattro Monasteri del Monte di Bnianza, (118) cioè di Lambrugo, Brugora, Cremella et Bernaga, et parendo a questi Ill.mi miei Signori che questi non siano dei compresi nel quinto capitolo della sessione XXV del Sacro Concilio di Trento, come benissimo ha dichiarato anche la Sacra Congregatione di detto Concilio, et che per conseguenza devono perseverare et stare nel luogo dove già da tanti anni sono stati, hanno voluto ordinare come fanno a V. S. che in ricompensa di tanto tempo nel quale sono state sospese et travagliate quelle Monache, voglia quanto prima far visitare detti Monasterij et provedere s'alcuna cosa ci manca alla perfetta clausura di ciascuno, prefiggere quel numero di Monache in ciascuno Monastero che giudicherà potervisi commodamente alimentare et nel rimanente lasciare che vi si ricevino et vestino Monache come si faceva prima che ne fossero interdetti, mediante però le solite licenze di questa Congregatione. Et me le raccomando di cuore pregandole contento e salute. Di Roma lì XII di novembre MDLXXXVII. Successivamente Sisto V con breve del 23 dicembre 1588 confermava definitivamente quanto aveva deciso la Sacra Congregazione. La lunga controversia importò non poche noie e gravi spese a quei monasteri Dopo questo periodo un po’ oscuro il monastero si riprende in numeri delle monache aumentano sensibilmente nel 1620 si parla di 60 Bocche da sfamare, il che fa presumere una 60 di monache tra professe e converse, un bel balzo dalla decina dei secoli passati. Questi numeri impongono un cambio di destinazione ormai, infatti l’antico monastero era situato nella vallata dove oggi sorge la frazione della Bernaga, più precisamente alla Bernaghetta, di come fosse fatto questo antico cenobio non abbiamo informazioni sicuramente alcune delle case coloniche presenti alla Bernaga facevano parte di questo convento. Abbiamo però una descrizione fatta dal Beretta di una intronizzazione di una badessa che ci rende l’idea di un complesso monastico di un certo rilievo: Quando il 20 agosto 1500 fu eletta badessa Maura Giussani, e immessa nella carica da Gio. Antonio Beolchi, prevosto di S. Maria Fulcorina di Milano a ciò delegato per autorità apostolica, si seguì questo cerimoniale. Pregando, in processione con tutte le monache e converse, si andò nel coro dell'altar maggiore, quindi si passò alla chiusura e apertura della porta della chiesa, e di là alla cattedra abaziale, andando e ritornando per la detta chiesa, mentre suonavano a distesa le campanelle del monastero. Alla badessa seguiva la Priora, poi la Cancelliera, a ciascuna delle quali spettava un titolo speciale. Molto Reverenda Madre la badessa, Reverenda Madre la priora e la cancelliera. Semplicemente Madri le altre monache conciliari, e Monache le altre non ancora professate. Sta di fatto che la vecchia struttura non è più sufficiente e nonostante alcuni lavori di restauro nella seconda metà del XVI sec, si decide la costruzione del nuovo monastero sulla sommità del colle dove si trova tuttora benchè rimaneggiato più volte nei secoli successivi. Per questo si imponeva la costruzione di un nuovo e più capace monastero, non essendo il vecchio suscettibile di un utile ampliamento, benché fosse stato restaurato dalla professa Caterina Brioschi, eletta badessa per un biennio nel 1558 e per un altro biennio nel 1565, come da iscrizione sopra la porta maggiore del vecchio monastero. (Informazione interessante ma dove si trovi questa iscrizione è tuttora ignoto) La consacrazione della Chiesa di San Gregorio viene fatta dal Cardinale Federico Borromeo il 28 settembre 1628 come recita una targa ancora visibile nell’androne d’ingresso dell’attuale monastero delle Romite Ambrosiane (l’attuale androne era la Chiesa monastica del precedente monastero). Nei secoli successivi la vita del monastero prosegue tranquilla senza particolari problemi con i numeri delle monache sempre piuttosto alti, tutto questo fino alla rivoluzione francese quando il Con lettera del 14 Termidoro, anno quinto repubblicano, dell'amministrazione centrale di Lecco, dipartimento della Montagna, venne ingiunto alle monache di Bernaga di notificare i loro beni. La loro proprietà terriera era di pertiche 4.060.3. Il 29 Termidoro presentarono questa distinta: In Besana pert. 262.12 - Pieve di Agliate » Aizurro » 221.4 - » Brivio » Brianzola » 432.2 - » Missaglia » Robbiate » 96.17 - » Brivio » Paderno » 46.6 - » Brivio » Sartirana » 232.15 - » Brivio » Biglio » 13.2 - » Garlate » Bernaga » 1102.15 - » Missaglia » Cereda » 503.7 - » Missaglia » Montevecchia » 480. - » Missaglia » Missaglia » 251. - » Missaglia » Perego » 43. - » Missaglia » Sirtori » 85.18 - » Missaglia » Viganò » 151.14 - » Missaglia » Rovagnate » 15.12 - » Missaglia » Oggiono » 122.13 - » Oggiono In scudati d'estimo sommavano a lire 20055, e davano una presumibile entrata di lire 18222, e che al 4 e 1/ 2 quei fondi avevano un valore di lire 404948. Di li a poco sarebbe finita la vita di un monastero con almeno 800 anni di storia documentata come scrive lo stesso BERETTA: Il 14 Settembre 1798 il cittadino Leopoldo Staurenghi, commissario del potere esecutivo del Dipartimento della Montagna, residente in Lecco, si recò a Bernaga, ed ivi convocate le monache; (presenti 26 professe e 13 converse), intimò loro che da quel momento la loro comunità era sciolta, e che nel termine di quindici giorni dovessero sgombrare il monastero. Il monastero e gli annessi beni, passati all'Agenzia dei Beni Nazionali, furono alienati a diversi acquirenti. Alle monache ed alle converse vennero liquidate le solite miserelle pensioni vitalizie. Un mondo davvero stava finendo e sopra di esso ne stava nascendo uno nuovo. Sempre dal BERETTA mi sono permesso di prendere alcuni nomi di monache badesse e stilare un piccolo elenco delle badesse e del numero delle monache cosa molto imprecisa viste le scarse informazioni in nostro possesso: Anno Badessa Monache Note 1255 Giustina ? Il 15 aprile 1255 l'arcivescovo Leone da Perego si trovava a Vimercate, quando gli si presentarono due sacerdoti, canonici della collegiata di S. Eufemia in Oggiono, Lan-franco de Molteno e Mainfredo de Crepa, (113) supplicando a nome delle monache di voler confermare l'elezione della nuova badessa Giustina. 1347 Donina de Crepa (Crippa) ? Badessa era allora Donina de Crepa, e della medesima stirpe la maggior parte delle monache 1447 Antonia de Crepa (Crippa) 3 E, tanto per citare un esempio, nel 1447 oltre la badessa Antonia de Crepa non c'erano che tre sole monache. 1500 Maura de Gluxiano (Giussani) 9+2 Un atto del 20 agosto 1500 ci dà l'elezione della badessa Maura de Gluxiano con la presenza di nove monache professe e due converse 1556 ? 15 Per un contratto di locazione di beni dell'8 aprile 1556, beni situati alla Fragia di Briosco di proprietà del monastero, oltre la badessa risultano nel monastero quindici monache. 1558 Caterina Brioschi ? 1565 Caterina Brioschi ? 1620 Colomba Nava 60 1647 ? 57 1650 Apollonia Perego 42 Il 21 marzo 1650 la badessa Apollonia Perego, con 42 monache raccolte in capitolo, ricevette dal magnifico molto Rev.do Sig. Marco Antonio Onigo, protonotario apostolico, figlio di Matteo, abitante in Torricella (frazione di Barzanò) e procuratore del monastero di Cremella, lire 1500 imperiali col relativo interesse 1798 ? 28 +13 Dimoravano allora nel monastero 28 monache velate e 13 converse Volevo poi far notare che sempre in Settembre in particolare l’8 settembre 1962 (quindi 164 anni dopo) tre monache guidate da Maria Candida Casero e dall’arcivescovo Montini salirono il colle della Bernaga per gettare le basi del nuovo monastero delle romite Ambrosiane, oltre al luogo e alla clausura un'altra cosa lega le due istituzioni il rito Ambrosiano che come abbiamo detto era usato anche dalle prime abitanti del luogo. Per il proseguo mi sto informando su come avere la piantina dell’antico monastero per capire come si potesse collocare nella attuale borgo della Bernaga, interessante notare che qualche tempo fa durante degli scavi nella stessa frazione sono stare ritrovate numerose sepolture probabilmente delle monache di cui sopra abbiamo citato le gesta. Una curiosità nell’articolo di Don Beretta ho trovato questa citazione che volevo farvi notare e che completa un po’ gli articoli precedenti sul Capitano Pozzo: Risulta che la chiesa di Perego era stata profanata in occasione di fatti guerreschi: « propter bella et turbines bellorum polluta ». Ciò potrebbe essere forse avvenuto nel 1409 in occasione della battaglia nella valle di Rovagnate tra l'esercito di Pandolfo Malatesta e quello di Facino Cane, oppure più verosimilmente molti anni dopo allorquando Gian Giacomo de' Medici mandò milizie a far prigioniero il traditore castellano di Perego. (114) Che le monache di Bernaga in quelle circostanze abbiano sofferto angherie e soprusi non consta. Che siano andate totalmente esenti è lecito dubitare. La chiesa, dedicata a S. Giovanni Evangelista, fu riconciliata e consacrata il 20 agosto 1540 da Mons. Giovanni Melegnano, vescovo di Laodicea e vicario dell'arcivescovo. di Milano Ippolito d'Este, il quale in quello stesso giorno si dice abbia pure consacrata la parrocchiale di S. Giorgio in Rovagnate. (115). Mi scuso per la lunghezza dell’articolo e arrivederci alla prossima.
Messaggio *: Cronache dalla Storia della Valletta Brianza: Buongiorno a tutti, visto il disastroso incendio della serata dell’11 Ottobre 2025 presso il Monastero della Bernaga di Perego (La Valletta Brianza), vi ripropongo innanzitutto il mio precedente articolo di anni fa sulla storia monastica della Bernaga. Sono 1000 anni e più che sul quel colle si prega secondo il rito di Ambrogio prima con le Benedettine fino al 1799 e poi dal 1960 con le Romite Ambrosiane. Rivolgo un appello a tutti perché ancora una volta sul quel colle si possa ritornare ad intonare la preghiera di lode e ringraziamento in un monastero ristrutturato e consono alle esigenze moderne. Facciamo sentire la nostra voce presso la Diocesi, perché non si perda anche l’ultimo monastero della Brianza ancora attivo (dei 4 storici Brugora, Lambrugo, Cremella e Bernaga appunto). Facciamo sentire anche la nostra voce presso le istituzioni perché al di là della fede, alla Bernaga è presente un tesoro inestimabile di cultura e un patrimonio artistico non indifferente nonostante il disastro. Un cittadino profondamente addolorato L'articolo sulla storia del monastero della Bernaga: Dopo i due articoli sul Capitano Pozzo da Perego, ho iniziato alcuni studi sul monastero di S.Gregorio della Bernaga di Perego. Le informazioni più preziose da cui attingerò per questo mio articolo e per le fonti che andrò a citate sono GLI APPUNTI DI STORIA di DON RINALDO BERETTA. Diciamo subito che in Brianza i monasteri benedettini femminili erano quattro Lambrugo, Brugura, Cremella e Bernaga appunto. I primi tre erano sotto le dirette dipendenze della Sede Apostolica cioè del Papa, quello di Bernaga invece era sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Milano e pur seguendo la regola di Benedetto seguiva il rito Ambrosiano. A prova di questo fatto riporto quanto scrive il Beretta: Infatti, il 15 aprile 1255 l'arcivescovo Leone da Perego si trovava a Vimercate, quando gli si presentarono due sacerdoti, canonici della collegiata di S. Eufemia in Oggiono, Lanfranco de Molteno e Mainfredo de Crepa, (113) supplicando a nome delle monache di voler confermare l'elezione della nuova badessa Giustina. Ma poiché, dall'esposto di Mainfredo, parve che l'elezione non fosse stata fatta secondo le regole canoniche, annullò quella nomina. Di poi, avendo riguardo alla esemplarità di vita ed alla saggezza della eletta, per sua liberalità e nella pienezza del suo potere, la elesse egli stesso in badessa, conferendole i diritti spirituali e temporali proprii del regime stesso, e delegò il canonico Lanfranco de Molteno ad immettere la nominata badessa nella sede abaziale, e a darle il temporale possesso di tutti i beni e pertinenze del monastero. Quattro anni prima, nel 1251, un Ruglerio Brasca di Bernaga vendeva al monastero una selva « ubi dicitur ad paratam » per quattro lire terzole. Dalle carte di Don Beretta si evince che non è riuscito a risalire al suo fondatore, e lo fa risalire all’XI secolo senza tuttavia portare alcun documento a riguardo. Il primo documento registrato è del 10 marzo 1157 come scrive lo stesso: Si tratta di una permuta tra la badessa Lucia e il milanese Manfredo de Mantegatiis. Il contratto doveva essere approvato dal prevosto di Missaglia, come avvocato del monastero, e fors'anche quale rappresentante dell'arcivescovo di Milano al quale lo stesso monastero era soggetto. Questa particolare giurisdizione o possesso che gli arcivescovi di Milano ebbero sul monastero di Bernaga, è pure confermata dalla bolla di Papa Alessandro III del 1162 in favore dell'arcivescovo Oberto Pirovano. Il monastero della Bernaga era più piccolo e meno ricco degli altri tre monasteri femminili Brianzoli e fino al XVI secolo non contava mai più di una 10 di monache tra professe e converse. Erano tuttavia ben fornite di mezzi e terreni infatti: Da alcuni contratti d'affitto si ricava che le nostre religiose possedevano nel 1347, tra l'altro le cascine di Siraga e Nelone, e la fornace di Prestabio. Questa fornace è l'antesignana delle attuali fornaci. Il terreno infatti in quei dintorni si presta all'industria dei cotti per l'edilizia ed altri usi.Badessa era allora Donina de Crepa, e della medesima stirpe la maggior parte delle monache.Il 17 novembre 1393 il monastero affittò terreno coltivo, situato in Torricella, al sig. Giovanolo Pirovano, figlio di Primo, abitante in Barzanò. Dopo il Concilio di Trento San Carlo voleva sopprimere i 4 monasteri Brianzoli e portarli all’interno delle mura Cittadine, inizio quindi un periodo burrascoso per i detti monasteri compreso quello della Bernaga con l’apertura di una causa presso la Sacra Congregazione del Concilio che fu definitivamente vinta solo nel 1587. La morte di S. Carlo, avvenuta nel 1584, non valse a chiudere la controversia, la quale continuò il suo corso sotto l'arcivescovo successore Gaspare Visconti. Finalmente le monache ebbero in pieno causa vinta. Il card. Alessandrino con lettera del 12 novembre 1587 notificava all'arcivescovo di Milano il diritto riconosciuto ai quattro monasteri di professar monache come per il passato: « Al molto Ill.mo et Reverendis.mo come fratello Mons. Arcivescovo di Milano. Dopo l'essersi veduta et maturamente considerata in questa nostra Congregatione la relatione di Mons. Aularo con la pianta dello stato delli quattro Monasteri del Monte di Bnianza, (118) cioè di Lambrugo, Brugora, Cremella et Bernaga, et parendo a questi Ill.mi miei Signori che questi non siano dei compresi nel quinto capitolo della sessione XXV del Sacro Concilio di Trento, come benissimo ha dichiarato anche la Sacra Congregatione di detto Concilio, et che per conseguenza devono perseverare et stare nel luogo dove già da tanti anni sono stati, hanno voluto ordinare come fanno a V. S. che in ricompensa di tanto tempo nel quale sono state sospese et travagliate quelle Monache, voglia quanto prima far visitare detti Monasterij et provedere s'alcuna cosa ci manca alla perfetta clausura di ciascuno, prefiggere quel numero di Monache in ciascuno Monastero che giudicherà potervisi commodamente alimentare et nel rimanente lasciare che vi si ricevino et vestino Monache come si faceva prima che ne fossero interdetti, mediante però le solite licenze di questa Congregatione. Et me le raccomando di cuore pregandole contento e salute. Di Roma lì XII di novembre MDLXXXVII. Successivamente Sisto V con breve del 23 dicembre 1588 confermava definitivamente quanto aveva deciso la Sacra Congregazione. La lunga controversia importò non poche noie e gravi spese a quei monasteri Dopo questo periodo un po’ oscuro il monastero si riprende in numeri delle monache aumentano sensibilmente nel 1620 si parla di 60 Bocche da sfamare, il che fa presumere una 60 di monache tra professe e converse, un bel balzo dalla decina dei secoli passati. Questi numeri impongono un cambio di destinazione ormai, infatti l’antico monastero era situato nella vallata dove oggi sorge la frazione della Bernaga, più precisamente alla Bernaghetta, di come fosse fatto questo antico cenobio non abbiamo informazioni sicuramente alcune delle case coloniche presenti alla Bernaga facevano parte di questo convento. Abbiamo però una descrizione fatta dal Beretta di una intronizzazione di una badessa che ci rende l’idea di un complesso monastico di un certo rilievo: Quando il 20 agosto 1500 fu eletta badessa Maura Giussani, e immessa nella carica da Gio. Antonio Beolchi, prevosto di S. Maria Fulcorina di Milano a ciò delegato per autorità apostolica, si seguì questo cerimoniale. Pregando, in processione con tutte le monache e converse, si andò nel coro dell'altar maggiore, quindi si passò alla chiusura e apertura della porta della chiesa, e di là alla cattedra abaziale, andando e ritornando per la detta chiesa, mentre suonavano a distesa le campanelle del monastero. Alla badessa seguiva la Priora, poi la Cancelliera, a ciascuna delle quali spettava un titolo speciale. Molto Reverenda Madre la badessa, Reverenda Madre la priora e la cancelliera. Semplicemente Madri le altre monache conciliari, e Monache le altre non ancora professate. Sta di fatto che la vecchia struttura non è più sufficiente e nonostante alcuni lavori di restauro nella seconda metà del XVI sec, si decide la costruzione del nuovo monastero sulla sommità del colle dove si trova tuttora benchè rimaneggiato più volte nei secoli successivi. Per questo si imponeva la costruzione di un nuovo e più capace monastero, non essendo il vecchio suscettibile di un utile ampliamento, benché fosse stato restaurato dalla professa Caterina Brioschi, eletta badessa per un biennio nel 1558 e per un altro biennio nel 1565, come da iscrizione sopra la porta maggiore del vecchio monastero. (Informazione interessante ma dove si trovi questa iscrizione è tuttora ignoto) La consacrazione della Chiesa di San Gregorio viene fatta dal Cardinale Federico Borromeo il 28 settembre 1628 come recita una targa ancora visibile nell’androne d’ingresso dell’attuale monastero delle Romite Ambrosiane (l’attuale androne era la Chiesa monastica del precedente monastero). Nei secoli successivi la vita del monastero prosegue tranquilla senza particolari problemi con i numeri delle monache sempre piuttosto alti, tutto questo fino alla rivoluzione francese quando il Con lettera del 14 Termidoro, anno quinto repubblicano, dell'amministrazione centrale di Lecco, dipartimento della Montagna, venne ingiunto alle monache di Bernaga di notificare i loro beni. La loro proprietà terriera era di pertiche 4.060.3. Il 29 Termidoro presentarono questa distinta: In Besana pert. 262.12 - Pieve di Agliate » Aizurro » 221.4 - » Brivio » Brianzola » 432.2 - » Missaglia » Robbiate » 96.17 - » Brivio » Paderno » 46.6 - » Brivio » Sartirana » 232.15 - » Brivio » Biglio » 13.2 - » Garlate » Bernaga » 1102.15 - » Missaglia » Cereda » 503.7 - » Missaglia » Montevecchia » 480. - » Missaglia » Missaglia » 251. - » Missaglia » Perego » 43. - » Missaglia » Sirtori » 85.18 - » Missaglia » Viganò » 151.14 - » Missaglia » Rovagnate » 15.12 - » Missaglia » Oggiono » 122.13 - » Oggiono In scudati d'estimo sommavano a lire 20055, e davano una presumibile entrata di lire 18222, e che al 4 e 1/ 2 quei fondi avevano un valore di lire 404948. Di li a poco sarebbe finita la vita di un monastero con almeno 800 anni di storia documentata come scrive lo stesso BERETTA: Il 14 Settembre 1798 il cittadino Leopoldo Staurenghi, commissario del potere esecutivo del Dipartimento della Montagna, residente in Lecco, si recò a Bernaga, ed ivi convocate le monache; (presenti 26 professe e 13 converse), intimò loro che da quel momento la loro comunità era sciolta, e che nel termine di quindici giorni dovessero sgombrare il monastero. Il monastero e gli annessi beni, passati all'Agenzia dei Beni Nazionali, furono alienati a diversi acquirenti. Alle monache ed alle converse vennero liquidate le solite miserelle pensioni vitalizie. Un mondo davvero stava finendo e sopra di esso ne stava nascendo uno nuovo. Sempre dal BERETTA mi sono permesso di prendere alcuni nomi di monache badesse e stilare un piccolo elenco delle badesse e del numero delle monache cosa molto imprecisa viste le scarse informazioni in nostro possesso: Anno Badessa Monache Note 1255 Giustina ? Il 15 aprile 1255 l'arcivescovo Leone da Perego si trovava a Vimercate, quando gli si presentarono due sacerdoti, canonici della collegiata di S. Eufemia in Oggiono, Lan-franco de Molteno e Mainfredo de Crepa, (113) supplicando a nome delle monache di voler confermare l'elezione della nuova badessa Giustina. 1347 Donina de Crepa (Crippa) ? Badessa era allora Donina de Crepa, e della medesima stirpe la maggior parte delle monache 1447 Antonia de Crepa (Crippa) 3 E, tanto per citare un esempio, nel 1447 oltre la badessa Antonia de Crepa non c'erano che tre sole monache. 1500 Maura de Gluxiano (Giussani) 9+2 Un atto del 20 agosto 1500 ci dà l'elezione della badessa Maura de Gluxiano con la presenza di nove monache professe e due converse 1556 ? 15 Per un contratto di locazione di beni dell'8 aprile 1556, beni situati alla Fragia di Briosco di proprietà del monastero, oltre la badessa risultano nel monastero quindici monache. 1558 Caterina Brioschi ? 1565 Caterina Brioschi ? 1620 Colomba Nava 60 1647 ? 57 1650 Apollonia Perego 42 Il 21 marzo 1650 la badessa Apollonia Perego, con 42 monache raccolte in capitolo, ricevette dal magnifico molto Rev.do Sig. Marco Antonio Onigo, protonotario apostolico, figlio di Matteo, abitante in Torricella (frazione di Barzanò) e procuratore del monastero di Cremella, lire 1500 imperiali col relativo interesse 1798 ? 28 +13 Dimoravano allora nel monastero 28 monache velate e 13 converse Volevo poi far notare che sempre in Settembre in particolare l’8 settembre 1962 (quindi 164 anni dopo) tre monache guidate da Maria Candida Casero e dall’arcivescovo Montini salirono il colle della Bernaga per gettare le basi del nuovo monastero delle romite Ambrosiane, oltre al luogo e alla clausura un'altra cosa lega le due istituzioni il rito Ambrosiano che come abbiamo detto era usato anche dalle prime abitanti del luogo. Per il proseguo mi sto informando su come avere la piantina dell’antico monastero per capire come si potesse collocare nella attuale borgo della Bernaga, interessante notare che qualche tempo fa durante degli scavi nella stessa frazione sono stare ritrovate numerose sepolture probabilmente delle monache di cui sopra abbiamo citato le gesta. Una curiosità nell’articolo di Don Beretta ho trovato questa citazione che volevo farvi notare e che completa un po’ gli articoli precedenti sul Capitano Pozzo: Risulta che la chiesa di Perego era stata profanata in occasione di fatti guerreschi: « propter bella et turbines bellorum polluta ». Ciò potrebbe essere forse avvenuto nel 1409 in occasione della battaglia nella valle di Rovagnate tra l'esercito di Pandolfo Malatesta e quello di Facino Cane, oppure più verosimilmente molti anni dopo allorquando Gian Giacomo de' Medici mandò milizie a far prigioniero il traditore castellano di Perego. (114) Che le monache di Bernaga in quelle circostanze abbiano sofferto angherie e soprusi non consta. Che siano andate totalmente esenti è lecito dubitare. La chiesa, dedicata a S. Giovanni Evangelista, fu riconciliata e consacrata il 20 agosto 1540 da Mons. Giovanni Melegnano, vescovo di Laodicea e vicario dell'arcivescovo. di Milano Ippolito d'Este, il quale in quello stesso giorno si dice abbia pure consacrata la parrocchiale di S. Giorgio in Rovagnate. (115). Mi scuso per la lunghezza dell’articolo e arrivederci alla prossima.
Un Cittadino della Valletta Brianza