Sabbioncello: il rito dell'olio della lampada. Don Alessandro: “Siamo custodi, non proprietari”
La comunità di Sabbioncello ha vissuto anche quest'anno il rito dell'offerta dell'olio della lampada. Una tradizione che vede a turno un comune del territorio farsi carico di donare al santuario “il combustibile” che terrà viva la fiamma della candela, posta ai piedi della statua del poverello di Assisi.


Il rito, che si svolge in concomitanza con la solennità del patrono d'Italia, ha visto la presenza di una rappresentanza di sindaci, delle autorità locali e di numerosi fedeli legati alla comunità francescana e anche catturati alla suggestione della cerimonia.
Quest'anno è toccato al comune di Osnago offrire l'olio e, dunque, il sindaco Felice Rocca, accompagnato dagli agenti di polizia locale e dal gonfalone, si è affiancato al parroco don Alessandro Fusetti nel cerimoniale che prevede l'accensione dello stoppino all'altare e poi la posa nella cappella del Santo con l'incensazione della statua.
La cerimonia ha assunto poi un sapore ancora più solenne vista la concomitanza sia dagli 800 anni della scrittura da parte di San Francesco del “Cantico delle Creature” e sia del Giubileo.
Nel corso della sua omelia don Alessandro ha ricordato come il tempo che stiamo vivendo sia flagellato anche da una disarmonia che ferisce il Creato, come accaduto a Verderio con la tromba d'aria, e da una irresponsabilità che uccide, con chiaro riferimento alla morte di Giorgia e Milena.


Il sacerdote si è poi concentrato sul Cantico delle Creature, andando all'essenza dell'uomo e invitando ciascuno a ricordare che "siamo creature e non creatori; siamo figli e non schiavi; siamo padri o madri e non padroni; siamo fratelli e sorelle e non nemici o concorrenti, siamo piccoli che vengono sollevati da un abbraccio e non onnipotenti schiacciati dalla paura di essere sconfitti. Siamo custodi e non proprietari. Siamo figli che tutto abbiamo ricevuto e a tutti dobbiamo consegnare e non consumatori narcisisti".
Al termine della funzione, sul sagrato è stato possibile acquistare sacchetti di mele, a fronte di una offerta, per sostenere le attività del santuario.
CLICCA QUI per il testo integrale dell'omelia.


Il rito, che si svolge in concomitanza con la solennità del patrono d'Italia, ha visto la presenza di una rappresentanza di sindaci, delle autorità locali e di numerosi fedeli legati alla comunità francescana e anche catturati alla suggestione della cerimonia.
Quest'anno è toccato al comune di Osnago offrire l'olio e, dunque, il sindaco Felice Rocca, accompagnato dagli agenti di polizia locale e dal gonfalone, si è affiancato al parroco don Alessandro Fusetti nel cerimoniale che prevede l'accensione dello stoppino all'altare e poi la posa nella cappella del Santo con l'incensazione della statua.
La cerimonia ha assunto poi un sapore ancora più solenne vista la concomitanza sia dagli 800 anni della scrittura da parte di San Francesco del “Cantico delle Creature” e sia del Giubileo.
Nel corso della sua omelia don Alessandro ha ricordato come il tempo che stiamo vivendo sia flagellato anche da una disarmonia che ferisce il Creato, come accaduto a Verderio con la tromba d'aria, e da una irresponsabilità che uccide, con chiaro riferimento alla morte di Giorgia e Milena.


Il sacerdote si è poi concentrato sul Cantico delle Creature, andando all'essenza dell'uomo e invitando ciascuno a ricordare che "siamo creature e non creatori; siamo figli e non schiavi; siamo padri o madri e non padroni; siamo fratelli e sorelle e non nemici o concorrenti, siamo piccoli che vengono sollevati da un abbraccio e non onnipotenti schiacciati dalla paura di essere sconfitti. Siamo custodi e non proprietari. Siamo figli che tutto abbiamo ricevuto e a tutti dobbiamo consegnare e non consumatori narcisisti".
Al termine della funzione, sul sagrato è stato possibile acquistare sacchetti di mele, a fronte di una offerta, per sostenere le attività del santuario.
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S.V.