Hospice Airuno: litografie di Miro’ e Chagall al “Nespolo”. Intervista a Marisa Corradini
“Miro’, Chagall e le riviste più belle del mondo” e’ la nuova iniziativa che l'Associazione Fabio Sassi organizzerà per sostenere l’ambizioso progetto di sostituzione dei serramenti dell’Hospice Il Nespolo di Airuno. La mostra delle litografie dei due grandi artisti del Novecento verrà inaugurata giovedì 30 ottobre, con inizio alle ore 18, all’Officina Badoni di corso Matteotti 7 a Lecco. Evento che verrà replicato sabato 15 novembre, con inizio alle ore 17, a Villa Lavezzari di Merate. In vista di questa nuova proposta abbiamo fatto il punto con Marisa Corradini, vice presidente dell'Associazione Fabio Sassi.
Come è nata quest’idea della mostra di Mirò e Chagall?
“Oreste Bellinzona, noto gallerista di Lecco, venuto a conoscenza del prezioso lavoro che svolge la nostra associazione a favore delle persone che necessitano di cure palliative, ha deciso di donarci ben 105 litografie dei due grandi artisti. Le opere si potranno ricevere a fronte di un contributo. Il ricavato sarà interamente destinato alla raccolta fondi per la sostituzione dei serramenti dell’Hospice Il Nespolo. L’inaugurazione si terrà all’Officina Badoni, gentilmente concessa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, mentre la seconda esposizione si terrà nella bellissima Villa Lavezzari, l’ex dimora del compianto imprenditore Arialdo Villa, recentemente tornata agli antichi splendori dopo un accurato intervento di ristrutturazione e adibita a sede di Colombo Giardini. Tra i due eventi le opere, dal 3 al 12 novembre, si potranno ammirare presso la Galleria Bellinzona di Lecco”.
Qual è il contributo minimo richiesto?
“Si va da un minimo di 150 euro e poi contiamo nella generosità delle persone. La mostra dispone di un catalogo curato da Cattaneo Grafiche e realizzato con la supervisione di Michele Tavola, ex assessore alla Cultura di Lecco, ma soprattutto noto e apprezzato storico dell’arte, già curatore e responsabile dei progetti di arte contemporanea alle Gallerie dell’Accademia di Venezia e ora responsabile dei progetti di arte contemporanea presso la Direzione Regionale dei Musei Nazionali della Lombardia a Palazzo Litta a Milano. Il dr. Tavola sarà presente a Lecco e a Merate per raccontarci il valore e il significato di queste bellissime opere”.
Come procede la raccolta fondi che avete avviato a maggio?
“Abbastanza bene. Complessivamente abbiamo raccolto fino ad ora circa 40 mila euro.
Tutte le informazioni per effettuare una donazione a sostegno della nostra campagna “Un’altra luce, lo stesso orizzonte” si possono trovare sul nostro sito. Le elargizioni liberali effettuate da privati e imprese sono fiscalmente deducibili.

Raccogliere 200 mila euro, obiettivo della raccolta fondi, però, non sarà facile…
“Siamo fiduciosi per una serie di motivi. L’Associazione Fabio Sassi il 15 settembre ha partecipato al bando emblematico provinciale della Fondazione Comunitaria del Lecchese che ha una dotazione complessiva di 400 mila euro. L’esito verrà reso noto entro il 15 novembre. Noi ovviamente contiamo di essere tra i cinque o sei progetti che verranno scelti. Nel frattempo le donazioni di privati, di associazioni e di imprese stanno arrivando con una buona regolarità e siamo fiduciosi di centrare l’ambizioso obiettivo”.
Tempi?
“Contiamo di chiudere la partita entro la fine del 2026. Intanto il progetto elaborato dallo Studio di Progettazione e dall’architetto Giuseppe Cereda, è stato completato e sta seguendo l’iter burocratico previsto. A breve verrà indetta la gara per l’assegnazione dell’appalto e contiamo di aprire il cantiere entro la fine dell’anno. A questo proposito mi permetta di ringraziare pubblicamente l’architetto Giuseppe Cereda, il figlio ingegner Luca Cereda e tutti i collaboratori dello Studio di Progettazione di Robbiate che ci hanno donato il progetto, che - comprensivo degli oneri di sicurezza e direzione dei lavori - ha un valore di circa 20 mila euro”.
Se non riuscirete a raccogliere tutti i fondi necessari ripiegherete su fondi propri?
“Certo, in bilancio abbiamo destinato i fondi necessari per poter avviare il cantiere, ma è un’ipotesi che non prendiamo in considerazione”.
Perché?
“Confidiamo nella generosità di cittadini, associazioni e imprese di questo territorio, oltre che nell’esito favorevole del bando della Fondazione Comunitaria del Lecchese. L’Associazione Fabio Sassi, ogni anno, da 23 anni, è alle prese con uno sbilancio di oltre 400 mila euro, che da quest’anno sale a mezzo milione. Noi offriamo servizi a titolo gratuito, ma l’accreditamento di Regione Lombardia ci permette di coprire solo il 66% dei costi. Il resto - cioè il disavanzo di 500 mila euro - riusciamo a coprirlo grazie al 5x1000, a donazioni di cittadini e imprese, associazioni che organizzano eventi destinando a noi il ricavato, iniziative che promuove direttamente l’Associazione, lasciti e al sostegno di qualche Comune del territorio. E quasi sempre il bilancio si chiude in pareggio. Un vero miracolo che si ripete da 23 anni…”.
La Brianza è una terra generosa e dimostra un legame davvero straordinario con la Fabio Sassi e il suo Hospice
“Tra le tante cose c’è un dato che racconta meglio di altri questo forte legame: ogni anno sono oltre 4.400 persone che destinano il loro 5x1000 alla Fabio Sassi. Lo fanno perché i nostri medici, le nostre infermiere, tutto il personale e i 220 volontari garantiscono una straordinaria assistenza sanitaria, sociale e soprattutto umana alle 280 persone che ospitiamo ogni anno in Hospice. Ecco perché diciamo che l’Hospice non è della Fabio Sassi, ma del suo territorio. Una comunità attenta e sensibile nel difendere questa struttura che garantisce dignità e qualità della vita alle persone che affrontano l’ultimo miglio della loro vita, sostenendo anche le loro famiglie”.
Come è nata quest’idea della mostra di Mirò e Chagall?
“Oreste Bellinzona, noto gallerista di Lecco, venuto a conoscenza del prezioso lavoro che svolge la nostra associazione a favore delle persone che necessitano di cure palliative, ha deciso di donarci ben 105 litografie dei due grandi artisti. Le opere si potranno ricevere a fronte di un contributo. Il ricavato sarà interamente destinato alla raccolta fondi per la sostituzione dei serramenti dell’Hospice Il Nespolo. L’inaugurazione si terrà all’Officina Badoni, gentilmente concessa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, mentre la seconda esposizione si terrà nella bellissima Villa Lavezzari, l’ex dimora del compianto imprenditore Arialdo Villa, recentemente tornata agli antichi splendori dopo un accurato intervento di ristrutturazione e adibita a sede di Colombo Giardini. Tra i due eventi le opere, dal 3 al 12 novembre, si potranno ammirare presso la Galleria Bellinzona di Lecco”.
Qual è il contributo minimo richiesto?
“Si va da un minimo di 150 euro e poi contiamo nella generosità delle persone. La mostra dispone di un catalogo curato da Cattaneo Grafiche e realizzato con la supervisione di Michele Tavola, ex assessore alla Cultura di Lecco, ma soprattutto noto e apprezzato storico dell’arte, già curatore e responsabile dei progetti di arte contemporanea alle Gallerie dell’Accademia di Venezia e ora responsabile dei progetti di arte contemporanea presso la Direzione Regionale dei Musei Nazionali della Lombardia a Palazzo Litta a Milano. Il dr. Tavola sarà presente a Lecco e a Merate per raccontarci il valore e il significato di queste bellissime opere”.
Come procede la raccolta fondi che avete avviato a maggio?
“Abbastanza bene. Complessivamente abbiamo raccolto fino ad ora circa 40 mila euro.
Tutte le informazioni per effettuare una donazione a sostegno della nostra campagna “Un’altra luce, lo stesso orizzonte” si possono trovare sul nostro sito. Le elargizioni liberali effettuate da privati e imprese sono fiscalmente deducibili.

Raccogliere 200 mila euro, obiettivo della raccolta fondi, però, non sarà facile…
“Siamo fiduciosi per una serie di motivi. L’Associazione Fabio Sassi il 15 settembre ha partecipato al bando emblematico provinciale della Fondazione Comunitaria del Lecchese che ha una dotazione complessiva di 400 mila euro. L’esito verrà reso noto entro il 15 novembre. Noi ovviamente contiamo di essere tra i cinque o sei progetti che verranno scelti. Nel frattempo le donazioni di privati, di associazioni e di imprese stanno arrivando con una buona regolarità e siamo fiduciosi di centrare l’ambizioso obiettivo”.
Tempi?
“Contiamo di chiudere la partita entro la fine del 2026. Intanto il progetto elaborato dallo Studio di Progettazione e dall’architetto Giuseppe Cereda, è stato completato e sta seguendo l’iter burocratico previsto. A breve verrà indetta la gara per l’assegnazione dell’appalto e contiamo di aprire il cantiere entro la fine dell’anno. A questo proposito mi permetta di ringraziare pubblicamente l’architetto Giuseppe Cereda, il figlio ingegner Luca Cereda e tutti i collaboratori dello Studio di Progettazione di Robbiate che ci hanno donato il progetto, che - comprensivo degli oneri di sicurezza e direzione dei lavori - ha un valore di circa 20 mila euro”.
Se non riuscirete a raccogliere tutti i fondi necessari ripiegherete su fondi propri?
“Certo, in bilancio abbiamo destinato i fondi necessari per poter avviare il cantiere, ma è un’ipotesi che non prendiamo in considerazione”.
Perché?
“Confidiamo nella generosità di cittadini, associazioni e imprese di questo territorio, oltre che nell’esito favorevole del bando della Fondazione Comunitaria del Lecchese. L’Associazione Fabio Sassi, ogni anno, da 23 anni, è alle prese con uno sbilancio di oltre 400 mila euro, che da quest’anno sale a mezzo milione. Noi offriamo servizi a titolo gratuito, ma l’accreditamento di Regione Lombardia ci permette di coprire solo il 66% dei costi. Il resto - cioè il disavanzo di 500 mila euro - riusciamo a coprirlo grazie al 5x1000, a donazioni di cittadini e imprese, associazioni che organizzano eventi destinando a noi il ricavato, iniziative che promuove direttamente l’Associazione, lasciti e al sostegno di qualche Comune del territorio. E quasi sempre il bilancio si chiude in pareggio. Un vero miracolo che si ripete da 23 anni…”.
La Brianza è una terra generosa e dimostra un legame davvero straordinario con la Fabio Sassi e il suo Hospice
“Tra le tante cose c’è un dato che racconta meglio di altri questo forte legame: ogni anno sono oltre 4.400 persone che destinano il loro 5x1000 alla Fabio Sassi. Lo fanno perché i nostri medici, le nostre infermiere, tutto il personale e i 220 volontari garantiscono una straordinaria assistenza sanitaria, sociale e soprattutto umana alle 280 persone che ospitiamo ogni anno in Hospice. Ecco perché diciamo che l’Hospice non è della Fabio Sassi, ma del suo territorio. Una comunità attenta e sensibile nel difendere questa struttura che garantisce dignità e qualità della vita alle persone che affrontano l’ultimo miglio della loro vita, sostenendo anche le loro famiglie”.
