Sabbioncello: cambio della guardia. Padre Massimo se ne va, arriva padre Pietro
E' stato un saluto riconoscente e carico di affetto quello che padre Massimo Tedoldi ha rivolto alla comunità francescana di Sabbioncello che in questi giorni ha lasciato per un nuovo incarico come assistente spirituale presso l'università cattolica di Milano.


Dopo tre anni come frate guardiano del santuario di santa Maria nascente, il religioso si appresta ad abbracciare un nuovo ruolo, totalmente diverso rispetto a quello che per tre anni lo ha portato a farsi apprezzare e stimare dalla popolazione meratese e non.
“Sabbioncello resterà sempre nel cuore” ha raccontato “l'ho vissuto come un piccolo angolo di Paradiso. Il silenzio, il verde da cui è circondato, la storia e l'arte di cui è intriso il convento. Tutto ha contribuito a rendere questi tre anni di permanenza qui, davvero meravigliosi. Ma per un sì, bisogna dire anche tanti no e la nostra missione è questa”.
Al 18mo trasferimento padre Massimo non nasconde che il “trasloco” tra la quiete delle mura di Sabbioncello e la centralissima università milanese, brulicante di migliaia di studenti, è un piccolo schock. Ma “il cambiamento è una forma di ringiovanimento con caratteristiche che non si sapeva di avere...vuol dire che tornerò a suonare e a far da mangiare, attività che avevo perso un po' negli ultimi anni, dovendo occuparmi di altro”.
Bologna, Genova, Verona ma anche Africa, sono state alcune delle terre che ha calpestato nel nome di san Francesco.
“Noi non sposiamo la cornice ma il quadro. Le cornici cambiano ma il quadro deve restare la centralità della vita”.

Al suo posto è arrivato padre Pietro Pagliarini, classe 1957, da Busto Arsizio che a Merate aveva trascorso qualche anno da studente. Un vero e proprio cambio della guardia avvenuto nel corso della celebrazione domenicale, con tanto di saluto e momento conviviale di arrivederci per don Massimo e ben arrivato per padre Pietro.
Un grazie affettuoso è arrivato anche dai gruppi sinodali del “Cantiere di Sabbioncello” che hanno espresso il loro “Grazie, grazie di cuore per questi tre anni vissuti insieme. Come Guardiano ci hai accompagnati con discrezione e vicinanza, ci hai donato tanto del tuo carisma, della tua passione francescana, del tuo profumo, lasciando in noi una traccia preziosa di fraternità e di Vangelo vissuto nella vita di tutti i giorni. Molti di noi, nel momento del bisogno, hanno trovato in te un padre, un amico che ha saputo ascoltare, consolare, consigliare e non potremo mai dimenticarlo.
Con lo stesso cuore accogliamo te, padre Pietro, che ritorni a casa! Come missionario sei abituato a donare a braccia aperte, a diffondere il messaggio evangelico in tutto il mondo; ora saremo noi ad aprirti le braccia per accoglierti nella nostra comunità, pronti a camminare insieme e a condividere la gioia e il servizio”.

Padre Massimo, autore del libro “Le cinque porte dello Spirito”, era anche conosciuto per i suoi profumi ed oleoliti che produceva personalmente raccogliendo i fiori (rosa, gelsomino, lavanda,...) sia nel giardino del convento che andandone alla ricerca sul territorio. Una vera e propria “arte” che aveva affinato con gli anni, con tanta passione e studio, abbinando i giusti composti fino a trovare la quadra che meglio si armonizzava e che era una delizia per l'olfatto. Ora nella sua nuova destinazione non potrà più portare avanti questo suo hobby, che era anche uno strumento per raccogliere fondi per le missioni grazie alla vendita dei vari prodotti. Ma chissà, le vie del Signore sono infinite...

Padre Massimo

Dopo tre anni come frate guardiano del santuario di santa Maria nascente, il religioso si appresta ad abbracciare un nuovo ruolo, totalmente diverso rispetto a quello che per tre anni lo ha portato a farsi apprezzare e stimare dalla popolazione meratese e non.
“Sabbioncello resterà sempre nel cuore” ha raccontato “l'ho vissuto come un piccolo angolo di Paradiso. Il silenzio, il verde da cui è circondato, la storia e l'arte di cui è intriso il convento. Tutto ha contribuito a rendere questi tre anni di permanenza qui, davvero meravigliosi. Ma per un sì, bisogna dire anche tanti no e la nostra missione è questa”.
Al 18mo trasferimento padre Massimo non nasconde che il “trasloco” tra la quiete delle mura di Sabbioncello e la centralissima università milanese, brulicante di migliaia di studenti, è un piccolo schock. Ma “il cambiamento è una forma di ringiovanimento con caratteristiche che non si sapeva di avere...vuol dire che tornerò a suonare e a far da mangiare, attività che avevo perso un po' negli ultimi anni, dovendo occuparmi di altro”.
Bologna, Genova, Verona ma anche Africa, sono state alcune delle terre che ha calpestato nel nome di san Francesco.
“Noi non sposiamo la cornice ma il quadro. Le cornici cambiano ma il quadro deve restare la centralità della vita”.

Padre Pietro e padre Massimo
Al suo posto è arrivato padre Pietro Pagliarini, classe 1957, da Busto Arsizio che a Merate aveva trascorso qualche anno da studente. Un vero e proprio cambio della guardia avvenuto nel corso della celebrazione domenicale, con tanto di saluto e momento conviviale di arrivederci per don Massimo e ben arrivato per padre Pietro.
Un grazie affettuoso è arrivato anche dai gruppi sinodali del “Cantiere di Sabbioncello” che hanno espresso il loro “Grazie, grazie di cuore per questi tre anni vissuti insieme. Come Guardiano ci hai accompagnati con discrezione e vicinanza, ci hai donato tanto del tuo carisma, della tua passione francescana, del tuo profumo, lasciando in noi una traccia preziosa di fraternità e di Vangelo vissuto nella vita di tutti i giorni. Molti di noi, nel momento del bisogno, hanno trovato in te un padre, un amico che ha saputo ascoltare, consolare, consigliare e non potremo mai dimenticarlo.
Con lo stesso cuore accogliamo te, padre Pietro, che ritorni a casa! Come missionario sei abituato a donare a braccia aperte, a diffondere il messaggio evangelico in tutto il mondo; ora saremo noi ad aprirti le braccia per accoglierti nella nostra comunità, pronti a camminare insieme e a condividere la gioia e il servizio”.

Padre Massimo nell'orto botanico a cui aveva dedicato tanto tempo e poi nel chiostro
Padre Massimo, autore del libro “Le cinque porte dello Spirito”, era anche conosciuto per i suoi profumi ed oleoliti che produceva personalmente raccogliendo i fiori (rosa, gelsomino, lavanda,...) sia nel giardino del convento che andandone alla ricerca sul territorio. Una vera e propria “arte” che aveva affinato con gli anni, con tanta passione e studio, abbinando i giusti composti fino a trovare la quadra che meglio si armonizzava e che era una delizia per l'olfatto. Ora nella sua nuova destinazione non potrà più portare avanti questo suo hobby, che era anche uno strumento per raccogliere fondi per le missioni grazie alla vendita dei vari prodotti. Ma chissà, le vie del Signore sono infinite...
S.V.