Oratorio/3: un investimento di 2.5 milioni di € (5 miliardi £)

Attorno al costo finale del nuovo oratorio resta un alone di mistero. Ricostruire la contabilità a distanza di sessant’anni e con i principali protagonisti – don Franco e l’ing. Meschi – deceduti, sembra impossibile. Diverse fonti da noi interpellate, vicine alla Parrocchia hanno dato come indicazione una forchetta tra 200 e 350 milioni di lire. Naturalmente se qualcuno ha notizie più fondate saremo ben lieti di ospitarle. Anche perché pure la parte bassa della forchetta sembra spaventosamente alta. Duecento milioni di lire del 1965 corrispondono oggi a quasi 2.5 milioni di euro; 4.9 miliardi di lire. Trecentocinquanta milioni di lire corrispondono a poco meno di 4.5 milioni di euro e a 8.6 miliardi di lire.
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Due circostanze sono certe: 1) già da almeno cinque anni, cioè da quando don Franco decise di realizzare un nuovo oratorio era stata istituita la “busta” cioè il contributo che le famiglie – peraltro in gran parte povere – davano mensilmente alla Parrocchia per finanziare l’opera; 2) La Cariplo, l’allora Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (ora Intesa) erogò un mutuo di 120 milioni di lire, quasi certamente garantito da don Franco Longoni stesso, la cui famiglia era notoriamente facoltosa. E qui si aprono le leggende. Il mitico Prevosto dalla voce tonante che rimbombava sotto la volta della chiesa di Sant’Ambrogio quando con Angelo “secrista” intonava “Tu scendi dalle stelle” oppure “Astro del ciel”, probabilmente saldò con mezzi propri più di uno stato avanzamento lavori, in manca di fondi parrocchiali. Rigido, autoritario, profondamente istruito, arriva sul sagrato con la Lancia Appia nera, entrava in sacrestia e nel mentre vestiva i paramenti sacri interrogava i chierichetti sulla dottrina.
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Riprendiamo qui le parole di Mons. don Franco Longoni, cui è stata intitolata l’area cimiteriale (Merate ha onorato i propri sacerdoti, tra i quali da don Angelo Perego, don Angelo Sala, don Andrea Vanalli, don Angelo Francesco Cazzaniga, dedicando loro una strada) il cui incipit è già eloquente: “Il mio dono . . .”
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“Il Prevosto è il Pastore e il Padre della Parrocchia ed è giusto che sia il primo a dare a tutti i suoi Parrocchiani l’esempio di generosa bontà nei riguardi del nuovo oratorio. Veramente a questo nostro oratorio ho già donato tanta parte del mio tempo, delle mie forze, dei miei pensieri e, perché non dirlo, delle mie ansie, preoccupazioni e crucci. Tuttavia per il giorno della solenne inaugurazione voglio che non manchi il mio dono. Ho pensato di offrire alla Chiesa dell’Oratorio la pala dell’altare raffigurante “Cristo Salvatore”. Ebbene il bravissimo pittore e carissimo amico Vanni Rossi ha pienamente realizzato nella pala della Chiesa del nuovo oratorio questo ideale di Cristo Maestro, Amico, Salvatore. Ha magistralmente ritratto un Cristo nello splendore della sua virilità che, alto, solenne nel candido ammanto sembra nel gesto autorevole della destra, ammonire i giovani che Egli è la Via, la Verità, la Vita”.
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E per concludere una carrellata di immagini e una breve descrizione della struttura scritta dal progettista ing. Francesco Meschi: “Il centro occupa una superficie di quasi 20mila metri quadrati in una zona di particolare pregio ambientale ed opportunamente baricentrica rispetto al vecchio nucleo e alle zone di espansione del territorio parrocchiale. L’edificio principale occupa una superficie di circa 2.100 mq. con un volume utilizzabile di quasi 20mila metri cubi e è cosi composto: al piano terra trovano posto i locali destinati ai ragazzi, il sotto palcoscenico, i servizi e gli spogliatoi per gli impianti esterni oltre ai porticati di disimpegno; al piano rialzato sono ubicati la Cappella, locali di ritrovo e svago per i giovani, il cinema-teatro e grandi porticati per la ricreazione al coperto; al primo piano si trovano sei aule per insegnamento religioso, biblioteca e riunioni oltre a ampi terrazzi; al secondo piano sono sistemati due alloggi per il sacerdote assistente dell’oratorio e per il custode”.
C.B.
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