Oratorio/2: la storia dal 1832 sino alla ‘basilica’ sulla collina

Il primo oratorio di Merate fu aperto nel 1832, in Santa Marta, grazie all’opera instancabile di don Andrea Sala e dei prevosti don Giuseppe Goré, don Cesare Velzi, e degli assistenti don Luigi Galbiati e don Elia Caversasio. E’ a quest’ultimo che si deve la realizzazione di quello che un tempo si chiamava nuovo oratorio, posto sul colle di San Rocco. Don Elia, superate molte difficoltà soprattutto nella scelta dell’ubicazione – a causa dei grandi proprietari terrieri che ne valutavano l’opportunità – e grazie a molti benefattori diede vita al progetto dell’arch. Mons. Chiappetta, secondo il quale il disegno grandioso della sua mole avrebbe dovuto richiamare la grande basilica di Lourdes. Avviati i lavori nel 1906 ci furono diverse interruzioni fino al blocco per mancanza di fondi che determinò l’incompiutezza dell’opera. Del progetto originale restavano solo la facciata a guglie, gli ingressi su via Antonio Baslini anch’essi in linea architettonica, un grande salone a piano terra per le funzioni religiose e gli spettacoli teatrali e qualche locale adibito a ritrovo soprattutto invernale e a bar. La posa della prima pietra avvenne il 10 aprile 1906, padrino il conte Dal Verme, madrina Louisa Baslini Nathan.
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Santa Marta e sotto la grotta di Lourdes che si trovava in oratorio

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Nel 1914 fu inaugurato ma a causa del primo conflitto mondiale le porte dell’oratorio furono aperte nel 1918 e i ragazzi poterono apprezzare un luogo tranquillo con un modesto campo di calcio e spazi verdi su cui giocare. In quei saloni si sono succeduti don Marino, don Natale, don Giuseppe, don Peppino. Sotto la guida del Prevosto don Angelo Perego dal 1922 al 1955.
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San Rocco
Lì don Peppino inventò il palio dei rioni e un’infinità di giochi. Cose semplici come i tempi del dopoguerra ma capaci di attrarre centinaia di ragazzi, d’inverno assiepati dentro i due angusti locali appena un po’ riscaldati, bevendo una gazzosa dal minuscolo bar gestito da Leonida, per tutti Leo.
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Don Angelo Perego

Per oltre mezzo secolo ogni domenica l’oratorio sul colle ha accolto ragazzi e giovani a cantare Vespero, apprendere la dottrina cristiana e a giocare.
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Don Elia Caversasio

Bellissimo il saluto al “vecchio oratorio” di Severino Viscardi riportato dal volumetto edito per il nuovo di via Papa Giovanni XXIII: “Adesso tutto questo movimento di persone e di cose andrà smorzandosi all’ombra delle tue mura, caro vecchio oratorio, scene che qui non si ripeteranno più; rimarrai solo e in silenzio, dall’alto del colle e allargando lo sguardo vedrai una nuova costruzione, bella, moderna accogliente al centro della borgata, dove la gioventù di Merate continua la vita che trascorreva alla tua ombra”.

Oratorio/2 continua
C.B.
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