Oratorio/1: scritti inaugurali dei sacerdoti meratesi e del Prevosto don Franco Longoni

“. . . . .così frequentando l’Oratorio dovete sentirVi come a casa vostra, e dovete trattare fra di voi come tutti amici e tessere così quelle relazioni sociali e spirituali che fanno della nostra Società una società libera, un popolo unito e compatto con idee uniformi, capaci di generare grandi imprese, sostenere grandi avvenimenti”.
Il Vostro Prevosto don Franco Longoni
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Don Franco Longoni


Don Franco Longoni, prevosto di Merate dal 1956 al 1972 presentava così ai meratesi “Un nuovo Oratorio, per una nuova Merate” dedicato ai Santi Filippo Neri e Giovanni Bosco, progettato dall’ing. Francesco Meschi e inaugurato il 3 ottobre 1965.
Un’opera faraonica per i tempi, con due campi di calcio, uno di tennis in terra rossa, due di bocce, tutti illuminati per il gioco notturno, una ampia Cappella per le funzioni religiose, un cinema-teatro, grandi porticati coperti per la ricreazione dei ragazzi. Così l’ing. Francesco Meschi: “. . .il centro giovanile maschile occupa una superficie di circa 20mila metri quadrati; l’edificio principale si estende su 2.100 metri quadrati con un volume utilizzabile di 20mila metri cubi. Al piano terra trovano posto i locali destinati ai giovani, il sotto palcoscenico, servizi e spogliatoi per gli impianti sportivi esterni oltre a porticati di disimpegno. Al piano rialzato la Cappella, la sala cinematografica un grande locale bar. Al primo piano si trovano sei aule per insegnamento religioso, biblioteca e riunioni oltre a ampi terrazzi. Al secondo piano sono sistemati gli alloggi per il sacerdote assistente dell’oratorio e il custode”.
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Il cardinal Giovanni Colombo, alle spalle l'ing. Francesco Meschi,
con don Giuseppe Fumagalli e il sindaco Luigi Zappa

La nuova struttura veniva affidata a don Luciano Galbusera, appena giunto da Maresso, mentre don Peppino Fumagalli che aveva retto le sorti dell’oratorio di San Rocco veniva destinato all’oratorio femminile posto nella parte bassa del Castello, sul versante sud. A sua volta don Peppino prendeva il posto di don Giuseppe Castiglioni che il 17 gennaio 1965 prendeva possesso come prevosto della parrocchia di Seveso.
“Negli ultimi diciassette anni – scriveva don Giuseppe – che ho passato come assistente dell’oratorio maschile di Merate, quando ormai era già in costruzione quello nuovo, voluto e attuato con larghezza di vedute e di provvidenze . . . .solevo ricordare ai giovani scherzosamente la canzone in onore di Giovanni Bosco che iniziava con le parole “Giù dai colli un dì lontano…..” augurando che venisse finalmente vicino quel giorno in cui si potesse lasciare il colle di San Rocco e discendere al piano, in un ambiente più centrale e più dotato per le esigenze educative e ricreative della gioventù”.
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Don Giuseppe Castiglioni
“Il nuovo oratorio – scriveva don Peppino – viene inaugurato tra la soddisfazione e la gioia di tutti. La meta da tanti anni sognata è raggiunta grazie al coraggio veramente mirabile e alla lungimiranza del molto reverendo signor Prevosto che non si è lasciato intimorire dalle tante difficoltà incontrate e grazie anche alla generosità di tanti meratesi che hanno dimostrato di aver capito la necessità di un ambiente nuovo per la formazione cristiana dei loro figli. Non sono però ancora finiti i sacrifici. Vi sono ancora difficoltà da superare: difficoltà economiche che speriamo di superare con l’aiuto della Provvidenza e vostro e difficoltà di ogni genere. Il giovane deve trovare nell’oratorio non solo un ambiente comodo . . . .deve soprattutto venire a contatto con la Parola di Dio e conoscere una vera vita cristiana, impostata sulla frequenza ai Sacramenti. Se questo non avvenisse avremmo fallito in pieno il nostro intento e ogni nostro sforzo sarebbero da ritenersi vani”.
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Don Peppino Fumagalli
E, infine, il commento di don Luciano Galbusera, novello sacerdote che si è trovato a gestire una struttura che aveva pochi simili in tutto il territorio. “Mi è cara l’occasione per rivolgere a tutti i meratesi un invito: siate per me validi collaboratori nell’opera grande che da oggi mi si impone: cooperare con la grazia divina nel formare i nostri ragazzi e giovani ed essere veri e perfetti cristiani”.
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Don Luciano Galbusera

Tra le numerose attestazioni quella del Papa Paolo VI Montini: “Esortiamo tutti vivamente a circondare questa antica e moderna istituzione del massimo interesse. Ci preme che essa sia bella, accogliente, ordinata, rinnovata; ci preme che sia frequentata puntualmente con la collaborazione dei genitori, l’assiduità dei maestri, la regolarità dei dirigenti, la passione dei sacerdoti, la fedeltà e l’entusiasmo della gioventù”.
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Paolo VI
E quella del cardinale Giovanni Colombo che inaugurò il nuovo oratorio: “Fausta occasione inaugurazione nuovo oratorio maschile. Invio pastorale benedizione auspicando divina protezione ragazzi e giovani qui formati alla vita cristiana”.
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Il cardinal Giovanni Colombo
Alla cerimonia inaugurale prese parte in prima fila, naturalmente, anche il sindaco della città, l’ing. Luigi Zappa che ha rivestito la carica dal 1964 al 1975. “L’inaugurazione di un’opera di notevole importanza come il nuovo oratorio maschile è un avvenimento che ha senza dubbio un valore che va oltre il suo preminente aspetto religioso per assumere anche un interesse di natura civica e ciò in funzione della particolare missione ad esso affidata: l’educazione della Gioventù”.
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Il sindaco Luigi Zappa


Oratorio/1 continua
Claudio Brambilla
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