Airuno: il secondo libro dell'avvocato Silvia Schenatti, "Il gelsomino di Sarajevo

Negli scorsi giorni ha visto la luce “Il gelsomino di Sarajevo”, il secondo romanzo dell’avvocato airunese Silvia Schenatti, edito da Nulla Die Edizioni. L’opera, già finalista al Premio nazionale “CrimenCafè” 2024, si inserisce nel filone del legal-thriller, intrecciando una trama densa di mistero con le ferite ancora aperte della guerra nei Balcani.
Airuno_libro_Schenatti1.jpeg (431 KB)
La trama, già dalla presentazione, risulta avvincente e intrigante. A Trieste viene trovato morto Dejanovic: un delitto che sembra rientrare nei regolamenti di conti tra bande criminali dell’Est, tra serbi e croati in lotta per il controllo dello spaccio. Un caso che appare chiuso. Ma il pubblico ministero Matilde Bonfanti non si accontenta: c’è un dettaglio che non torna, un odore di guerra che arriva da lontano. Con l’aiuto dell’anatomopatologa Irma e dell’agente Nicolò, Matilde si addentra nei segreti lasciati dalla guerra nell’ex Jugoslavia. Ma non è sola. Qualcuno rema dalla parte opposta, e mentre lei svolge il suo lavoro, la osserva e la ostacola: c’è una talpa.
Dopo un esordio più orientato alla dimensione psicologica con “L’inferno dentro i suoi occhi”, con questo nuovo romanzo Silvia Schenatti ha deciso di attingere direttamente alle proprie competenze professionali. “I miei studi mi hanno aiutato molto, anche se ho dovuto adattarli alla scrittura narrativa”, racconta l’autrice, che esercita la professione di avvocato.
La stesura è durata due anni, a cui Silvia ha dedicato due giorni a settimana, conciliando il progetto con il lavoro e con la preparazione al concorso in magistratura. L’ambientazione si sviluppa tra Trieste e l’Europa dell’Est, territori che l’autrice conosce bene: “Sono stata più volte a Trieste, Udine, Gorizia, Slovenia e Istria, zone che mi affascinano molto. Inoltre, durante il tirocinio, un giudice esperto di storia balcanica mi ha trasmesso la passione per questi temi e luoghi”.
Per documentarsi sulla guerra nell’ex Jugoslavia, Silvia ha intrapreso un percorso da autodidatta: “A scuola non avevo studiato questi fatti così recenti, ma grazie a quel giudice ho iniziato a interessarmi. A Sarajevo ho conosciuto una ragazza che ha vissuto la guerra, mi ha raccontato la sua esperienza e mi ha portata a vedere i luoghi dei conflitti. Per il romanzo ho poi letto molti saggi”.
Airuno_libro_Schenatti2.jpeg (126 KB)
La protagonista del romanzo, la PM Matilde Bonfanti, rappresenta in parte il percorso che Silvia avrebbe voluto intraprendere: “Avrei voluto diventare magistrato, ma non ci sono riuscita. Nella vita reale faccio l’avvocato difensore, ma nei romanzi mi diverto a stare dall’altra parte, quella dell’accusa”. Curiosità: la protagonista, Matilde, porta il nome della cugina dell’autrice. Un’ulteriore scelta per attingere dal mondo reale e portare all’interno del mondo narrativo.
Sull’onda dell’entusiasmo dato dall’aver terminato il suo secondo libro, Silvia ora non ha intenzione di fermarsi. È già al lavoro, infatti, raccogliendo idee e studiando nuovi elementi per un futuro romanzo che, con ogni probabilità, vedrà ancora protagonista Matilde Bonfanti. “L’intenzione è quella di mantenerla e vederla impegnata in diversi casi”. 
Intanto, tra il lavoro di avvocato e la scrittura dei libri, Silvia continua a portare avanti “Parole, al limite”, il blog che cura da due anni e mezzo ( https://www.paroleallimite.it/il-gelsomino-di-sarajevo-intervista-allautrice-silvia-schenatti/ ) dove pubblica articoli, interviste, rubriche dedicate al linguaggio e recensioni di libri. “Ci scrivo settimanalmente, uno o più articoli. Ho varie rubriche e l’idea di fondo è l’importanza e i limiti della comunicazione. È incentrato sulla parola. In una rubrica intervisto vari professionisti sulla importanza del linguaggio nella loro professione. In un altra, quella che ho più a cuore, si chiama ‘Il sesto senso’, racconto viaggi utilizzando uno dei cinque sensi com punto di vista. Inoltre, visto che leggo tanto, inserisco anche recensioni di libri”.
Le date ufficiali di presentazione di “Il gelsomino di Sarajevo” non sono ancora fissate, ma non è escluso che una delle prime occasioni possa essere proprio nella biblioteca di Airuno, paese natale dell’autrice.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.