Osnago, Carla Magni e Virgilio Meschi: prevenzione e cura del tumore al seno. Attivato un servizio da SpazioFamiglie

La notizia è arrivata a fine serata ma qui vale la pena dirla subito: il nuovo servizio per la prevenzione del cancro al seno attivato a Osnago da SpazioFamiglie di SpazioAperto in collaborazione con il Comune e con l’associazione Faresalute ha già esaurito le prenotazioni fino al mese di marzo.
Se a questo aggiungiamo il fatto che nella sala municipale lunedì sera le sedie erano quasi tutte occupate, il messaggio che arriva è forte e chiaro: c’è fame di sanità ma soprattutto, e questo è un bene, c’è fame di prevenzione.
E alla prevenzione in generale è stato dedicato l’intervento del dottor Virgilio Meschi, pediatra, che ha illustrato in modo molto dettagliato i comportamenti virtuosi per una vita all’insegna della salute e del benessere: nutrizione appropriata e movimento in primis, ma anche vaccinazioni, screening e test diagnostici, sorveglianza mirata da parte dei Medici di Medicina Generale.
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Alice Pozzoni, Carla Magni, Virgilio Meschi, il sindaco Felice Rocca e Alessandra Grasso
In veste di pediatra si è soffermato anche sui primi due anni di vita del bambino, fondamentali perché “nei primi mille giorni si gioca il futuro”.
Sulle vaccinazioni il pediatra è stato chiaro: “negli ultimi 50 anni hanno evitato molti casi di malattie mortali, non è questione di obbligo o non obbligo ma di consapevolezza”.
Per i genitori con bimbi da 0 a 12 mesi è attivo SpazioFamiglie, presso la sede di SpazioAperto in via Roma 6. L’intenzione, ha precisato la responsabile Alice Pozzoni, è quella di ampliare le attività fino ai bambini con 12 mesi di vita, oltre che per le coppie e i futuri genitori.
Il clou della serata è stato l’intervento della dottoressa Carla Magni, senologa e Direttrice della Breast Unit dell’Asst di Lecco nonché fondatrice di Faresalute, che ha esordito fornendo un dato: lo scorso anno ci sono stati in Italia 390.000 nuovi casi di tumore.
Ai consigli sugli stili di vita già elargiti dal collega, ha aggiunto anche quelli di evitare il fumo (aumenta del 30% il rischio di sviluppare un tumore) e limitare l’alcol, in positivo invece quello di bere molta acqua (no a bevande zuccherate).
Quanto alla pillola contraccettiva ha detto che “non deve essere uno spauracchio, anche perché oggi ha un contenuto ormonale molto più basso rispetto a quella degli inizi. Inoltre protegge da altri tipi di tumore e ritarda l’invecchiamento”.
Ma qual è l’incidenza del tumore alla mammella?
Nel 2024 il tumore alla mammella è stato quello più diagnosticato.
L’insorgenza, oltre che da stili di vita scorretti, può derivare anche dalla familiarità (quando nella medesima famiglia si verificano più casi) o da un problema genetico (quando nel Dna c’è una mutazione genetica con alto rischio di ammalarsi).
“La mutazione genetica si può scoprire con un normale esame del sangue, ma viene prescritto solo in specifici casi: è il senologo che fa una prima valutazione ed eventualmente invia la paziente al genetista che va a indagare tutto l’albero genealogico. Chi ha una mutazione genetica ha un’elevata possibilità di contrarre un tumore anche ad altri organi come quello al pancreas o il melanoma”.
Per prevenire l’insorgenza del cancro al seno la dottoressa Magni ha invitato a praticare, fin dall’età dello sviluppo, l’autopalpazione. Ma fondamentale resta la mammografia, che va fatta ogni anno a partire dai 40 anni di età.
Prima dei 40 anni è utile solo in casi specifici, per esempio se si hanno delle protesi o si sono fatte cure per l’infertilità.
Dai 40 ai 50 anni va fatta ogni anno, ma fino ai 45 anni non è previsto lo screening attuato dal Ssn. Quest’ultimo viene attuato a partire dai 45 anni e fino ai 49 è annuale, mentre dai 50 ai 74 anni viene fatto ogni due anni.
Per uno screening completo la mammografia deve essere abbinata all’ecografia.
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Il servizio di prevenzione senologica attivato a Osnago, che si tiene ogni ultimo sabato del mese nell’ambulatorio sotto la Biblioteca, si rivolge alle donne tra i 35 e i 44 anni essendo questa la fascia di età non coperta dallo screening.
Non si effettuano esami ma solo visite senologiche per una valutazione del percorso più corretto da intraprendere per un’efficace prevenzione.
Ogni sabato, dalle 9 alle 12, vengono effettuate 12 visite. Ma, come detto, l’agenda è già completa fino al mese di marzo.
“Non ci aspettavamo un’adesione così alta”, ha commentato il sindaco Felice Rocca. “Più di così per il momento non si riesce a fare, valuteremo se in futuro sarà il caso di coinvolgere altri specialisti”.
In chiusura della serata è stata data la parola al pubblico: un intervento ha sottolineato come la prevenzione rischi di essere una parola vuota, considerate le lunghe liste di attesa per visite ed esami nel Ssn pubblico.
E’ quindi intervenuta Milva Caglio, volontaria di Sportello salute, che ha illustrato brevemente il servizio per l’agevolazione dell’accesso alle prestazioni evidenziando le carenze riscontrate da parte delle istituzioni.
Il dottor Meschi ha invitato, qualora non si riesca ad accedere nei tempi stabiliti, a inviare reclami alle dirigenze ospedaliere.
Ma la dottoressa Magni ha sottolineato come il problema sia a monte, ovvero nella carenza di specialisti. Ha inoltre riferito come la Breast Unit da lei diretta abbia di recente introdotto tre nuovi professionisti, ma questo non ha fatto altro che far aumentare ulteriormente la domanda perché i pazienti arrivano anche da territori in cui c’è carenza di risposta.
L’assessora comunale al Welfare, Alessandra Grasso, ha spiegato che c’è una legge regionale che obbliga a evadere le richieste di urgenza ma non necessariamente all’interno dell’Asst territoriale, per cui la prestazione può essere offerta entro i tempi stabiliti ma magari a 200 chilometri di distanza.
Un problema complesso quello delle liste d’attesa, che suscita sempre molte discussioni e non sembra di facile soluzione.
Anche per questo assumono ancora più importanza iniziative come quella di Osnago.
A.Vi.
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