Imbersago: il santuario accoglie le reliquie di Acutis e Frassati
Domenica 14 settembre, in occasione dell’inizio della settimana degli Esercizi Spirituali, il Santuario di Madonna del Bosco a Imbersago ha vissuto un momento di intensa partecipazione comunitaria con l’arrivo delle reliquie di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, i due giovani recentemente proclamati santi da Papa Leone. L’evento, preparato dai padri oblati e dal territorio, ha raccolto un gran numero di fedeli che hanno potuto vivere una giornata di preghiera e riflessione all’insegna della fede e della testimonianza cristiana.


Il programma ha preso il via alle 15.15 con la processione dalla chiesa di Cassina, durante la quale le reliquie sono state accompagnate dai fedeli in un cammino di preghiera fino al Santuario. Alle 16 si è poi celebrata la Santa Messa, cuore della giornata, che ha offerto ai presenti un’occasione unica per meditare sul messaggio di vita e di fede lasciato da questi due giovani santi.
Durante l’omelia, il celebrante ha sottolineato come Carlo e Pier Giorgio siano diventati santi per aver compreso e vissuto il senso della croce: «Se pensiamo a Dio solo con le nostre categorie umane, come colui che ha tutto il potere, restiamo come la gente che non poteva accettare che Dio si rivelasse nella morte in croce. E invece la vera potenza di Dio è quella di morire per amore». Un messaggio chiaro, che invita i fedeli a contemplare la croce come segno dell’amore più grande, e a vivere con coerenza la propria fede, così come hanno fatto questi due ragazzi.
Carlo Acutis (1991-2006), morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, è ricordato come il “patrono di Internet”. Appassionato di informatica, utilizzò le sue competenze digitali per diffondere il Vangelo e documentare i miracoli eucaristici. La sua profonda devozione all’Eucaristia e il suo impegno a vivere la fede nel quotidiano lo hanno reso un modello per i giovani di oggi.
Pier Giorgio Frassati (1901-1925), torinese, proveniva da una famiglia agiata ma scelse di dedicarsi con umiltà e generosità agli ultimi, diventando attivista nell’Azione Cattolica e nei circoli giovanili. Conosciuto come il “santo dei giovani” e il “santo della montagna”, univa alla passione per l’alpinismo e l’amicizia un’attenzione costante ai poveri e agli emarginati. Morì a soli 24 anni, ma la sua vita resta testimonianza luminosa di carità cristiana e di impegno sociale vissuto alla luce del Vangelo.


Quella di Imbersago è stata una celebrazione che ha fatto più che ricordare: ha acceso speranza, risvegliato consapevolezza, riunito comunità. Per molti presenti è stata occasione di personale riflessione, di ritorno alla preghiera, di conferma che la santità non è un’astrazione, ma cammino possibile, fatto anche di dolore, ma soprattutto di amore.


Il programma ha preso il via alle 15.15 con la processione dalla chiesa di Cassina, durante la quale le reliquie sono state accompagnate dai fedeli in un cammino di preghiera fino al Santuario. Alle 16 si è poi celebrata la Santa Messa, cuore della giornata, che ha offerto ai presenti un’occasione unica per meditare sul messaggio di vita e di fede lasciato da questi due giovani santi.
Durante l’omelia, il celebrante ha sottolineato come Carlo e Pier Giorgio siano diventati santi per aver compreso e vissuto il senso della croce: «Se pensiamo a Dio solo con le nostre categorie umane, come colui che ha tutto il potere, restiamo come la gente che non poteva accettare che Dio si rivelasse nella morte in croce. E invece la vera potenza di Dio è quella di morire per amore». Un messaggio chiaro, che invita i fedeli a contemplare la croce come segno dell’amore più grande, e a vivere con coerenza la propria fede, così come hanno fatto questi due ragazzi.
Carlo Acutis (1991-2006), morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, è ricordato come il “patrono di Internet”. Appassionato di informatica, utilizzò le sue competenze digitali per diffondere il Vangelo e documentare i miracoli eucaristici. La sua profonda devozione all’Eucaristia e il suo impegno a vivere la fede nel quotidiano lo hanno reso un modello per i giovani di oggi.
Pier Giorgio Frassati (1901-1925), torinese, proveniva da una famiglia agiata ma scelse di dedicarsi con umiltà e generosità agli ultimi, diventando attivista nell’Azione Cattolica e nei circoli giovanili. Conosciuto come il “santo dei giovani” e il “santo della montagna”, univa alla passione per l’alpinismo e l’amicizia un’attenzione costante ai poveri e agli emarginati. Morì a soli 24 anni, ma la sua vita resta testimonianza luminosa di carità cristiana e di impegno sociale vissuto alla luce del Vangelo.


Quella di Imbersago è stata una celebrazione che ha fatto più che ricordare: ha acceso speranza, risvegliato consapevolezza, riunito comunità. Per molti presenti è stata occasione di personale riflessione, di ritorno alla preghiera, di conferma che la santità non è un’astrazione, ma cammino possibile, fatto anche di dolore, ma soprattutto di amore.
M.Pen.