Merate: la grande impresa della Marmolada raccontata da Iris Bielli, la più giovane della "cordata"
Una serata coinvolgente per gli appassionati di alpinismo quella che ha visto giovedì la proiezione in auditorium del docufilm “Marmolada - Madre roccia”, con la presenza della meratese Iris Bielli, la più giovane del gruppo che ha realizzato la straordinaria impresa di aprire una nuova via sulla “Regina delle Dolomiti”.
L’evento, realizzato nell’ambito di “Merate per lo Sport”, è stato aperto dal sindaco Mattia Salvioni che, nel ringraziare l’assessore alla partita Gianpiero Airoldi e le società sportive, ha ricordato come l’obiettivo della manifestazione sia quello di “far conoscere lo sport a 360 gradi, senza dimenticare l’inclusività”.

Alla realizzazione della serata ha collaborato il Cai di Merate, il cui presidente Daniele Oggioni ha annunciato l’open day di arrampicata presso la palestra delle ex scuole elementari per mercoledì 17 con inizio alle 19,30.
Di grande impatto la proiezione del docufilm, realizzato da Matteo Maggi e Cristiana Pecci per Sky original. Racconta, con dettagli tecnici ma senza tralasciare i risvolti umani, l’apertura di una nuova via sulla parete sud della Marmolada. Protagonisti dell’impresa gli alpinisti Matteo della Bordella, Maurizio Giordani e Massimo Faletti: con loro anche la climber meratese Iris Bielli, una dei 15 giovani talenti che compongono l’Eagle Team del Club Alpino Italiano a livello nazionale.
Già negli anni Novanta l’impresa era stata tentata, purtroppo senza successo trattandosi di una parete molto impegnativa. Grande quindi è stata la soddisfazione per il gruppo che è riuscito a portarla a termine tra il 2022 e il 2023, gruppo, come è stato più volte sottolineato nel corso della serata, caratterizzato dalla presenza di persone appartenenti a quattro diverse generazioni.

Come si ricorderà il 3 luglio del 2022 la Marmolada fu funestata da un gravissimo episodio: il crollo di un seracco provocò la morte di 11 persone. Il docufilm, rievocando quell’evento funesto, vuole quindi anche ricordare le conseguenze negative della crisi climatica in atto. A causa dell’aumento delle temperature che hanno ridotto notevolmente i ghiacciai, le montagne soffrono di una grande instabilità: per il ghiacciaio della Marmolada uno studio del Cnr prevede la fine entro il 2050.
Se la visione del docufilm ha regalato immagini davvero uniche, ammirazione ha suscitato l’intervista di Filippo Codara a Iris Bielli che, nonostante la giovane età, ha già raggiunto traguardi significativi.
Nata nel 2004 ha cominciato a scalare con i Ragni di Lecco all’età di 14 anni.
Il suo percorso sportivo è iniziato con la ginnastica artistica, attività che ha praticato per otto anni.

“A un certo punto mi sono chiesta se l’impegno che mi richiedeva valesse la pena”, ha confessato. “Fin da piccola andavo in montagna sulle Dolomiti con mia nonna e mio fratello, i miei genitori scalavano. Così a 14 anni mi hanno portato dai Ragni di Lecco.”
Scalare è diventata la sua passione.
“Ti spinge a guardare dentro te stessa. E’ dura, ma è un’attività molto bella, che richiede intuito ma anche esperienza per capire in quale direzione è meglio andare”.
Un po’ come nella vita… . Ma cosa significa per una ragazza della tua età praticare un’attività che richiede lentezza e fatica?
“Mi piace perché mi porta a spingermi al limite. Riuscire a spostare l’asticella sempre più in alto è quello che dà senso alla mia vita”

Come ti sei trovata con i tuoi compagni di spedizione?
“Bene. Ho arrampicato soprattutto con Matteo, che mi ha dato molta fiducia. Sentire che qualcuno crede in te, ti dà forza”.
E come ti sei sentita in rapporto alla montagna che stavi scalando?
“E’ come entrare in un mondo a parte, in una bolla. In quei momenti le emozioni si annullano e non provi paura. La Marmolada era come una madre, era come entrare nell’abbraccio di una mamma”.
Sono iscritto al Cai da cinquant’anni e ho visto cambiare tutto. Ci sono cose come il rumore della falce o ascoltare voci dialettali che stanno scomparendo, resta immutata solo la voglia di salire su una parete. La nostra zona è rinomata per la tradizione alpinistica. Come si può riaccendere il fuoco? Iris potrebbe essere la scintilla?
“Ancora non so bene come sarà il mio futuro, ma vorrei scalare le vie storiche”.

Iris Bielli, nonostante la giovane età, sta per laurearsi al Politecnico in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
Come riesci a conciliare la passione per l’arrampicata con un percorso di studi così impegnativo?
“In entrambe le cose ci vuole metodo, anche nell’arrampicata c’è una parte tecnica per capire dove è meglio salire. Poi c’è l’aspetto creativo, che è molto personale”.
Che cosa diresti a un quattordicenne che vuole imparare ad arrampicare?
“Gli direi di divertirsi, di essere curioso, di trovare la propria comfort zone”.
L’evento, realizzato nell’ambito di “Merate per lo Sport”, è stato aperto dal sindaco Mattia Salvioni che, nel ringraziare l’assessore alla partita Gianpiero Airoldi e le società sportive, ha ricordato come l’obiettivo della manifestazione sia quello di “far conoscere lo sport a 360 gradi, senza dimenticare l’inclusività”.

Mattia Salvioni con Filippo Codara
Alla realizzazione della serata ha collaborato il Cai di Merate, il cui presidente Daniele Oggioni ha annunciato l’open day di arrampicata presso la palestra delle ex scuole elementari per mercoledì 17 con inizio alle 19,30.
Di grande impatto la proiezione del docufilm, realizzato da Matteo Maggi e Cristiana Pecci per Sky original. Racconta, con dettagli tecnici ma senza tralasciare i risvolti umani, l’apertura di una nuova via sulla parete sud della Marmolada. Protagonisti dell’impresa gli alpinisti Matteo della Bordella, Maurizio Giordani e Massimo Faletti: con loro anche la climber meratese Iris Bielli, una dei 15 giovani talenti che compongono l’Eagle Team del Club Alpino Italiano a livello nazionale.
Già negli anni Novanta l’impresa era stata tentata, purtroppo senza successo trattandosi di una parete molto impegnativa. Grande quindi è stata la soddisfazione per il gruppo che è riuscito a portarla a termine tra il 2022 e il 2023, gruppo, come è stato più volte sottolineato nel corso della serata, caratterizzato dalla presenza di persone appartenenti a quattro diverse generazioni.

Come si ricorderà il 3 luglio del 2022 la Marmolada fu funestata da un gravissimo episodio: il crollo di un seracco provocò la morte di 11 persone. Il docufilm, rievocando quell’evento funesto, vuole quindi anche ricordare le conseguenze negative della crisi climatica in atto. A causa dell’aumento delle temperature che hanno ridotto notevolmente i ghiacciai, le montagne soffrono di una grande instabilità: per il ghiacciaio della Marmolada uno studio del Cnr prevede la fine entro il 2050.
Se la visione del docufilm ha regalato immagini davvero uniche, ammirazione ha suscitato l’intervista di Filippo Codara a Iris Bielli che, nonostante la giovane età, ha già raggiunto traguardi significativi.
Nata nel 2004 ha cominciato a scalare con i Ragni di Lecco all’età di 14 anni.
Il suo percorso sportivo è iniziato con la ginnastica artistica, attività che ha praticato per otto anni.

Filippo Codara e Iris Bielli
“A un certo punto mi sono chiesta se l’impegno che mi richiedeva valesse la pena”, ha confessato. “Fin da piccola andavo in montagna sulle Dolomiti con mia nonna e mio fratello, i miei genitori scalavano. Così a 14 anni mi hanno portato dai Ragni di Lecco.”
Scalare è diventata la sua passione.
“Ti spinge a guardare dentro te stessa. E’ dura, ma è un’attività molto bella, che richiede intuito ma anche esperienza per capire in quale direzione è meglio andare”.
Un po’ come nella vita… . Ma cosa significa per una ragazza della tua età praticare un’attività che richiede lentezza e fatica?
“Mi piace perché mi porta a spingermi al limite. Riuscire a spostare l’asticella sempre più in alto è quello che dà senso alla mia vita”

Come ti sei trovata con i tuoi compagni di spedizione?
“Bene. Ho arrampicato soprattutto con Matteo, che mi ha dato molta fiducia. Sentire che qualcuno crede in te, ti dà forza”.
E come ti sei sentita in rapporto alla montagna che stavi scalando?
“E’ come entrare in un mondo a parte, in una bolla. In quei momenti le emozioni si annullano e non provi paura. La Marmolada era come una madre, era come entrare nell’abbraccio di una mamma”.
Sono iscritto al Cai da cinquant’anni e ho visto cambiare tutto. Ci sono cose come il rumore della falce o ascoltare voci dialettali che stanno scomparendo, resta immutata solo la voglia di salire su una parete. La nostra zona è rinomata per la tradizione alpinistica. Come si può riaccendere il fuoco? Iris potrebbe essere la scintilla?
“Ancora non so bene come sarà il mio futuro, ma vorrei scalare le vie storiche”.

Iris Bielli, nonostante la giovane età, sta per laurearsi al Politecnico in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
Come riesci a conciliare la passione per l’arrampicata con un percorso di studi così impegnativo?
“In entrambe le cose ci vuole metodo, anche nell’arrampicata c’è una parte tecnica per capire dove è meglio salire. Poi c’è l’aspetto creativo, che è molto personale”.
Che cosa diresti a un quattordicenne che vuole imparare ad arrampicare?
“Gli direi di divertirsi, di essere curioso, di trovare la propria comfort zone”.
A.Vi.