Osnago: "Una piccola Odissea" di Andrea Pennacchi conquista il pubblico. Più di 300 spettatori in piazza della Pace
"Niente è più dolce della patria e della famiglia per chi è in terra straniera, lontano dai familiari, anche se si trova in una casa ricca e bella." (Omero, Odissea, IX)
Osnago ha vissuto ieri sera, mercoledì 3 settembre, una di quelle notti destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Piazza della Pace, trasformata per l’occasione in palcoscenico a cielo aperto, ha accolto oltre trecento spettatori prenotati – con un altro centinaio di persone rimaste in coda nella speranza di un posto libero – per assistere al sold out di "Una piccola Odissea", spettacolo scritto e interpretato da Andrea Pennacchi, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato e Annamaria Moro. Un trionfo che ha illuminato la rassegna L’ultima luna d’estate, festival di teatro popolare di ricerca giunto alla ventottesima edizione, promosso da Teatro Invito e dal Consorzio Brianteo Villa Greppi.


A dare il benvenuto al pubblico è stato l’assessore alla cultura di Osnago, Norberto Ambrosiano, che ha sottolineato il valore del festival, definendolo "fondamentale per la provincia". Ha poi assicurato che "il Comune sarà sempre pronto a sostenere l’arte e la bellezza, per portarla a tutti i nostri cittadini". Il suo pensiero si è quindi intrecciato con il tema centrale dello spettacolo, l’Odissea, evocando un’immagine attuale e toccante: "La prima cosa che mi è venuta alla mente questa mattina, pensando all’Odissea, sono quelle decine, decine e decine di navi che stanno viaggiando sul mare, con l'intento di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese".
Pennacchi – attore e drammaturgo padovano, noto al grande pubblico anche per il personaggio del "Poiana" a Propaganda Live su La7 e con alle spalle una carriera che spazia dal teatro al cinema ("Eroi", "Petra", "Tutto chiede salvezza", "Io sono Li") – ha quindi preso in mano il filo del racconto, guidando il pubblico in un viaggio che intreccia la sua storia personale con il mito di Odisseo. Un vecchio volume della Garzanti, danneggiato dalla pioggia e regalatogli dal padre quando era ragazzo, diventa il punto di partenza per un racconto che fonde la letteratura classica con le memorie familiari: il padre sopravvissuto al campo di concentramento, la madre che resiste, l’attesa, i lutti, la gioia, la tenacia di chi non smette di credere nel ritorno. In questa stratificazione di voci e ricordi, Ulisse non è più soltanto l’eroe dell’epos greco, ma diventa un simbolo universale di resilienza, capace di parlare ad ogni spettatore.
Il successo registrato dal numero di spettatori paganti per "Una piccola Odissea" ha reso evidente, ancora una volta, il valore culturale e sociale de "L’ultima luna d’estate", rassegna che da quasi tre decenni anima i luoghi più suggestivi del Parco di Montevecchia e della Val Curone. Ma quest’anno il festival si è trovato a fare i conti con i tagli del Ministero della Cultura: un colpo duro, che mette a rischio un patrimonio costruito con anni di passione e sacrificio. Per questo è stata avviata una raccolta fondi attraverso il progetto "Portaverta", a cui il direttore artistico Luca Radaelli e lo stesso Pennacchi hanno invitato i presenti a contribuire.
In un contesto di difficoltà economiche, la prova di ieri sera ha assunto un valore ancora più simbolico. Il pubblico ha testimoniato con la sua presenza quanto la cultura sia considerata un bene essenziale. Un bene che resiste, proprio come Ulisse nel suo viaggio, alle tempeste e alle insidie, trovando sempre la forza di tornare a casa.


Osnago, sotto le stelle di settembre, ha dunque celebrato non solo un grande spettacolo teatrale, ma anche l’ostinata volontà di una comunità di non arrendersi. E se Ulisse ha riconquistato Itaca, Andrea Pennacchi ha riconquistato, con la sua arte, il cuore del suo pubblico.
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI, vv. 119–120)
Osnago ha vissuto ieri sera, mercoledì 3 settembre, una di quelle notti destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Piazza della Pace, trasformata per l’occasione in palcoscenico a cielo aperto, ha accolto oltre trecento spettatori prenotati – con un altro centinaio di persone rimaste in coda nella speranza di un posto libero – per assistere al sold out di "Una piccola Odissea", spettacolo scritto e interpretato da Andrea Pennacchi, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato e Annamaria Moro. Un trionfo che ha illuminato la rassegna L’ultima luna d’estate, festival di teatro popolare di ricerca giunto alla ventottesima edizione, promosso da Teatro Invito e dal Consorzio Brianteo Villa Greppi.


A dare il benvenuto al pubblico è stato l’assessore alla cultura di Osnago, Norberto Ambrosiano, che ha sottolineato il valore del festival, definendolo "fondamentale per la provincia". Ha poi assicurato che "il Comune sarà sempre pronto a sostenere l’arte e la bellezza, per portarla a tutti i nostri cittadini". Il suo pensiero si è quindi intrecciato con il tema centrale dello spettacolo, l’Odissea, evocando un’immagine attuale e toccante: "La prima cosa che mi è venuta alla mente questa mattina, pensando all’Odissea, sono quelle decine, decine e decine di navi che stanno viaggiando sul mare, con l'intento di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese".
Pennacchi – attore e drammaturgo padovano, noto al grande pubblico anche per il personaggio del "Poiana" a Propaganda Live su La7 e con alle spalle una carriera che spazia dal teatro al cinema ("Eroi", "Petra", "Tutto chiede salvezza", "Io sono Li") – ha quindi preso in mano il filo del racconto, guidando il pubblico in un viaggio che intreccia la sua storia personale con il mito di Odisseo. Un vecchio volume della Garzanti, danneggiato dalla pioggia e regalatogli dal padre quando era ragazzo, diventa il punto di partenza per un racconto che fonde la letteratura classica con le memorie familiari: il padre sopravvissuto al campo di concentramento, la madre che resiste, l’attesa, i lutti, la gioia, la tenacia di chi non smette di credere nel ritorno. In questa stratificazione di voci e ricordi, Ulisse non è più soltanto l’eroe dell’epos greco, ma diventa un simbolo universale di resilienza, capace di parlare ad ogni spettatore.
In un contesto di difficoltà economiche, la prova di ieri sera ha assunto un valore ancora più simbolico. Il pubblico ha testimoniato con la sua presenza quanto la cultura sia considerata un bene essenziale. Un bene che resiste, proprio come Ulisse nel suo viaggio, alle tempeste e alle insidie, trovando sempre la forza di tornare a casa.


Osnago, sotto le stelle di settembre, ha dunque celebrato non solo un grande spettacolo teatrale, ma anche l’ostinata volontà di una comunità di non arrendersi. E se Ulisse ha riconquistato Itaca, Andrea Pennacchi ha riconquistato, con la sua arte, il cuore del suo pubblico.
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI, vv. 119–120)
M.Pen.