Mandic: senza dirigenti le blatte dilagano. Proposta a costo zero al dg. Trivelli

La cronaca de "Il Giorno" a firma del collega Daniele De Salvo è impietosa. E, purtroppo per il Presidio, confermata da fotografie inequivocabili. Blatte che circolano ovunque persino nei pressi della mensa, tra la palazzina amministrativa e la Cappella.

Una prima disinfestazione ha debellato il "grosso". Ma la situazione non sembra essere stata risolta alla radice tanto che le blatte sono state nuovamente viste spuntare e "scorrazzare" sui pavimenti, negli angoli e nelle intercapedini dei muri del san Leopoldo Mandic. Il transito degli insetti è stato ampiamente documentato dagli inservienti e il video è diventato “virale” nelle chat suscitando indignazione e comprensibile ribrezzo.  Ma la cronaca non finisce con le blatte.
Problemi grossi ci sono anche nella ristorazione con porzioni ritenute dai più non di particolare gusto e soprattutto piuttosto scarse. Insomma se da un lato il personale medico, infermieristico e generico fa tutto il possibile per mantenere l'attrattività dell'ospedale, il disimpegno delle direzioni, da quella Strategia a quella tecnico-organizzativa segna punti negativi. Ma tutto questo ha una spiegazione: il presidio con i suoi 800 dipendenti è privo da anni di una direzione medica e una direzione amministrativa. 

Progressivamente le funzioni sono state trasferite a Lecco ma dal capoluogo nessuno si prende la briga di scendere a Merate per gestire l'azienda locale. Il concorso per direttore medico di presidio è stato fatto, ma si è rivelato, come del resto già si sapeva, una farsa: la vincitrice sarebbe stata evidentemente l'ex facente funzioni dr.sa Valentina Bettamio. E, altrettanto già si sapeva, la Bettamio sarebbe rimasta poi dov'era già, all'Asst Nord Milano col grado ufficiale di direttore medico. Da allora, sono trascorsi quasi due anni ma neppure un facente funzioni è stato nominato. E il Mandic resta allo sbando. I contatti settimanali, come li definisce il sindaco Mattia Salvioni col direttore generale Marco Trivelli sono, di tutta evidenza, inconcludenti. E del resto pur con tutta la buona volontà il trentenne sindaco non può mettere in campo alcuna esperienza in fatto di sanità. E "tranquillizzarlo" è esercizio molto facile per un Dg scafato come il dottor Trivelli.
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Il sindaco Mattia Salvioni e il direttore generale Marco Trivelli

Ora però una provocazione la facciamo noi. Marco Trivelli nomini due suoi "assistenti", a costo zero - siamo certi che i due accetteranno - e li destini al San Leopoldo Mandic come "osservatori", controllori" con la necessaria autorità per attivare interventi d'emergenza concordando invece quelli programmabili con la Direzione Strategica. Due "assistenti" che diventino punto di riferimento di tutto il personale in servizio, oggi sostanzialmente senza referenti, se non i "primari".
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Giacomo Molteni e Gerolamo Corno

 I due "assistenti" mettono in campo curriculum eccezionali: sono l'architetto Gerolamo Corno e il dottor Giacomo Molteni. Il primo, meratese doc, classe 1951 è stato Dirigente responsabile della struttura edilizia sanitaria direzione generale sanità lombarda, poi direttore generale al Fatebenefratelli e, infine, direttore generale all'Istituto dei tumori di Milano. La sua carriera è iniziata proprio al Mandic come capo della struttura tecnica, progettista di interventi edilizi di grande importanza per il presidio. Abita a circa 200 metri dall'ospedale. Il secondo, Giacomo Molteni, classe 1949, è andato in pensione con il ruolo di capo del dipartimento amministrativo dell'ASST Lecco dopo aver rivestito il ruolo di direttore amministrativo dell'Inrca di Casatenovo e altri presidi dell'Ircss anconetana per trent’anni. Ha lavorato con Pietro Caltagirone, Ambrogio Bertoglio, Mauro Lovisari e Giuseppina Panizzoli. Prima della promozione a capodipartimento è stato direttore di presidio del San Leopoldo Mandic, nominato dal Dg Pietro Caltagirone. Se serve - e Dio sa quanto serva - una svolta nella gestione dell'ospedale queste due sono le figure migliori che Trivelli possa mettere in campo. Adesso lo sa. Soltanto i due, ancora non sanno della proposta.
Claudio Brambilla
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